Cosa ci dice lo stile genderless di Willy Chavarria

Cosa ci dice lo stile genderless di Willy Chavarria

di Giulio Solfrizzi

Willy Chavarria promuove la moda genderless. Così i confini dell’abbigliamento maschile si dissolvono. E ci si chiede se il futuro del menstyle sia fluido

Se le donne possono indossare completi giacca pantalone con rose tridimensionali applicate, allora possono farlo anche gli uomini. E a dirlo forte e chiaro è lo stilista Willy Chavarria con la collezione Primavera Estate 2024 del suo brand omonimo, che rifiuta la categorizzazione tra vestiti maschili e femminili sfilando alla New York Fashion Week Donna. Perché ormai non ci sono più distinzioni, perlomeno nella moda. 

Willy Chavarria
Foto di Udo Salters/Getty Images
Sfilata FW24 di Willy Chavarria

Il successo di Willy Chavarria

È ritenuto dal New York Times tra i marchi americani più interessanti dell’attuale sistema, come dimostra il suo aspetto più camaleontico. Basti pensare ai pantaloni rosa shocking, a vita altissima e over, della Primavera Estate 2022; oppure ai pantaloni metallizzati e ai cappelli da cowboy, sempre con rosa rossa applicata, della recente collezione. È come se lo stilista Willy Chavarria, già Senior Vice President of Design da Calvin Klein, sfogasse le sue fantasie nel piccolo mondo che si è creato col proprio marchio. Il debutto nel 2015 fu un po’ sottotono, ma si è poi preso il proprio spazio tra gli emergenti statunitensi, a tal punto da essere inserito nella mostra ‘In America: A Lexicon of Fashion” del Metropolitan Museum of Art.

La collezione Primavera Estate 2024 di Willy Chavarria

Ciò che però l’ha reso noto è l’abbigliamento tendenzialmente genderless, quindi privo di genere. Mai spropositato, sempre all’avanguardia: dai pantaloni larghissimi che sembrano gonne, fino a bluse fatte di balze, fiocchi e scollature profonde. Ci sono anche gonne, abiti e girovita enfatizzati da giacche crop, che denotano una certa libertà nell’esplorare i confini dell’abbigliamento. Eppure questa è stata riequilibrata nella Primavera Estate 2024, in cui Willy Chavarria si divide tra formale e non, come si nota dalle spalle rinforzate delle giacche, dai bermuda con mocassino e calzino alto, e dalle cappe che diventano abiti voluminosi. Così l’uomo diventa libero di essere, senza recludersi necessariamente in qualcosa o in qualcos’altro.

Willy Chavarria
Foto di Cindy Ord/Getty Images
Sfilata SS22 di Willy Chavarria

Il futuro fluido della moda maschile

L’attenzione e l’apprezzamento nei confronti di questa rappresentazione imparziale quanto bivalente può svelare il futuro della moda maschile. Che forse non si dovrebbe più definire tale. A confermarlo è Harry Styles mentre indossa un completo di Nina Ricci by Harris Reed, in cui ritorna il fiore di Willy Chavarria sul bavero della giacca; oppure il top di Troye Sivan alla sfilata Primavera Estate 2024 di Loewe e l’abito nero in pelliccia indossato da Sim Smith durante un’esibizione alla Paris Fashion Week. Tutto questo mentre  milioni di giovani sperimentano outfit ben distanti dagli stereotipi e i grandi marchi del lusso abbattono i confini ormai sottili tra cosa si può e non si può indossare. Anche se la stragrande maggioranza della popolazione non potrà mai acquistare il capo griffato che mette in dubbio la moda maschile come l’abbiamo sempre conosciuta, quello sarà il punto da cui ognuno di noi potrà partire per riflettere su quale sia il proprio stile. In maniera differente, lo farà pure il fast fashion proponendo abiti simili, o che perlomeno sembrino portare avanti gli stessi ideali. E indipendentemente dalla nobiltà dell’atto di replicare le invenzioni altrui, qualche meccanismo sta pian piano cambiando nelle scelte stilistiche e nelle definizioni che vengono date all’abbigliamento. Prima ancora che il fashion system decidesse di percorrere questa strada, intrapresa consequenzialmente a cambiamenti di tipo sociale.