Tom Collins, il cocktail nato forse per scherzo
(Credits: ivanmateev/iStock) – 21 novembre 2017

Tom Collins, il cocktail nato forse per scherzo

di Aldo Fresia

L’origine del Tom Collins è ancora oggi dibattuta e ha dato vita ad aneddoti curiosi: ecco un riassunto della storia e la ricetta

È piuttosto frequente che l’origine dei cocktail classici sia avvolta dalla nebbia, ma nel caso del Tom Collins questa indeterminatezza ha originato una serie di storie davvero curiose.

STATI UNITI VS. INGHILTERRA
Le origini del Tom Collins sono sconosciute e si perdono da qualche parte a metà del XIX secolo. Proprio l’impossibilità di chiudere per sempre la questione intorno alla sua paternità ha generato una querelle tra inglesi e statunitensi. Nell’agosto del 1891 cominciò un botta e risposta tra riviste: c’era chi affermava senza ombra di dubbio che il cocktail fosse a stelle e strisce e chi invece sosteneva con altrettanta convinzione l’origine britannica. Ovviamente, il mistero non è mai stato risolto definitivamente, ma è rimasta agli annali un’argomentazione divertente: negli anni Venti H. L. Mencken scrisse che il cocktail era certamente statunitense, perché gli inglesi non hanno fantasia nell’assegnare i nomi e quindi, per esempio, se una ricetta mescola whiskey e soda, loro la chiamano whiskey-and-soda. Di conseguenza, Tom Collins doveva necessariamente essere nato negli Stati Uniti.

UN COCKTAIL NATO PER SCHERZO
Secondo alcune fonti il Tom Collins ha avuto origine da uno scherzo avvenuto a New York nel 1874: un gruppo di amici iniziò a dire alle persone incontrate nei bar che un uomo di nome Tom Collins stava girando la città dicendo falsità su di loro. Fu così che molti iniziarono a passare da un bar all’altro in cerca del calunniatore: la burla era già stata fatta in precedenza, ma nel 1874 raggiunse dimensioni colossali, tanto da spingere i bartender a inventare un cocktail chiamato Tom Collins da servire a coloro che fossero entrati nel locale chiedendo del fantomatico sparlatore.

LA RICETTA DI JERRY THOMAS
Jerry Thomas (1830-1885) è considerato il padre della mixology statunitense, uno dei primissimi a codificare le ricette e le lavorazioni dei cocktail. Nel 1862 diede alle stampe ‘The Bar-Tender’s Giude’, autentica bibbia del buon bere e primo libro sui drink mai pubblicato negli Stati Uniti. La riedizione del 1876 contiene la prima ricetta ufficiale del Tom Collins e proprio questo fatto – per tornare alla querelle USA-UK – viene spesso utilizzato come prova in favore della sua origine americana. Secondo Jerry Thomas, si prepara inserendo in uno shaker 5-6 dash di sciroppo di gomma arabica, il succo di un piccolo limone, una bella porzione di gin e due o tre cubetti di ghiaccio. Dopo averlo scosso con vigore, lo si travasa in un bicchiere e si completa aggiungendo acqua gassata.

LA VERSIONE MODERNA
Oggi non esiste una ricetta ufficiale della International Bartenders Association, ma spesso il Tom Collins si fa agitando nello shaker un quarto di succo di limone, tre quarti di Old Tom Gin e mezzo cucchiaio di zucchero. Poi si utilizza il liquido così ottenuto per riempie metà di un tumbler alto e si completa con soda e ghiaccio, aggiungendo come guarnizione una fettina di limone, una d’arancia e una ciliegia.