Tre champagne per un capodanno spumeggiante
(Credits: stocknshares/iStock) – 26 dicembre 2017

Tre champagne per un capodanno spumeggiante

di Aldo Fresia

Chi beve bene l’ultimo dell’anno beve bene tutto l’anno: ecco allora tre bottiglie per iniziare il 2018 con il piede giusto

“Bevo champagne quando sono felice e quando sono triste. Talvolta lo bevo quando sono sola, e quando invece ho compagnia lo considero obbligatorio. Lo bevo se non ho fame e pure quando ce l’ho. In tutti gli altri casi non lo tocco, a meno di non avere sete”: sono le celebri parole pronunciate da Lily Bollinger, l’imprenditrice che governò le sorti dell’omonima maison champenoise dal 1941 sino al 1971. E se ogni occasione è buona per stappare una bottiglia, capodanno lo è ancora di più. Ecco dunque le nostre dritte per l’acquisto.

CHAMPAGNE
Prima dei consigli, però, un piccolo chiarimento: con il termine champagne si identifica un tipo particolare di spumante, quello prodotto in Francia, esclusivamente all’interno di alcune zone della regione della Champagne e utilizzando nove vitigni specifici. I principali sono Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier. La lavorazione, il cosiddetto metodo champenoise, è la stessa che si utilizza anche per molte bolle italiane (ma da noi si chiama metodo classico). Per avere tutti i chiarimenti del caso, consigliamo la lettura della nostra guida alle bollicine: serve anche per capire quanto dolci sono gli extra brut, cioè le tre proposte che seguono.

JACQUESSON CUVÉE 740
Il nome Jacquesson è indubbiamente uno dei più noti e apprezzati nel mondo degli champagne e la sua Cuvée 740 è l’ideale per coloro che cercano un vino in cui lo Chardonnay si imponga con particolare evidenza, dunque che vanti una bella complessità di frutta e una mineralità molto pulita. Il numero 740 indica la settecentoquarantesima cuvée assemblata a partire dal 1989, quando Jacquesson celebrò il primo secolo di vita con la Cuvée 1. La Cuvée 740 è ottenuta con Chardonnay (61%), Pinot Meunier (21%) e Pinot Noir (18%) e riposa per quattro anni sui lieviti. In linea di massima, una bottiglia si acquista stando fra i 50 e i 60 euro.

BRUNO PAILLARD PREMIERE CUVÉE ROSÉ
Il nome premiere cuvée si riferisce al fatto che per realizzare questo champagne viene utilizzata solo la prima pigiatura dell’uva, quella più pura. È una delle bottiglie più rappresentative della produzione di Bruno Paillard e di sua figlia Alice, ed è particolarmente indicata per coloro che amano il Pinot Noir: costituisce infatti l’85% della composizione, con un restante 15% di Chardonnay. Il risultato, dopo i tre anni che precedono la sboccatura, è un rosé molto elegante ed equilibrato, complesso e al tempo stesso di beva invitante, disponibile sul mercato nella fascia di prezzo che orbita intorno ai 60 euro a bottiglia.

ULYSSE COLLIN LES PIERRIERES BLANC DE BLANCS
Ottenuto con un 100% di Chardonnay, questo champagne è la scelta giusta per chi cerca qualcosa di un po’ insolito, senza però compiere un azzardo. È un vino che trascorre 24 mesi sui lieviti, che non viene filtrato e che costa un po’ di più rispetto ai precedenti due champagne: intorno agli 80 euro a bottiglia. Ha grande struttura, sentori di frutti tropicali bilanciati da una bella acidità e mineralità, note di marzapane, agrumi e yogurt. Ultimo dettaglio: il nome Les Pierrières si riferisce alla parcella di provenienza delle uve, nella quale vengono coltivate vigne di 35 anni d’età senza l’impiego di diserbanti.