Nella classifica dei locali top al mondo, la capitale britannica piazza quattro bar nelle prime sei posizioni

Londra è da anni un centro nevralgico della mixology e una conferma luminosa è arrivata dall’edizione 2018 della classifica dei cinquanta migliori cocktail bar al mondo: nelle prime sei posizioni la capitale britannica ha piazzato quattro locali, inframmezzati dal Manhattan di Singapore e dal The Nomad di New York, rispettivamente al terzo e quarto posto. Tra i premiati londinesi c’è n’è anche uno che ha annunciato la chiusura, dunque bisogna affrettarsi a visitarlo.

DANDELYAN – POSIZIONE 1
Quella del bar dell’Hotel Mondrian di Londra è stata un’ascesa inarrestabile: terzo nel 2016, secondo nel 2017 e ora in vetta alla classifica dei The World’s 50 Best Bars, grazie a un menù capace ogni anno di alzare l’asticella dell’innovazione. Il bartender Ryan Chetiyawardana, autentico guru della mixology e deus ex machina del Dandelyan insieme al collega Iain Griffiths, ha però annunciato la prossima chiusura: ancora non è nota la data, ma il locale così come lo conosciamo è ormai al capolinea. Risorgerà come una fenice, sempre all’interno del Mondrian, con un’identità ridisegnata da capo a piedi. Scelta audace, considerato che il Dandelyan ha solo quattro anni di vita e che è un tempio riconosciuto della sperimentazione: ma tant’è, Chetiyawardana e Griffiths lo considerano superato e intendono rilanciare.

AMERICAN BAR – POSIZIONE 2
Si trova dentro l’Hotel Savoy, occupava la prima posizione nella classifica del 2017 e ora staziona al secondo posto, portandosi dietro una storia lunga quasi 130 anni e nella quale figurano personaggi iconici della mixology. Tre nomi su tutti: la leggendaria Ada ‘Coley’ Coleman, che ne gestì il bancone dal 1903 al 1924, il suo successore Harry Craddock, autore della bibbia Savoy Cocktail Book, e l’ammiratissimo Peter Dorelli, romano trapiantato a Londra e da molti soprannominato ‘The Legend’. A gestire oggi una tale eredità è un gruppo giovane, guidato da Maxim Schulte e Declan McGurk: il loro menù è ispirato alle foto di Terry O’Neill, storicamente parte dell’arredamento, e alle storie che evocano.

CONNAUGHT BAR – POSIZIONE 5
È da dieci anni il bar del Mayfair Hotel e per nove volte è stato inserito nella The World’s 50 Best Bars: un biglietto da visita che parla da solo e che rende orgoglioso l’italiano Agostino Perrone, uno dei bartender più premiati al mondo e cuore pulsante del locale sin dalla sua apertura. La formula del successo di questo cocktail bar è essere un classico senza sembrare vecchio. Champagne di grandi produttori e distillati provenienti da edizioni limitate sono il filo conduttore di un menù che vanta uno dei migliori Martini cocktail al mondo, preparato al tavolo utilizzando un apposito carrello. Il nuovo menù, che si chiama The Essence, è ispirato ai dieci anni del Connaught Bar ed è un sapiente mix di innovazione e tradizione.

BAR TERMINI – POSIZIONE 6
È ispirato al bar della stazione Termini di Roma, ma si trova a Soho e dietro un aspetto semplice ed elegante nasconde un cura enorme nella fattura dei cocktail. Tanto che il 2018 è il terzo anno di seguito che compare nella classifica dei migliori locali al mondo. I bartender guidati da Robin Kolek hanno messo a punto un menù ispirato ad alcuni classici della mixology italiana e vantano i Negroni e i Garibaldi migliori della città (trattandosi di Londra, stiamo parlando di qualcosa che promette di avere pochi rivali al mondo). Non bisogna farsi ingannare dalle piccole dimensioni del Bar Termini, che suggeriscono l’impossibilità di effettuare in loco le complesse lavorazioni messe in campo: molti ingredienti sono preparati nella Drink Factory, un laboratorio che, nonostante il nome, è il trionfo dell’artigianalità.