Whisky giapponesi alternativi
(Credits: kf4851/iStock) – 29 maggio 2018

Whisky giapponesi alternativi

di Aldo Fresia

Suntory annuncia che smetterà di vendere due colonne della sua produzione: ecco perché è successo e su quali alternative puntare

Il 2018 è iniziato con gli esperti che pronosticavano l’impennata del trend dei whisky orientali e giapponesi in particolare, con Nikka, Yamazaki e Hibiki a farla da padroni. La tendenza resta valida, ma gli appassionati devono rassegnarsi a salutare due fra le bottiglie più amate: la distilleria Suntory ha annunciato che non distribuirà più l’Hakushu 12 year old single malt (a partire dal mese di giugno) e l’Hibiki 17 year old blend (da settembre). Come mai? E quali alternative possiamo scegliere?

DALLA NICCHIA ALL’ESPLOSIONE
Per capire cos’è successo prendiamo ad esempio il caso dell’Hibiki: si tratta di un blend realizzato con distillati invecchiati almeno diciassette anni. Se torniamo indietro nel tempo di 17 anni scopriamo che all’epoca i whisky giapponesi erano bevuti da una nicchia di estimatori e di conseguenza la produzione era commisurata a un mercato ridotto. Poi, nel giro di pochissimo è avvenuta un’esplosione del tutto inattesa, in patria come all’estero.

LE RAGIONI DELL’ESPLOSIONE
Nel 2008, durante i prestigiosi World Whisky Awards, è accaduto l’impensabile: il premio per il miglior single malt del pianeta è stato assegnato allo Yoichi 1987 vintage (di Nikka), mentre quello per il miglior blended all’Hibiki 30 year old (di Suntory). L’aver sbaragliato la concorrenza di agguerritissimi avversari, gli scozzesi in primis, ha giocato un ruolo fondamentale nell’affermazione dei whisky giapponesi in tutto il mondo. Anche perché le successive competizioni internazionali hanno confermato l’eccellenza di questi prodotti. Inoltre, il mercato domestico si è allargato enormemente dopo che nel 2014 è stato trasmesso un TV drama su Masataka Taketsuru, padre dei whisky del Sol Levante e fondatore nel 1934 della futura Nikka.

PERCHÉ FERMARE LE VENDITE?
Il problema è che se non ti aspetti un’espansione così repentina del mercato, non produci in anticipo il distillato necessario per venire incontro alla domanda. Presto le distillerie si sono rese conto che le riserve di whisky invecchiato non sarebbero bastate per accontentare tutti e così hanno fatto quel che normalmente si fa in questi casi: hanno aumentato i prezzi. Notevolmente. Solo che non è bastato, perché la richiesta si è mantenuta altissima. È rimasta solo un’alternativa, per quanto drastica, e cioè sospendere la vendita di alcuni marchi in attesa di poter utilizzare le nuove scorte.

LE ALTERNATIVE POSSIBILI
Va da sé che occorreranno anni, prima di poter rivedere sul mercato l’Hakushu 12 e l’Hibiki 17, e le poche bottiglie rimaste rischiano di costare un occhio della testa. In generale, poi, i grandi produttori Suntory e Nikka continueranno per un po’ a essere a corto di whisky invecchiati: restano i prodotti più giovani, per esempio il delizioso Coffey Grain di Nikka (così chiamato perché è un whisky di grano distillato con un alambicco Coffey) oppure il Taketsuru Pure Malt, sempre di Nikka. Altre validissime alternative sono rappresentate dall’ottimo Miyagikyo Single Malt e dal curioso Togouchi Japanese Blended Whisky: un blend di whisky di malto scozzesi e di grano canadesi, invecchiati in botti di rovere ex-sherry e posizionate per circa otto anni in un vecchio tunnel ferroviario situato nei pressi della città di Hiroshima.