La classifica dei migliori cocktail bar al mondo piazza tre locali londinesi nelle prime quattro posizioni: ecco quali sono e dove si trovano

Ogni anno esce una classifica che è un’autentica bibbia per coloro che amano bere cocktail: si chiama The World’s 50 Best Bars e, come suggerisce il nome, elenca i cinquanta locali che svettano sopra tutti gli altri. L’edizione 2017 ha sancito il trionfo di Londra: nelle prime quattro posizioni figurano tre locali che si trovano nella capitale britannica.

Eccoli dunque, in ordine di piazzamento, ma prima un paio di curiosità: l’Italia è rappresentata dal sempreverde Jerry Thomas Speakeasy di Roma (posizione 33), mentre a contendere il primato di Londra c’è la città di New York, in particolare grazie a The Nomad e The Dead Rabbit.

AMERICAN BAR
Dopo essere stato un punto di riferimento della scena cocktail mondiale per oltre 125 anni, l’American Bar dell’Hotel Savoy ha conquistato per la prima volta la vetta della classifica. Nei raffinati ambienti di questo locale hanno lavorato alcuni bartender leggendari, prima fra tutti Ada ‘Coley’ Coleman, che ne tirò le fila dal 1903 al 1924, e che tra le altre cose inventò il cocktail Hanky Panky, ancora oggi richiestissimo. Altro nome di punta, nella storia dell’American Bar, è quello di Harry Craddock, successore di Ada e compilatore del Savoy Cocktail Book, lettura imprescindibile per ogni professionista che si rispetti. L’eredità importantissima di questo tempio del buon bere è oggi sulle capaci spalle di Erik Lorincz, nominato miglior bartender al mondo nel 2011 e artefice di un’offerta che omaggia la tradizione, ma sa anche proporre innovazioni contemporanee.

DANDELYAN
Al secondo posto nella lista dei migliori cocktail bar del pianeta compare quello che si trova all’interno dell’Hotel Mondrian e che porta la firma di due autorevolissimi interpreti della scena cocktail mondiale: Ryan Chetiyawardana e Iain Griffiths. Il Dandelyan ha meritato i riconoscimenti di cui gode grazie alla capacità di armonizzare mirabilmente cocktail pionieristici, accoglienza a cinque stelle e pratiche ambientalmente sostenibili. Il menù, che si chiama Vizi della botanica, è il culmine di un percorso di ricerca sulla flora e su come ha influenzato la civilizzazione. Un esempio consigliato dai buongustai è il cocktail Flower of Five, a base di gin, limone, pompelmo rosa, passion fruit, più altre aggiunte calibratissime.

CONNAUGHT BAR
In quarta posizione, avendo ceduto la terza piazza del podio al The Nomad di New York, troviamo il Connaught Bar, che è già considerato un classico nonostante abbia meno di dieci anni di vita. Merito anche dell’italiano Agostino Perrone, uno dei bartender più premiati al mondo e abilissimo miscelatore di champagne e distillati provenienti da edizioni limitate o vintage. Di fronte alla vasta offerta di cocktail presenti in menù, gli esperti consigliano di provare assolutamente il Bloody Mary, considerato uno dei più buoni al mondo, e poi di farsi tentare da una delle invenzioni moderniste di Perrone e soci: per lasciarsi sorprendere, certi di una qualità fuori dalla norma.