Yves Saint Laurent inaspettato in 10 foto vintage
Yves Saint Laurent nel suo studio a Parigi, 1950 (Photo by Reporters Associes/Gamma-Rapho via Getty Images)

Yves Saint Laurent inaspettato in 10 foto vintage

di Digital Team

Sognatore introverso e fragile, eppure ha imposto la sua idea di eleganza rivoluzionando la moda anni ’60 con creazioni iconiche, dal vestito Mondrian al primo smoking femminile

«Un bel vestito è un passaporto per la felicità», sosteneva Yves Saint Laurent con quel sorriso enigmatico e sospeso, lo sguardo sognante dietro gli occhiali pesanti. Felicità che lo stilista che cambiò la moda degli anni ’60  ha fabbricato con fermezza, con capi diventati iconici, ma che ha faticato ad abbracciare per sé. Ex ragazzo schivo e impacciato, eppure ha saputo imporre la sua idea di eleganza. Segnato dalla depressione, eppure ha creato con inventiva e fervore unici.
Oggi che ricorre l’anniversario della sua nascita, quel 1° agosto del 1936 a Orano nell’Algeria francese, lo andiamo a ritrovare in foto vintage inaspettate, nell’intimità del suo studio di Parigi al lavoro per Dior, nella sua abitazione parigina di place Vauban, mentre prepara le prime collezioni per la sua etichetta…

Yves Saint Laurent
Photo by Reg Lancaster/Express/Getty Images
7 aprile 1965: Yves Saint-Laurent, ex ragazzo prodigio di Dior, lavora con una modella nella sua casa di moda a Parigi

Yves Saint Laurent genio introverso

Couturier rivoluzionario che raccolse l’eredità di Christian Dior per poi fondare la sua etichetta, Saint Laurent raccontò così l’Yves imberbe: «A partire dalle superiori ho iniziato a condurre una doppia vita. Da un lato a casa c’era la gioia e il mondo che avevo sognato nei miei disegni, scene, costumi e teatro; invece alla scuola cattolica c’erano le prove e un mondo da cui ero escluso come sognatore, riflessivo e timido, in cui i miei compagni di classe mi prendevano in giro, mi terrorizzavano e mi picchiavano».
Nel collegio algerino frequentato dai figli degli europei spesso e volentieri riceveva insulti omofobi, ça va sans dire.

Yves Saint Laurent
Photo by CBS via Getty Images
Yves Saint Laurent con Lauren Bacall a Parigi, 26 giugno 1968

Quando a 18 anni si trasferì a Parigi, conquistò subito Christian Dior che, dopo aver visto alcuni suoi bozzetti, lo volle immediatamente come assistente. Le sue doti erano così luminose che, alla morte improvvisa di Dior, fu chiamato a sostituirlo. Ed ecco già a 21 anni il trionfo con la collezione Trapèze. E l’incontro con Pierre Bergé: introverso ed elegante, rubò subito il cuore di quello che sarebbe stato il compagno e socio di una vita. Fu l’inizio di una storia d’amore turbolenta, da una parte Saint Laurent, fragile ma bramoso, che lasciava la timidezza per la sfrenatezza di notti e letti parigini, verso la libertà sessuale, dall’altra Bergé, ferreo timone imprenditoriale della coppia.

«Un bel vestito è un passaporto per la felicità»

E poi il trauma del fronte: nel 1960 il giovane designer dovette assolvere gli obblighi di leva e servire la Francia nella Guerra d’Algeria, sua terra d’origine. Ne tornò distrutto psicologicamente, segnato da psicofarmaci ed elettroshock. E intanto Dior lo aveva rimpiazzato. Fu il la per fondare la sua Maison insieme a Bergé.

Yves Saint Laurent foto
Photo by Popperfoto via Getty Images/Getty Images
Yves Saint Laurent lavora su nuovi modelli da Dior, Parigi, 1960 circa

I capi più iconici di Yves Saint Laurent

Anno 1965, una stampa geometrica a blocchi di colore su abiti in lana e jersey senza colletto e senza maniche: ecco la creazione cult di Yves Saint Laurent, il vestito Mondrian, ispirato alle linee del pittore olandese padre del Neoplasticismo. Quegli abiti da cocktail iconici, di classe ed essenzialità, oggi sono esposti al Victoria and Albert Museum di Londra e al Metropolitan Museum of Art di New York.

«Chanel ha liberato la donna, Saint Laurent le ha donato potere»

Subito dopo debutta il primo smoking femminile, con cintura alta in raso nero, camicia in organza bianca e papillon nero: la sfida ai codici della haute couture.
Nell’era della rivoluzione sessuale e delle manifestazioni del ‘68, ecco poi le camicie trasparenti che lasciavano intravvedere i capezzoli.
Sui suoi vestiti anche echi di Pop art, balletti russi, quadri di Picasso, dietro l’ispirazione di colori e umori dei Jardin Majorelle di Marrakech, dove il designer amava rifugiarsi.

La mostra su Yves Saint Laurent a Calais

Il suo approccio alla trasparenza è ora al centro di una mostra a Calais, città dell’Alta Francia. È in corso fino al 12 novembre 2023 Yves Saint Laurent: Transparences: attraverso una sessantina di modelli provenienti dalle collezioni della Fondazione Pierre Bergé – Yves Saint Laurent e della Cité de la dentelle et de la mode, l’evento illustra il modo in cui lo stilista ha saputo utilizzare gli effetti di trasparenza dei tessuti per proporre una donna nuova, potente e sensuale, ribaltando i codici dello svelamento del corpo femminile.
«Chanel ha liberato la donna, Saint Laurent le ha donato potere»: parole di Pierre Bergé.