Le Distillerie Bonollo hanno realizzato una grappa pensata per essere un ottimo ingrediente di cocktail, poi hanno organizzato una competizione internazionale

Nel mondo dei cocktail ci sono alcolici che non devono faticare più di tanto per essere riconosciuti come validi ingredienti e altri che invece devono sgomitare per ritagliarsi lo spazio che meritano. In quest’ultimo caso, l’esempio principe è rappresentato dalla grappa, che ormai da qualche tempo sta superando la nomea (errata) di essere un semplice ammazzacaffè e che ora prova a imporsi con un prodotto interessante: si chiama Gra’it, arriva dalle Distillerie Bonollo di Padova ed è stato al centro di una competizione fra bartender organizzata ad hoc.

PERCHÉ COINVOLGERE I BARTENDER?
Gli estimatori della grappa sanno che esistono prodotti capaci di reggere serenamente il confronto con le blasonate bottiglie di whisky o di rum, e numerosi concorsi internazionali hanno già sancito questo concetto. Un conto è però vincere dei premi, altro discorso è riuscire a entrare stabilmente nel mercato estero. Avendo in mente questo obiettivo, la famiglia Bonollo, che distilla grappa da oltre 170 anni, ha realizzato Gra’it, pensata esplicitamente per essere utilizzata come ingrediente nei cocktail: i bartender, infatti, rappresentano i migliori ambasciatori possibili per far conoscere alla gente un determinato tipo di alcolico.

LA SFIDA DEI COCKTAIL
Una volta deciso cosa fare, è subito stato chiaro che bisognava superare un ostacolo: in generale, la grappa ha infatti un gusto molto ricco e persistente, capace di oscurare gli altri ingredienti di un cocktail. Resta possibile utilizzarla all’interno di una ricetta, ma con le medesime limitazioni che hanno per esempio i whisky particolarmente torbati: gli abbinamenti sono relativamente ridotti. Gra’it punta invece sulla versatilità, in modo da facilitare l’estro creativo dei bartender.

COME NASCE GRA’IT
Le Distillerie Bonollo sono partite dalle vinacce di sette differenti vitigni: Sangiovere, Nebbiolo, Moscato Bianco, Glera, Aglianico, Corvina e Nero d’Avola. La seconda fase della lavorazione è stata la distillazione, che ha prodotto sette grappe differenti, successivamente unite in un blend che è stato fatto invecchiare per dodici mesi all’interno di botti di rovere di Slavonia. Il risultato è una grappa dal sapore rotondo, piacevolmente speziato e poco invasivo, una qualità che la rende particolarmente versatile.

GRA’IT CHALLENGE 2017
Una volta realizzato il giusto prodotto, il passo successivo delle Distillerie Bonollo è stato di incoraggiarne la positiva ricezione nel mondo dei bartender attraverso la Gra’it Challenge, cioè la prima competizione che prevede la grappa come ingrediente fondamentale delle gare. Le selezioni si sono svolte sul territorio statunitense (uno dei cuori pulsanti della mixology mondiale) e hanno visto protagonisti più di 250 bartender professionisti. La finale si è tenuta a Miami e ha incoronato sette vincitori: Giorgia Crea, Hector Acevedo, David Bonatesta, Will Benedetto, Ms. Franky Marshall, Meredith Barry e Ryan Wainwright.

VUOI FARE UNA PROVA? ECCO UNA RICETTA
A mo’ d’esempio, ecco la ricetta di Giorgia Crea, nata a Roma e bartender del cocktail bar dell’hotel Zucca di Coral Gables (Florida): mettere nello shaker 50 millilitri di Gra’it, 20 millilitri di Vermouth Rosa, 15 millilitri di Sherry, 1 dash di olio di vinaccioli e 1 drop di acqua di rose. Fare passare il cocktail da una parte all’altra dello shaker, in modo da miscelarlo e ossigenarlo, poi versare in un bicchiere da vino bianco contenente una sfera di ghiaccio e guarnire con una foglia di vite essiccata. Il nome del cocktail? A Care Affair.