The Merging: beyond the end, la mostra di Nicola Verlato a New York

The Merging: beyond the end, la mostra di Nicola Verlato a New York

di Digital Team

Adottare le tecnologie più avanzate per entrare nel regno della pittura moderna. Questa la visione dell’artista Nicola Verlato che oggi espone a New York le sue opere che rendono omaggio alle tecniche pittoriche classiche ma nascono da scansioni 3D di corpi umani.

Questo weekend si è inaugurata la prima personale di Nicola Verlato alla Postmasters, una galleria d’arte contemporanea nel quartiere Tribeca di Manhattan, a New York. L’artista, nato a Verona nel 1965 che oggi vive tra Roma e Los Angeles, ha iniziato a sperimentare con la modellistica 3D già nel 1991 e, come preparazione per i suoi dipinti, continua a lavorare con strumenti come Z-Brush o il software di animazione computerizzata 3D Maya.

Fin dagli anni 80 influenzato dalle sequenze generate al computer nei film come Tron, Verlato crede fermamente che per entrare nel regno della pittura moderna sia fondamentale adottare le tecnologie più avanzate che si occupano di modellazione poligonale. Per l’artista questa estrema geometrizzazione è il nuovo materiale attraverso il quale il mondo può essere non solo rappresentato, ma anche infinitamente duplicato, un materiale che trasforma ogni immagine in una fonte di innumerevoli reinterpretazioni visive.

La mostra nasce proprio dalla supposizione che siamo entrati in una nuova fase di creazione dell’immagine a causa dello sviluppo massiccio dei nuovi media digitali, in cui il nostro rapporto con la realtà stessa è stato condizionato. Il concetto che lo spazio è definito dall’accumulo e dalla progressiva organizzazione di oggetti geometrici guida il processo pittorico di Nicola Verlato. Questa mostra è un manifesto della sua visione e dell’implicazione filosofica che avrà l’enorme cambiamento nella creazione di immagini di cui siamo stati testimoni negli ultimi 50 anni.


Nicola Verlato, Cosmogony #2, 2020. Oil on linen, 90.5 x 60 inches

Il processo creativo di Verlato consiste nello scannerizzare gli esseri umani in 3D, importare i dati in un software, scolpire digitalmente le figure, manipolare le immagini, estrarre le sue visioni e, infine, dipingere a mano le sue opere, basandosi sulla lunga tradizione delle tecniche pittoriche classiche. Così, il dipinto diventa una membrana tra la realtà del nostro corpo e il mondo al di là della sua superficie.

Su un lato della galleria si trova un quadrato nero dipinto, che nasconde un Mazzocchio, una forma geometrica derivata dai disegni rinascimentali degli artisti e matematici Paolo Uccello e Piero Della Francesca. Questo è un inno ai principali protagonisti del Rinascimento italiano, che si sono concentrati nei loro studi prima sull’idea di prospettiva, e di conseguenza sull’idea di rappresentare il mondo attraverso forme geometriche progressivamente più complesse.

Dall’altra parte dello spazio, invece, è appeso un grande dipinto lungo 6 metri, The Merging, che unisce il mondo dell’arte e quello della scienza. In quest’opera possiamo vedere il Mazzocchio in alto che crea figure umane apparentemente risvegliate da un sogno di 500 anni. A sinistra della tela è raffigurato Werner Heisenberg, il pioniere della meccanica quantistica e autore del principio di indeterminazione; mentre a destra, una visione di Jackson Pollock che fa sgocciolare la sua pittura su una tela, con alle sue spalle il dipinto Autumn Rhythm (Number 30). Gli spettatori possono esplorare l’interno in 3D di The Merging con un’applicazione personalizzata disponibile nella galleria.
 
L’unica scultura stampata in 3D al centro della galleria presenta un’amalgama di corpi umani aggrovigliati, che inverte l’illusione della pittura e la restituisce a uno spazio fisico.

Fino al 24 ottobre 2020 alla Postmasters Gallery, 54 Franklin Street, New York.