A cent’anni dalla sua nascita, Taschen celebra il leggendario presidente americano e la nascita del New Journalism pubblicando uno storico articolo di Norman Mailer

A più di 50 anni di distanza, non è ancora chiaro se è stato Kennedy a cambiare la televisione, o è stata la televisione a cambiare J.F.K., o almeno il modo nel quale il popolo americano lo vedeva, tanto da fargli vincere il confronto televisivo con Nixon con il margine di vantaggio più ampio mai visto. 

Un argomento, quello della mitizzazione di un uomo ucciso prima che potesse iniziare a cambiare il paese che governava, oggetto di trattati e film, ultimo in ordine cronologico Jackie di Pablo Larraín. E oggi, per festeggiare il centenario dalla nascita di John Fitzgerald, Taschen ci mette il suo contributo, (ri)dando alle stampe Superman comes to the supermarket, il lungo articolo firmato da Norman Mailer e uscito su Esquire Magazine solo poche settimane prima delle elezioni. Un pezzo che battezzò anche un nuovo modo di fare giornalismo, il New Journalism, e che, senza modestia, lo stesso Mailer definì come ‘il motivo per il quale J.F.K. vinse le elezioni. 

Un ritratto pubblico e privato, tra campagna elettorale e famiglia, corredato da 300 foto firmate dai maggiori fotogiornalisti dell’epoca, da Hank Walker e Cornell Capa a Henri Dauman e Jacques Lowe, passando per Arnold Newman e Lawrence Schiller,  che narrano più di molte parole la strategia politica di J.F.K. Le foto, concesse a magazine come Life, incaricato di seguirlo durante la campagna, furono uno strumento fondamentale nel dipingere un uomo della upper class americana come un ‘everyday man’, chiave con la quale Kennedy e la sua squadra politica convinsero il partito prima, e il popolo poi, a candidarlo alla presidenza. La sua descrizione, realizzata in prima persona da Mailer, è quella di un eroe esistenzialista. La sua battaglia, l’unico nella quale potrebbe essere vincitore è quella di risvegliare un paese addormentato dal conformismo del suo predecessore, Eisenhower.

La storia è andata poi diversamente, ma quell’articolo rimane un pezzo di giornalismo, da rileggere, e collezionare.

Norman Mailer

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Taschen