“L’arca di vetro”, la mostra che farà cambiare idea sui vetri di Murano

“L’arca di vetro”, la mostra che farà cambiare idea sui vetri di Murano

di Carolina Saporiti

A Venezia, presso Le stanze del vetro, sull’Isola di San Giorgio Maggiore, sono esposte fino al 1° agosto 750 sculture in vetro dell’immensa collezione di animali di Murano dello storico dell’arte e collezionista, Pierre Rosenberg. Una mostra ludica e scientifica che mostra tutta l’abilità dei maestri vetrai

Il vetro di Murano è roba da vetrinette della zia o da alberghi lussuosi? No. Il vetro di Murano è creazione, fantasia, curiosità e divertimento. E finalmente una mostra, L’arca di vetro. La collezione di animali Pierre Rosenberg, farà cambiare idea su tante cose. Innanzitutto, come si diceva, che il vetro di Murano è una cosa “seria”: siamo abituati a pensare a grandi vasi e lampadari fragilissimi che ci mettono in soggezione, mentre i pezzi di questa straordinaria collezione ci mostrano l’abilità, ma anche la gioia dei maestri di Murano nella lavorazione del vetro. Secondo, che le esposizioni con tanti pezzi risultano ridondanti e noiose. Questa sarà facilmente una delle mostre più divertenti che vedremo nel 2021. Terzo, che il sistema dell’arte indossa sempre la giacca.

Ma iniziamo dai dettagli. L’arca di vetro. La collezione di animali Pierre Rosenberg ha inaugurato a fine aprile e proseguirà fino al 1° di agosto presso le Stanze del Vetro, progetto di Fondazione Giorgio Cini onlus e Pentagram Stiftung, sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. In mostra ci sono più di 750 pezzi della straordinaria collezione di animali di vetro di Murano (che ne conta più di 2mila) di Pierre Rosenberg. Se questo nome vi dice qualcosa, è probabile che l’abbiate sentito nominare accanto al Museo del Louvre di Parigi, di cui è stato Direttore e oggi ne è Direttore-Presidente Onorario. Certo, da uno storico dell’arte così non ci si aspetterebbe questo genere di raccolta, che comprende gli oggetti di Murano per certi versi ritenuti meno “nobili” o “preziosi”, eppure… “Quando sono arrivato a Venezia – ci racconta il professor Rosenberg al telefono – mi sono detto che avrei dovuto avviare una collezione anche qui. Sono sempre stato un collezionista, fin da bambino quando avevo iniziato a raccogliere biglie”.

Il caso come sempre aiuta chi vi si abbandona e così, un giorno di tanti anni fa, mentre era a mangiare al ristorante Al Covo di Venezia, il professor Rosenberg insieme alla moglie vide una serie di animali in vetro, tra cui un pesce; ne chiese il prezzo ai proprietari, Diane e Cesare Benelli, e i due decisero di regalarglielo. Così ha preso il via questa straordinaria raccolta: “L’idea di questa collezione è arrivata per caso – conferma – ma poi è stata la sua fortuna. In qualche modo ho riabilitato questo soggetto. Di solito nelle collezioni c’è logica, in questa invece ci sono solo il mio gusto e il caso: ho acquistato alcuni pezzi per pochi euro ai mercatini”.

E sempre il caso ha portato Pierre Rosenberg a incontrare Giordana Naccari, curatrice e ideatrice della mostra (e una delle più grandi esperte di vetro di Murano in città). La troviamo nel suo negozio L’Angolo del Passato, nel sestiere Dorsoduro di Venezia: “Ho aperto questo negozio nel 1989 e proprio in quegli anni il professor Rosenberg venne ad abitare qui di fronte. Da quel momento, ogni volta che era a Venezia veniva a vedere se c’era qualcosa di nuovo oppure lo chiamavo io”.

Tra i due si instaura un profondo rapporto di intesa e stima, tanto che Naccari è l’unica persona che mette mano alla collezione del professore per anni, fino a quando dieci anni fa lei trova il coraggio di proporgli di fare una mostra, ma lui rifiuta. “Forse allora non voleva svelare questo suo lato ludico… Ma due anni fa, quando glielo chiesi per l’ennesima volta, disse di sì. Ne parlai subito con David Landau, Direttore delle Stanze del Vetro, e chiamai la storica dell’arte Cristina Beltrami, per aiutarmi nella ricerca scientifica e per la costruzione del catalogo”.

Siccome, proprio come dice Pierre Rosenberg “i collezionisti sono una razza particolare (e le uniche persone che andranno in Cielo!)”, dando il via libera a Giordana Naccari, il professore chiarisce subito che non ne vuole sapere niente: né quali pezzi verranno esposti, né quale sarà l’allestimento. “È stata una bella sorpresa” dichiara lui. E lo è per chiunque la visiti: senza togliere il piacere dell’inaspettato, si può dire che l’esposizione è divisa per habitat. Ogni stanza è stata quindi allestita come uno specifico ambiente terrestre o marino, grazie a Ortiche Studio.

Oltre a divertire, questa mostra stupisce per l’incredibile perizia dei maestri vetrai: “L’animale è l’oggetto in vetro che richiede più abilità – spiega Naccari. Se per i lampadari e altri oggetti d’uso domestico il lavoro è manuale, ma meccanico, questi soggetti richiedono un’esecuzione spontanea e momentanea”. Nel Settecento gli animali rappresentavano elementi decorativi degli oggetti d’arredo in vetro di Murano; nel Novecento questo genere di produzione vetraria era stata relegata all’ambito del souvenir o considerata come una sorta di divertissement da fornace, ma mai è stata pensata come un gioco.

“Mi piace insistere sull’incredibile varietà di questa mia collezione che mostra la straordinaria sapienza muranese. Dopo le lunghe giornate di lavoro, i maestri si mettevano all’opera immaginando e creando questi splendidi animali. Si vede che sono creati con una vena di divertimento, per riuscire a interpretare e rappresentare la natura degli animali” spiega il professor Rosenberg. E la curatrice Naccari aggiunge: “In effetti, c’era meno richiesta di queste sculture, erano un vezzo, ma questo dipende anche dal fatto che la loro esecuzione prende più tempo e abilità spontanea. Quindi, in genere, non venivano realizzate nelle giornate di produzione, ma nei momenti che i maestri dedicavano alla sperimentazione… Una cosa che oggi viene fatta sempre meno per via dei costi alti delle fornaci”.

L’Arca di vetro è una mostra ludica, ma anche scientifica. Soprattutto, è una mostra di Murano. Cosa ne sarà di questa isola è una domanda che molti si pongono: da oltre 200 fornaci, ne sono rimaste circa 80 e sono sempre meno le persone che sanno lavorare il vetro. Ma per Pierre Rosenberg la risposta esiste: “l’ambizione di creatività salverà Murano. È l’ambizione la chiave del successo”. E non potrebbe pensare diversamente un collezionista, una persona che vive per evitare che oggetti e opere d’arte vadano perduti o dimenticati. Un vero sognatore.

L’arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg
26 aprile – 1° agosto 2021
10-19, chiuso il mercoledì
ingresso libero
Le stanze del vetro, Fondazione Giorgio Cini
Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia (linea 2 vaporetto)

L’arca di vetro è visitabile anche in digitale grazie al virtual tour 3D dal sito www.lestanzedelvetro.org