Un soffio d’arte: arriva la mostra itinerante “Pop Air” a Milano
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Un soffio d’arte: arriva la mostra itinerante “Pop Air” a Milano

di Carolina Saporiti

Dopo Parigi e Roma è il turno del capoluogo milanese per ospitare l’esibizione dedicata alla inflatable art del Baloon Museum. Dal 23 dicembre fino al 12 febbraio a Superstudio un viaggio tra sculture gonfiabili e installazioni

E se i palloncini non fossero solo un gioco per i bambini o decorazioni per le feste? Se ci permettesero di riflettere sulla nostra presenza nello spazio? Se guardandoli ci chiedessimo come un elemento leggero e invisibile possa dare a oggetti con una struttura e una forma? Sono tutte riflessioni che possono scaturire visitando la mostra itinerante, Pop Air, del Baloon Museum che, dopo Parigi e Roma, arriverà a Milano.

L’esibizione aprirà il 23 dicembre negli spazi di Superstudio in via Tortona e proseguirà fino al 12 febbraio con un nuovo allestimento dinamico e ludico che si sviluppa in un ambiente di oltre seimila metri quadrati, pensato per creare un dialogo emotivo con il pubblico.

Pop Air riflette sulle nuove espressioni e tecniche artistiche legate al mondo delle mostre interattive, attraverso la promozione di opere inedite e site-specific, selezionate dal team curatoriale di Balloon Museum, composto da professionisti operanti nel mondo dell’arte, della cultura e della comunicazione.

L’aria è oggetto di indagine comune per gli artisti coinvolti: da elemento costruttivo e tangibile riesce a dare vita a sculture dalla forma inaspettata e monumentale e, viceversa, in quanto elemento nebuloso e impalpabile crea un’atmosfera metafisica e sospesa. Ogni installazione inflatable, attraverso l’interazione con il fruitore, crea nuovi spazi di socializzazione fisica, digitale e culturale. La persona è, infatti, al centro di un percorso esperienziale che coinvolge i suoi sensi generando stupore, curiosità e riflessioni su tematiche della contemporaneità.

Soggetti dalle sembianze antropomorfe e zoomorfe animano il percorso espositivo con tinte accese e forme anticonvenzionali e fuori scala. Tra questi si inseriscono Airship Orchestra di Eness, tribù di figure dall’aspetto ironico e giocoso tra i quali passeggiare e vivere un’esperienza sonora sorprendente, in cui dialogano luce e musica e i Ginjos di Rub Kandy, personaggi colorati e misteriosi.

Lo scultore Max Streicher presenta Silenus, un gigante addormentato dalle dimensioni monumentali che mostra allo spettatore la sua vulnerabilità. Attraverso la tecnologia gonfiabile sembra respirare o agitarsi lentamente, come prima del risveglio. 

Oggetti della quotidianità e la loro interazione con lo spazio sono indagati da Cyril Lancelin con Knot, grande nodo a maglia di cui non si percepiscono l’inizio e la fine e da Geraldo Zamproni con Volatile Structure, grandi cuscini rossi che sembrano reggere la struttura circostante, in una perenne tensione tra contenuto e contesto. L’indagine sulla natura e l’osservazione dell’equilibrio tra caos e immobilità sono i tratti distintivi del collettivo artistico Hyperstudio, che presenta Hypercosmo, e del duo Quiet Ensemble, che ne firma la performance multimediale e svela A quiet storm.

Le installazioni immergono in ambienti in cui mare, cielo e pioggia assumono una veste inedita. Un universo moltiplicato e psichedelico, avvolto da atmosfere rarefatte accoglie lo spettatore in Never ending stories di Motorefisico, dove la percezione del luogo circostante cambia con il movimento del singolo. L’interazione tra persona e spazio prende forma con l’intervento site-specific Giallo 368, del
collettivo Penique Productions, che si appropria di un grande ambiente e ne modifica la percezione: un involucro leggero e colorato avvolge la stanza e si trasforma in un’architettura viva, animata dall’aria generata da ventilatori, che crea nello spettatore un senso di disorientamento.

Karina Smigla-Bobinski, ispirandosi scoperte delle neuroscienze sull’autoconfigurazione del cervello, presenta negli spazi di Superstudio l’inedita Polyheadra, installazione interattiva che innesca un dialogo diretto con il pubblico. Chiamato a partecipare attivamente alla configurazione dell’opera, lo spettatore potrà assemblare tubi gonfiabili di diverse dimensioni in modi sempre differenti e documentare il risultato attraverso fotografie e video.

L’aria diventa elemento architettonico con Tholos di Plastique Fantastique, omaggio ai templi dell’antichità, rivisitati in chiave inflatable. L’installazione, svelata in anteprima mondiale in occasione della mostra, riflette con ironia sulla geometria e sulle forme svelando elementi inediti, realizzati con materiali specchianti e trasparenti. Ambientazioni dal design inaspettato e dalla forte interattività accolgono il visitatore lungo la Balloon Street, un viaggio tra opere dai colori pop e dalle suggestioni ironiche in cui gli spettatori diventano protagonisti scattando fotografie e video della loro esperienza.

Balloon Museum – Pop Air è una mostra d’arte, ma soprattutto un invito alla socializzazione, all’ironia e al gioco, un omaggio all’arte di scolpire l’aria con opere che coinvolgono il pubblico e con il quale si pongono in dialogo aperto.