Rum, come scegliere il distillato giusto?
(Credits: South_agency/iStock) – 31 ottobre 2017

Rum, come scegliere il distillato giusto?

di Aldo Fresia

Ci siamo rivolti al fondatore dell’Italian Rum Festival per capire come orientarsi nel mondo dei rum e assaggiare quello più adatto ai nostri gusti

A metà del XVII secolo, sull’isola di Barbados, il rum era definito “ammazza diavolo”, termine più che appropriato per una bevanda stordente e di bassa qualità, inventata dagli schiavi che lavoravano nelle piantagioni di canna da zucchero. Oggi, complice un raffinamento del processo di lavorazione, possiamo berlo senza temere per la salute e possiamo anche guardare a Barbados, come a tutti i Caraibi e all’America Latina, come a un faro imprescindibile del mercato mondiale. La produzione ricca e variegata, che comprende anche paesi come la Scozia e il Canada, può però mettere in difficoltà il neofita, confuso dalla quantità di bottiglie disponibili. Per orientarci abbiamo chiesto l’aiuto di Leonardo Pinto, uno dei massimi esperti in materia.

L’ITALIAN RUM FESTIVAL
Appassionatosi ai rum quando ancora non erano entrati nella cultura europea del buon bere, Leonardo Pinto è oggi l’unico membro italiano dell’International RumXP panel, appartiene alla giuria dei World’s 50 Best Bar ed è il fondatore e direttore di ShowRUM – Italian Rum Festival. E se gli chiedi di consigliarti qualche rum, lui risponde che prima di tutto bisogna mettere in discussione la catalogazione tradizionale.

DIMMI DA DOVE ARRIVA E TI DIRÒ CHE RUM È
Capita spesso di suddividere la tipologia di rum in base allo stile inglese, francese o spagnolo, in riferimento alle lingue parlate nelle vecchie colonie come in patria. In base a questa classificazione, ad esempio, i rum prodotti in Giamaica e a Barbados (stile inglese) dovrebbero assomigliarsi: entrambi tendenzialmente scuri, dal gusto rotondo e con forti accenni di melassa. Però sono diversi: come la mettiamo? Leonardo Pinto propone di adottare un approccio alternativo: siccome il rum è un prodotto popolare, è necessariamente figlio del luogo in cui nasce, dell’ambiente naturale come della popolazione che vi abita e della sua storia. Dunque, quelli di una medesima regione hanno caratteristiche comuni, pur non essendo identici.

ESEMPIO: IL RUM DI GIAMAICA…
Osserva Pinto: «La Giamaica è una terra rigogliosa, con alte montagne, una varietà di flora e fauna incredibile e una quantità di coltivazioni, dal caffè alle spezie, enorme. La popolazione è prevalentemente composta da ex schiavi africani, con una piccola percentuale di bianchi che detiene la maggior parte della ricchezza». I giamaicani sono dunque una popolazione povera, che vive una vita semplice, anche dura, ma che «ha sempre un atteggiamento positivo, sorridente, sereno. Volendo riassumere quanto appena descritto in termini che possiamo utilizzare in degustazione, potremmo parlare di un impatto intenso e incredibilmente ricco della terra, di una spigolosità data dalle condizioni di vita, calmierata però dalla morbidezza e dal mood della popolazione, che è accogliente, in grado di farti sentire a tuo agio e farti vivere una lunga ed avvolgente esperienza. Per semplice curiosità ora assaggiate un rum giamaicano: quasi aggressivo all’inizio, ricco in termini di complessità, intenso, strutturato, che finisce lunghissimo, morbido e avvolgente».

… E QUELLO DI BARBADOS
Se atterriamo a Barbados «ci rendiamo subito conto del cambiamento, in termini naturalistici e di stile di vita. Il nome originale dell’isola in lingua Arawak era Ichirouganaim, che significa terra rossa con denti bianchi, a voler evidenziare le caratteristiche scogliere di questa isola di origine calcarea, dalle rigogliosa vegetazione nonostante la scarsa rete idrica e con cime non superiori ai 350 metri d’altezza. Le condizioni medie di vita sono migliori, rispetto alla Giamaica. I barbadiani sono un popolo accogliente, elegante, rispettoso, in grado di farti sentire a casa. Ora, proviamo a descrivere questa terra usando da degustazione: potremmo parlare di un impatto ricco come la vegetazione, ma elegante, asciutto, strutturato, fine, lungo e avvolgente. Abbiamo appena descritto un rum barbadiano».

ALCUNE DRITTE PER L’ASSAGGIO
Insomma, ti piace la Giamaica? Allora molto probabilmente ti piacerà il rum giamaicano. Se invece un rum giamaicano non ti è piaciuto, allora piuttosto che provarne un secondo, che sarà diverso ma non così tanto, è forse meglio guardare a un altro paese d’origine. Sempre per rimanere nelle due isole di cui ha parlato Leonardo Pinto, un buon punto di partenza per Barbados è rappresentato da Mount Gay Rum, brand fra i più antichi al mondo (ha più di 300 anni), oppure dalle bottiglie di Doorly. Il candidato giamaicano potrebbe invece essere un Appleton Estate o anche un Wray & Nephew.