Leonardo Di Caprio e Brie Larson migliori attori, Iñarritu come regista. Standong ovation per il compositore

Tutto come previsto, o quasi, nella notte degli Oscar, l’evento più importante e glamour per il cinema internazionale. A vincere come miglior film dell’anno alla fine è stato Spotlight, pellicola incentrata sull’inchiesta dei giornalisti del Boston Globe che scoprirono e indagarono alcuni preti pedofili, una storia premiata anche dal riconoscimento per la miglior sceneggiatura originale.

Il resto della cerimonia ha visto però la lotta tra due titoli su tutti.

Da una parte il successo tecnico di Mad Max: Fury Road e del genio creativo di George Miller, con ben sei statuette andate a montaggio, scenografia, costumi, trucco, sonoro e mixaggio sonoro. Dall’altra i tre Oscar record per The Revenant, assegnati per la fotografia di Emmanuel Lubezki, il primo a conquistare per tre anni consecutivi il premio nella categoria, alla regia superba di Alejandro Gonzalez Iñarritu, che dopo quella per Birdman l’anno scorso, conquista un’altra statuetta di prestigio, che lo colloca di fatto nella storia. Ma soprattutto è stata la notte di Leonardo Di Caprio, che sfatando il tabù di eterno perdente, ha trionfato come miglior attore, dopo ben cinque nomination andate a vuoto, regalando alla fine il discorso più intenso, rivolto anche alla salvaguardia del pianeta.

Sugli altri interpreti poche sorprese, se non la sconfitta di Sylvester Stallone a vantaggio dell’ottimo Mark Rylance, miglior attore non protagonista ne Il ponte di spie di Steven Spielberg.

Brie Larson, miglior attrice protagonista in Room, e Alicia Vikander, miglior attrice non protagonista per The Danish Girl, sanciscono finalmente una virata nuova per due volti giovani e di grande talento, proiettati fin da ora ad altri e futuri progetti, già testimonial contesi da moda e pubblicità.

Vince il documentario su Amy Winehouse firmato da Asif Kapadia, perde Lady Gaga a discapito di Sam Smith, miglior canzone per l’ultimo 007, Spectre, ma il momento maggormente commovente e alto arriva quando Quincy Jones annuncia il premio ad Ennio Morricone, che da pronostico conquista finalmente il suo primo Oscar (ne aveva già ricevuto uno alla carriera nel 2007) per la colonna sonora – capolavoro di The Hateful Eight, ultimo lavoro di Quentin Tarantino. È per lui la standing ovation più lunga e sentita, un tributo per uno dei più grandi maestri e compositori viventi, che a 87 anni non smette di mettersi in gioco dichiarando che “la sfida sarà quella di migliorare ancora”.