Whisky australiani
(Credits: Sullivan's Cove) - 20 marzo 2018

Whisky australiani

di Aldo Fresia

Quali sono quelli di tendenza e quali vale la pena di assaggiare? Ecco una veloce guida ai whisky dell’Australia

Scozia, Irlanda, Giappone, Stati Uniti: quando parliamo di whisky, di solito queste nazioni sono le prime a venire in mente. C’è però un’interessantissima realtà da non sottovalutare ed è quella australiana, rinata relativamente poco tempo fa e ormai protagonista a tutti gli effetti della scena internazionale. In linea di massima parliamo di distillati morbidi, con sentori di vaniglia, mela verde e quercia, provenienti dalla parte meridionale dell’Australia e dall’isola di Tasmania.

LA RINASCITA DEL WHISKY AUSTRALIANO
In particolare la Tasmania rappresenta il cuore pulsante della produzione australiana e proprio da qui è iniziato il suo rinascimento. La data universalmente accettata come inizio della strada verso la qualità è il 1992, quando Bill Lark fonda Lark Distillery con la dichiarata intenzione di ribaltare la pessima reputazione dei whisky locali e di ridare slancio a un’industria azzerata dal proibizionismo imposto nel 1838. Nel giro di poco tempo altri distillatori iniziano a seguire il suo esempio e in particolare quelli di Sullivan’s Cove, che a partire dal 1999 iniziano a lavorare con tutti i crismi e nel giro di otto anni guadagnano autorevolezza a livello internazionale. Balzo avanti nel tempo fino al 2014 ed ecco che nel 2014 il French Oak Single Cask di Sullivan’s Cove riceve il premio dei World Whiskies Awards come miglior single malt del mondo. E il cerchio si chiude.

I WHISKY AUSTRALIANI
La Tasmania è ancora oggi il luogo prediletto per la produzione di whisky, perché offre un’ottimale combinazione climatica e di materie prime. Della trentina di distillerie presenti sull’isola, oltre a Lark e Sullivan’s Cove vale la pena di ricordare Old Hobart e Nant, anch’esse realtà di tutto rispetto. Salendo verso nord e attraversando lo stretto di Bass, si giunge sulla costa di Melbourne, dove sorgono le distillerie Bakery Hill, New World e soprattutto Starward, che insieme a Sullivan’s Cove rappresenta il brand più utilizzato nei migliori cocktail bar del mondo. Non solo: secondo gli esperti, durante il 2018 Steward continuerà a crescere nel gradimento del pubblico.

COSA ASSAGGIARE?
Per quanto detto finora vale la pena di recuperare il French Oak Single Cask di Sullivan’s Cove, ma anche il suo American Oak Single Cask, oppure il Wine Cask di Steward, che invecchia in botti precedentemente utilizzate per il vino rosso locale. Altre scelte a colpo sicuro sono due prodotti di Lark Distillery (il Beagle Tasmanian Vatted Male Whisky e il Single Malt Whisky Cask Strenght) e poi il 5 Years Old Cask Strenght di Nant e l’Overeem Port Cask Matures di Old Hobart. Ultima menzione per una distilleria che non abbiamo ancora nominato, Belgrove: il suo 100% Rye Aged 3 Years è una chicca che negli anni si è stabilizzata su voti altissimi da parte degli esperti.