Sandro Tonali

Sandro Tonali

Sogna Sandro Tonali? Eccome. Sogna, e ha i piedi ben piantati per terra per realizzare ogni suo progetto. È un’attitudine che ha da sempre: voleva fare il calciatore, voleva giocare in serie A, giocare nel Milan, vincere lo scudetto. Qual è il segreto? La lucidità. «Fin da adolescente», confessa, «ho capito che in questo mondo ero da solo e dovevo imparare a gestirmi da solo»

di Giuseppe Pastore

“Gli androidi sognano pecore elettriche?” si chiedeva Philip K. Dick nel romanzo da cui Ridley Scott ha tirato fuori Blade Runner. Essendo quanto di più distante da un androide, i sogni di Sandro Tonali sono molto più pragmatici. In quest’epoca in cui troppi quarantenni parlano e si comportano come dei ventiduenni, Tonali è un luminoso esempio dell’esatto contrario. L’espressione “piedi per terra” suona come un eufemismo, visto il passo da cingolato di montagna con cui copre le decine di metri di sua competenza nel centrocampo del Milan, vista la feroce determinazione che l’ha portato a diventare a 22 anni punto di riferimento di uno dei club più prestigiosi d’Europa. Anche per questo è divertente vederlo uscire fuori dagli schemi e indossare i panni del modello, come tanti suoi compagni di squadra più sensibili alle sirene del fashion. Non che la cosa gli causi particolari turbamenti: lombardo di provincia, quadrato per definizione, affronterà il compito con la stessa intensità che ci ha messo nel derby di Milano dominato tre giorni dopo questo servizio fotografico.


Maglia
Brunello Cucinelli, shorts
Palm Angels

Sogna, un ragazzo del genere? Eccome. Sogna, e poi realizza ciò che sogna: voleva fare il calciatore, voleva giocare in serie A, giocare nel Milan, vincere lo scudetto… «Il prossimo obiettivo è confermare quello che abbiamo fatto l’anno scorso, che è la cosa più difficile: bisogna stare tutti quanti concentrati dentro il nostro sogno». Dunque Sandro Tonali non solo sogna, ma sa di sognare e vuole continuare a stare dentro al sogno, abitarlo, farlo durare il più possibile. Sembra una trama alla Inception, ma è il simbolo della maturità: la consapevolezza di ciò che si è, di ciò che si fa, di ciò che si vuole. «Fin da adolescente ho capito che, nonostante la famiglia e gli amici di sempre a Sant’Angelo Lodigiano, in questo mondo ero da solo e dovevo imparare a gestirmi da solo». 


Maglia Avant Toi

E così riesce a essere lucidissimo anche in piena fase REM, com’è capitato nel finale – da sogno – dell’ultimo campionato che ha riportato lo scudetto al Milan dopo 11 anni: «Dopo il derby di ritorno abbiamo capito che era un anno diverso, che eravamo lì per meriti nostri e che non dovevamo più sprecare nessuna partita. Arrivati a quel punto, è stato tutto semplice». La parola “semplice” sembra una provocazione nel social-mondo in cui tutto è ansia, tutto è stress, ogni pensiero pesa una tonnellata e la grande maggioranza dei colleghi non fa nulla per prendere le cose alla leggera: «E invece per noi calciatori è stato molto più facile, anche se sapevamo che dovevamo vincerle tutte. Ma quando preparavamo le partite in settimana ci accorgevamo di quanto eravamo carichi, e perciò in campo le cose sono state molto semplici».


Maglia, pantaloni e ciabatte Dolce&Gabbana

Il sogno di Tonali è ambientato a San Siro, un posto che ci mette poco a diventare incubo per calciatori meno corazzati: averlo conquistato, e stabilito con i tifosi una relazione di luna di miele permanente, è un altro dei piccoli capolavori professionali di Tonali, che del giovane uomo ha anche la tendenza a progettare sogni di lunghezza smisurata, in omaggio al suo numero 8 che, tatuato sul dito medio e coricato di qua o di là, diventa proprio il simbolo dell’infinito.  

I passatempi sono perfettamente in linea con il suo standing calcistico. Per esempio, è un grande appassionato di Lego – hobby non insolito nell’ambiente, a cominciare da Dybala – e in casa ne tiene esposti svariati modelli come l’enorme Titanic da oltre 9.000 pezzi: quando la scorsa estate ha scoperto New York insieme alla fidanzata Giulia, il megastore sulla Fifth Avenue è stato una tappa obbligata. I mattoncini, metafora fin troppo scontata di un futuro da costruire partita dopo partita, gli hanno fatto compagnia durante il periodo peggiore che si possa concepire per un ragazzo di 20 anni, il primo lockdown che ha segnato la scomparsa delle prospettive: «Ti svegliavi la mattina e speravi solo che non fosse uguale al giorno prima».


Maglia Dolce&Gabbana

Riconosce l’importanza di non pensare al calcio per 24 ore al giorno, per coltivare il sogno evitando che si trasformi in ossessione. Si carica con i classici video motivazionali, come la scena di 300 condivisa in chat da Paolo Nicolato, ct dell’Under 21, che gli fa compagnia prima di ogni partita. Cita un altro meraviglioso prodotto sportivo della Generazione Z come Jannik Sinner, tifoso rossonero diventato amico dopo una visita a Milanello, e si chiede se sia più difficile eccellere in una squadra o in uno sport individuale: «Nel tennis non hai compagni che possono aiutarti, ma anche condizionare il risultato finale: sei padrone di te stesso». In un mondo – non solo calcistico – in cui “non smettere di sognare” è diventato uno slogan piuttosto stucchevole, forse si dovrebbe insegnare a sognare.


Abito e gilet Gucci

L’intensa attività onirica di Tonali è supportata dai fatti e dal curriculum in crescendo: la serie B da capitano del Brescia, un anno di ambientamento in serie A, una stagione di anticamera nella grande città, un’altra da protagonista, un futuro da capitano in pectore. A settembre ha rinnovato con il Milan per altri cinque anni, fino al 2027: appuntamento al prossimo sogno.

Photos by Stefano Galuzzi, styling by Ilario Vilnius, Grooming: Astor Hoxha @Blend using Paula’s Choice. Set assistant: Peter Catalin