Bonneville Bobber, la Triumph del Brando 2.0
Triumph Motorcycles

Bonneville Bobber, la Triumph del Brando 2.0

di Paolo Sormani

La nuova Triumph Bonneville si chiama Bobber e ha lo stile essenziale ed evocativo delle moto del “Selvaggio”, il bicilindrico 1200 e la tecnologia di oggi nascosta dietro l’estetica anni 50

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La nuova Bobber è pronta per il centro.

Triumph non aspetta l’EICMA di Milano per una nuova anteprima e svela la Bonneville Bobber, che ricattura l’estetica essenziale delle moto dei biker americani degli anni Cinquanta. Il lancio è avvenuto in anteprima mondiale a Rotherhithe, nell’East End di Londra. Presenti due campioni del mondo degli anni Ottanta e Novanta come Fast Freddie Spencer e Carl Fogarty, che hanno disputato una drag race indoor sulle Bobber; il pilota italiano Alex Polita e gli attori Alessio Vassallo e Charley Boorman, con uno showcase della indie band The Vaccines.

Non è un caso che Marlon Brando nel ‘Selvaggio’, il celebre film del 1953 che ha segnato un’epoca, guidasse una Triumph. I biker che volevano correre più veloce cercavano moto agili e le customizzavano in chiave sportiva in sottrazione. Cioè togliendo e segando letteralmente le parti di carrozzeria in eccesso – il termine bobber deriva dall’americano ‘to bob’, tagliare corto. Della leggerezza e dell’essenzialità di quell’estetica immortale, la Bobber riprende lo stile minimalista sulla base collaudata del motore bicilindrico da 1.200 raffreddato ad acqua della Bonneville T120. Meno è meglio: quindi linee pulite, sella monoposto, manubrio drag bar con specchietti alle estremità delle manopole, telaio a effetto rigido (cioè senza ammortizzatori posteriori).

C’è l’estetica, che conta moltissimo, ma non solo: la filosofia custom ha portato anche la posizione di guida regolabile, grazie alla sella con base scorrevole in alluminio. Sembra galleggiare sul retrotreno ad appena 690 mm di altezza, perché il forcellone a gabbia oscillante nasconde l’ammortizzatore posteriore a corsa ridotta. La strumentazione è a sgancio rapido e inclinazione variabile, per adattarsi facilmente all’altezza e allo stile di guida del motociclista. Sulla Bobber la tecnologia c’è, ma si vede pochissimo: il radiatore del raffreddamento non si fa notare troppo, gli iniettori sono mascherati da vecchi carburatori, il comando dell’acceleratore è ride by wire (senza cavo) e gli scarichi in acciaio incorporano i catalizzatori.

Il cuore della moto è il bicilindrico verticale Bonneville Bobber High Torque da 1.200 cc, con erogazione studiata per dare più coppia e potenza fin dai bassi regimi rispetto alla Bonneville T120. Nonostante l’estetica così marcatamente Fifties, il pacchetto dell’elettronica comprende la frizione a coppia assistita, il traction control disinseribile e le modalità di guida Road e Rain. Quattro le colorazioni disponibili: il superclassico Jet Black da giubbotto di pelle, Morello Red, grigio Ironstone opaco, più il bicolore Competition Green e Frozen Silver che evoca le inglesine da corsa di una volta. Manco a dirlo, le combinazioni di personalizzazione sono infinite: la Bonneville Bobber avrà a disposizione 150 accessori, fra i quali il manubrio alto apehanger, gli scarichi prestazionali Vance & Hines e la doppia sospensione regolabile Fox. Arriverà nelle vetrine delle concessionarie fra gennaio e febbraio, il prezzo sarà comunicato durante EICMA (8-13 novembre).