La sostenibilità protagonista a Pitti Uomo 102

La sostenibilità protagonista a Pitti Uomo 102

di Digital Team

A Pitti Uomo, dieci brand presentano un menswear innovativo, che porta l’attenzione su pratiche di produzione responsabile ed etica del lavoro

Far scoprire e raccontare un nuovo modo di concepire collezioni e stagionalità. È con questo obiettivo che, nel 2020, nasce il progetto S|Style – Sustainable Style di Pitti Immagine che, dal 14 al 17 giugno 2022, torna a Firenze con una nuova edizione per far riflettere sui temi della sostenibilità e dell’innovazione. Durante Pitti Uomo 102, in un’area speciale al Padiglione Medici in Fortezza da Basso, Giorgia Cantarini, fashion journalist e curatrice del progetto, presenta una nuova selezione di 10 brand, frutto di uno scouting internazionale e di una ricerca che, quest’anno, vuole portare l’attenzione sulle pratiche di produzione responsabile più innovative ma soprattutto  sul concetto più ampio di etica del lavoro. «In questa edizione ci concentriamo su quello che viene definito ‘slow fashion’, quindi la valorizzazione del lavoro artigianale», spiega Giorgia Cantarini. «Ora più che mai è fondamentale un approccio responsabile, ritrovare tecniche perdute, filati scartati, tessuti deadstock inutilizzati. I designer del futuro usano quello che è già esistente, portando un esempio concreto di circolarità che diventa mezzo di espressione creativa». 

Le pratiche” della sostenibilità scelte da ogni brand e designer sono molteplici: dal popolare upcycling, ovvero la tecnica di rielaborare un capo già esistente, allimpiego di tessuti certificati secondo standard internazionali; dalle attività di giving back a favore del pianeta, con supporto ad associazioni e organizzazioni ambientaliste, fino allutilizzo di materiali riciclati e al lavoro etico capace di valorizzare l’artigianalità. Perché con questo progetto, Pitti Uomo vuole, da una parte, dimostrare quanto la moda responsabile sia, in realtà, un’esigenza culturale, sociale e di mercato, e dall’altra propone ai buyer e agli operatori di settore la possibilità di visionare abbigliamento e accessori con requisiti produttivi a basso impatto ambientale, ma non dimenticano creatività e design.

Ecco quindi i 10 brand protagonisti di S|Style Sustainable Style a Pitti Uomo 102, da non perdere al Padiglione Medici in Fortezza:

BENNU

Fondato da Niccolò Chiuppesi, è un brand italiano che utilizza tecniche di recupero e personalizzazione artigianale di abiti sartoriali vintage oppure di capi provenienti da stock invenduti. Il nome ‘Bennu’, infatti, che deriva dall’uccello della mitologia egizia da noi conosciuto come fenice, vuole trasmettere un messaggio di rinascita e speranza in una seconda vita.

CONNOR McKNIGHT

Famoso per i suoi completi casual-sartoriali, Connor McKnight è una giovane promessa del menswear Made in Brooklyn e pupillo di Maison Kitsunè, che ha recentemente investito una quota di minoranza nel brand nato durante la pandemia. Con esperienze da Bode a Kith, l’eclettismo stilistico di McKnight si riconosce nel voler mescolare e riadattare capi vintage e nell’utilizzo di tessuti deadstock e di filati di recupero.

CURIOUS GRID

Sheetal Shah, creatrice del brand, si ispira ai capi dell’abbigliamento da lavoro, proiettandoli creativamente nel guardaroba della Gen Z, grazie al recupero delle tecniche tradizionali di tessitura e di tintura.

DHRUV KAPOOR

Il marchio è stato fondato a Nuova Delhi nel 2014 e le collezioni sono caratterizzate da stampe e tessuti, mescolati e personalizzati, realizzati da ricamatrici e artigiani tessili indiani. Da sempre Dhruv Kapoor si impegna a favore della circolarità, con il 40% della collezione creata da tessuti di scarto dei produttori indiani. Inoltre lavora con la Hothur Foundation per creare opportunità di lavoro per le vittime di violenza e progetti di collaborazione con una rete di villaggi indiani, per preservare la maestria di artigiani qualificati.

JUNK

Dalla “spazzatura” nascono nuovi occhiali, ovvero dalla plastica recuperata nei mari vengono forgiati occhiali da sole dall’ispirazione Y2k, che non verranno più gettati via. Così nasce la seconda collezione del brand, interamente prodotta in Italia e completamente ecosostenibile, realizzata in Econyl® rigenerato al 100% dai rifiuti e impreziosita da finiture in vero argento, intitolata MOTION SLEEKNESS. Proprio il movimento, infatti, è il punto di partenza della mentalità ‘circolare’ di Junk, perché tutti noi dobbiamo fare meglio e agire diversamente per creare un domani migliore e diverso.

MARGN

Per il brand indiano Margn essere sostenibili significa professare la cultura dell’umanesimo, rompendo le gerarchie artificiali e i costrutti sociali, per proporre una cultura in cui l’umanità precede tutto. Il concetto si traduce nell’abbigliamento attraverso composizioni simboliche, simboli umanoidi, valvole e tubi dell’acqua riciclati che rappresentano l’interconnessione tra tutti noi. Un linguaggio sartoriale che si fonde con la maglieria, nata nei laboratori artigianali di una comunità di sole donne nell’Himalaya settentrionale che ha realizzato i pattern argyles e gli ikats (procedimento per la tintura dei filati).

MAXIME

Una collezione sartoriale ma confortevole, realizzata con tessuti certificati e con applicazioni in punto coperta su jersey e maglieria, che ricorda le tapisserie o le coperte che spesso si trovano nelle vecchie case di campagna. Il fondatore di origine francese Maxime Fruit, infatti, crea il suo brand con l’aspirazione di tradurre l’universo dell’interior design nel moderno guardaroba maschile. Così si concentra su tessuti, dettagli raffinati e silhouette minimali, in una tavolozza che attraversa i toni della terra, accentuati da tocchi vivaci di ruggine e blu pavone.

MWORKS

Ispirato all’architettura, all’evoluzione dei modi di vivere moderni e al mix di culture contemporanee, Mworks crea un guardaroba genderless 100% consapevole. Gli abiti sono fatti a mano localmente in Francia, Belgio e Polonia da atelier e produttori indipendenti con materiali certificati o riciclati, non vi è uso di chimica inquinante e le lavorazioni sono per lo più al laser, con limitato uso di zip, che vengono sostituite dalle termo saldature.

PHILIP HUANG

Philip Huang preserva le tradizioni thailandesi di Sakon Nakhon del Tye and dye artigianale tingendo a mano i suoi capi dall’attitude urban con tinture naturali e non chimiche. Le “Indigo Grandmas“, custodi di questa antica arte, sono capaci di ricavare il blu più puro a partire dalle piante di indaco, e altri colori dall’argilla, il palissandro, la corteccia di albero e i lac (acari che vivono sugli alberi). Una collezione che prende vita dal colore della natura.

WASTE YARN PROJECT

Siri Johansen, alla guida del brand di maglieria Waste Yarn Project, ha capito di poter ottimizzare gli avanzi delle lavorazioni della lana attraverso una visione poetica della maglieria. La forma di ogni maglia è studiata con cura, ma ciascun capo ha una combinazione di trame e ordito puramente casuale, a seconda della disponibilità dei filati recuperati. Pezzi unici dall’anima responsabile.