I rosé da provare, a partire dal Giulio Ferrari
(Credits: BrianAJackson/iStock) – 2 ottobre 2018

I rosé da provare, a partire dal Giulio Ferrari

di Aldo Fresia

Fra le riserve migliori di casa Ferrari debutta uno spumante rosé unico, anche nel prezzo: ecco di cosa si tratta e qualche alternativa di tutto rispetto

Fresco di presentazione ufficiale, il Giulio Ferrari Rosé 2006, prodotto da Cantine Ferrari, si candida a diventare il sogno proibito di molti estimatori degli spumanti metodo classico. La difficoltà nel reperirlo vista la produzione limitatissima, insieme a un prezzo di vendita che molto probabilmente si attesterà sui 160 euro (in enoteca), contribuiscono a renderlo un prodotto per pochi fortunati. Vale però la pena di raccontarlo, perché di qui a qualche mese c’è da scommettere che vincerà premi in quantità, e anche di indicare alcune valide alternative per chi ama le bollicine rosé.

GIULIO FERRARI ROSÉ 2006
Per inquadrare di cosa stiamo parlando basti dire che al momento il panorama dei metodi classici italiani è dominato dal Giulio Ferrari, la riserva del fondatore, uno chardonnay in purezza considerato fra i migliori spumanti d’Italia, se non addirittura il migliore in assoluto, e in ogni caso una bottiglia che può facilmente tenere testa a molti ottimi champagne d’oltralpe. Con questa bandiera da tenere alta, va da sé che far debuttare una riserva rosé (80% pinot nero, 20% chardonnay) significa dover puntare all’eccellenza. Non a caso sono state utilizzate le migliori vigne dell’azienda ed è previsto che il vino venga realizzato solamente nelle annate più felici: la 2006 in Trentino è stata particolarmente fortunata. L’affinamento, che dura un minimo di dieci anni in bottiglia, è l’ultimo tassello per spiegare il perché dell’entusiasmo degli esperti, come del prezzo a bottiglia.

LE ALTERNATIVE VALIDE
Per fortuna degli estimatori, che stanno crescendo ma non sempre possono permettersi di spendere certe cifre, il panorama dei rosé italiani è ricco di prodotti eccellenti, che uniscono qualità a un costo decisamente più abbordabile. Elenchiamo alcuni metodi classici di sicuro valore, in ordine decrescente di prezzo.

Cavaliere Nero
Revì è una delle piccole cantine più interessanti del Trentodoc. Il suo Cavaliere Nero è una riserva extra brut fatta con un 100% di pinot nero, che affina sui lieviti per 70 mesi. Unisce ricchezza ed equilibrio, fra note fruttate e secchezza di montagna, e vanta un’eleganza e una freschezza notevoli. In enoteca si trova attorno ai 40 euro.

Caronte extra brut rosé
Vino elegante, a dosaggio zero, con una bolla finissima, piacevoli note di fiori e frutti di bosco e una bella mineralità. È ottenuto da petit rouge in purezza, coltivato a 800 metri di quota in Valle d’Aosta, e affina almeno 24 mesi. Lo produce la cooperativa La Cave de Morgex et de La Salle e in enoteca si trova fra i 20 e i 25 euro.

Roccapietra cruasé
Dalla montagna ci spostiamo nell’Oltrepò Pavese, presso la Cantina Scuropasso. La linea che va sotto il nome di Roccapietra è composta da tre vini diversi, tutti ottenuti con pinot nero in purezza: il cruasé è un brut che affina minimo 24 mesi in bottiglia, ma di solito si arriva a 4-5 anni, ed è forse l’espressione migliore dei Roccapietra. Ha un corpo energico, una bella sapidità e una bevibilità contagiosa. Prezzo in enoteca: 15-20 euro.