Louis Garrel e la sua crociata verde al Festival di Cannes
Shanna Besson / Why Not Productions

Louis Garrel e la sua crociata verde al Festival di Cannes

di Simona Santoni

Incantatore disinvolto, come l’ha definito l’ungherese Enyedi per cui è in concorso al Festival di Cannes, l’attore francese è anche regista, alla Croisette, con il suo film impegnato ma dai toni leggeri “La Croisade”, commedia sulla rivolta giovanile per il clima

Louis Garrel non è mai stato un attivista per l’ambiente. Non ha mica una specie di coleottero a lui dedicata come ce l’ha Leonardo DiCaprio (il Grouvellinus leonardodicaprioi, il cui nome omaggia l’attivismo green del divo hollywoodiano). «Mi preoccupano cose molto più futili, per esempio quale pantalone indossare», ha scherzato Louis Garrel al Festival di Cannes. Eppure il suo terzo film da regista attore, La Croisade (in italiano La crociata), è una commedia che guarda al futuro, quello del Pianeta.
Presentato nella nuova sessione speciale del Festival di Cannes dedicata al clima, La Croisade è stato proiettato il 12 e il 13 luglio. E non è il solo film per cui il fascinoso attore francese, uno dei più eclettici della sua generazione, è alla Croisette: è anche tra i protagonisti, solo come interprete, del film in concorso – con première il 15 luglio – L’Histoire de ma femme (La storia di mia moglie) di Ildiko Enyedi, la regista ungherese che proprio Cannes scoprì nel 1989 con l’opera prima Il mio XX secolo, vincitrice dell’Orso d’oro di Berlino 2017 con Corpo e anima.

«Non mi sono mai molto interessato alla raccolta differenziata» ha ammesso Garrel. E quando per la prima volta lo scrittore e sceneggiatore Jean-Claude Carrière, amico con cui aveva collaborato anche a L’uomo fedele (2018), gli ha suggerito lo spunto per la sceneggiatura de La Croisade, lui l’ha sentito come qualcosa di lontano e poco realistico. Ma tre mesi dopo, in Svezia, un’adolescente di nome Greta Thunberg aveva appena iniziato uno sciopero della fame per protestare contro l’inazione dei governi nella lotta ai cambiamenti climatici. Ecco che ha cominciato a nascere La Croisade, commedia sulla rivolta giovanile per il clima. E il film non può che avere una dedica speciale a Carrière, morto nel febbraio scorso a 89 anni, sceneggiatore di Luis Buñuel e premio Oscar, con cui Garrel ha realizzato lo script a quattro mani. Louis ancora si commuove un po’ nel ricordarlo.

Louis Garrel, Cannes
Thomas Samson
Louis Garrel nel film “La Croisade”

Per La Croisade Garrel ha convocato a sé gli stessi personaggi e attori de L’uomo fedele, il giovane Joseph Engel e sua moglie Laetitia Casta, con cui, fianco a fianco, ha illuminato il red carpet di Cannes.
Louis e Laetitia, coppia luccicante del cinema francese, sono Abel e Marianne, i genitori del tredicenne Joseph. Un giorno scoprono che loro figlio da tempo vende oggetti preziosi di famiglia per finanziare un misterioso progetto. Il ragazzino, insieme a centinaia di altri ragazzini come lui sparsi per il mondo, sta segretamente collaborando a un piano visionario con un obiettivo: salvare il Pianeta dalla catastrofe ambientale, pompando acqua dolce nel deserto del Sahara.

Ora che non è più il sognatore incestuoso e ribelle del Maggio francese, protagonista del sensuale e torbido menage à trois di The Dreamers (2003) di Bertolucci, Louis Garrel si scopre imborghesito… «La Croisade è una favola divertente e affascinante ma urgente sulla borghesizzazione degli adulti», ha detto dalla Costa Azzurra. «Su ex giovani che hanno perso slanci rivoluzionari, specie di fronte alle preoccupazioni dei ragazzi che vogliono salvare il Pianeta e il futuro». I toni che Garrel utilizza ne La Croisade sono quelli leggeri della commedia. Pur calcando la strada dell’impegno, non vuole prendersi troppo sul serio: «Sono entusiasta di far parte di questo gruppo di film sul cambiamento climatico, ma fino a poco fa ero profano e ignorante sull’argomento». Mica come il regista belloccio dall’aria grave, che con i suoi film pensa di portare la pace in Medio Oriente, appena interpretato per Woody Allen nella commedia beffarda Rifkin’s Festival.

Figlio d’arte e della Nouvelle Vague, davanti alla macchina da presa da quando è bambino, Louis Garrel ha una parte molto piccola nell’altro film a Cannes L’Histoire de ma femme, eppure magnetica e determinante, come ha detto la stessa regista Ildiko Enyedi in una passata intervista: «Louis Garrel nei panni di Dedin, anche se appare raramente, è in qualche modo sempre presente nella vita della coppia protagonista». La coppia è composta da Léa Seydoux e Gijs Naber, rispettivamente Lizzy e Jakob, giovane donna francese enigmatica e capitano di fregata olandese che sposa Lizzy per scommessa. «Garrel è un incantatore disinvolto che, senza fare molto, fa diventare matto Jakob. Ha l’aura inavvicinabile, una presenza intensa, in maniera esasperante, e intoccabile. Vince il duello anche senza sguainare le armi».

Léa Seydoux, Gijs Naber e Louis Garrel, Cannes
Hanna Csata
Léa Seydoux, Gijs Naber e Louis Garrel nel film “L’Histoire de ma femme”

Forse vedremo Louis anche all’imminente Mostra del cinema di Venezia se, come voci anticipano, sarà selezionato L’ombra di Caravaggio, il film di Michele Placido con Riccardo Scamarcio nel ruolo principale e Garrel in quello del titolo, l’ombra.
Ombra e luce, come quella regale di Luigi XIII di Francia, al cui servizio sgroppano i moschettieri del re: sarà Garrel il sovrano della nuova serie cinematografica sui Tre Moschettieri che sta preparando Martin Bourboulon. Chi avrà come baldi spadaccini alle sue volontà? La meglio cavalleria di Francia: Pio Marmaï (Porthos), Romain Duris (Aramis), François Civil (D’Artagnan) e… un Athos di primo ordine, Vincent Cassel. In alto le spade.