Prosegue la rubrica di Alessandra Mattanza dedicata alla sua città di adozione, San Francisco. Questa volta si parla del suo residente più misterioso, visibile soprattutto a luglio e agosto: la nebbia.

“L’inverno più freddo che ho mai passato è stato un’estate a San Francisco” pareva avesse detto Mark Twain. La città ne restò talmente offesa, che nel 1980 il San Francisco Court of Historical Review and Appeals ha chiarito che questa malevola immagine della città non corrispondeva al vero e non era nemmeno attribuibile al famoso scrittore, anche se la citazione a suo nome continua a essere largamente usata. La città di San Francisco ci tenne a precisare che ha oltre 160 giorni di sole, in aumento preoccupante con il riscaldamento climatico in effetti, ed è quindi tra i posti con il miglior clima al mondo.

Fatto resta, comunque, che luglio e agosto sono i mesi della nebbia a San Francisco. Si comincia già a giugno, al punto che questo mese viene chiamato dai locali “June Gloom”, e si raggiunge l’apice fino ai primi di settembre, mese in cui, invece, comincia l’”Indian summer”, “l’estate indiana”, come la chiamavano gli indiani, con alte temperature fino ad almeno la fine di ottobre. Questo è il periodo più bello a San Francisco, dal punto di vista climatico, quando molta gente fa anche il bagno nell’oceano.

Sebbene la nebbia si veda sporadicamente per tutto l’anno, in estate siete certi di fare il suo incontro, perché le temperature più elevate dell’entroterra si scontrano con quelle più freddo dell’oceano Pacifico, provocando un aumento di questo fenomeno. Questo sbalzo di alta e bassa pressione spinge la nebbia attraverso il ponte Golden Gate Bridge, che si dice sia stato appunto dipinto di questo colore rosso per essere più visibile, nella baia e sulla città. Non copre mai quasi completamente gli edifici della città ed è più fitta, invece, presso la zona Marin Headlands, dietro il Golden Gate Bridge, di una bellezza naturalistica spettacolare.  

La nebbia ha una personalità tutta sua a San Francisco, quasi fosse un essere vivente che da secoli convive con la città, conferendole un’atmosfera romantica e misteriosa. Prima di tutto, bisogna conoscere il suo movimento: di solito arriva la mattina presto, poi scompare quasi miracolosamente durante il pomeriggio, rivelando spesso un cielo blu chiaro e limpido, ma, poi, ritorna, ancora, la sera, quando, appunto, meno ce lo si aspetta, pensando che il “peggio” sia passato. Secondo una ricerca del 2010, pare che il riscaldamento globale abbia fatto diminuire la nebbia a San Francisco del 33 per cento.

La nebbia estiva è poi particolare, soffice e candida, quasi simile a fiocchi di cotone, sembra volare leggera in cielo e si sposta allo stesso modo abbastanza velocemente. Arriva e se ne va. Torna, e riparte. Si infittisce e poi lascia fare capolino a tetti o cime di grattacieli. La nebbia invernale, in California, è chiamata tule foge e resta più attaccata al suolo, invece. Alcune volte, i due tipi di nebbia si incontrano.

A San Francisco la nebbia è comunque talmente amata da aver ispirato tanti artisti, come il giornalista e umorista Herb Caen, considerato la “voce di San Francisco”; il poeta August Kleinzahler, il fotografo Arthur Ollman; il regista Sam Green che nel 2013 le dedicò il documentario Love letter to the fog, realizzato per l’Exploratorium. Kyle Boete scrisse, invece, un libro The Beautiful Unseen: Variations on Fog and Forgetting, in cui la nebbia di San Francisco si trasforma in una metafora per la sofferenza umana e la perdita di memoria, ma in maniera malinconica e suggestiva.  

Un mistero aleggia, però, sulla città: la scomparsa di Karl the Fog. Karl la Nebbia. Si dice che sia qualcuno che vive in Silicon Valley, ma la sua identità rimane sconosciuta. Perché Karl the Fog, che impersona la nebbia stessa di San Francisco, è divenuto, una celebrità. E’ presente su Twitter con un seguito di 356.000 followers e su Instagram con un seguito di 254.000 followers.

Karl the Fog è, infatti, scomparso. Che sia colpa del Corona Virus? Ci si domanda. Dato che al momento, con un preoccupante aumento di casi in California, la città è di nuovo in una sorta di shelter-in-place forzato e non, dato che molti sono più preoccupati di prima di una seconda ondata. Pare che Karl the Fog sia scomparso già da gennaio sui social media, quindi forse non dipende da quello. Ma trionfa la preoccupazione, dato che questo personaggio, identificato ormai come la nebbia, è divenuto una mascotte locale. Mancano pure i suoi tweet e commenti ironici e divertenti, con una certa saggezza di chi, la nebbia, è passato attraverso diverse esperienze. Come mancano i suoi comunicati sul tempo. E, si sospetta fortemente sia un uomo, perché tifoso e appassionato di Superbowl.

Chronicle Books, un editore indipendente locale, anche molto amato in città, ha pubblicato un libro bellissimo, nel 2019, intitolato Karl the Fog: San Francisco’s Most Mysterious Resident. Ma neppure loro paiono sapere nulla… Perfino la stessa publicist del libro confessa di aver comunicato con lui (o che non sia una lei? Del resto ci sono pure donne che amano il Superbowl…) solo per e-mail. Nel libro ci sono fotografie stupende e l’introduzione è della Sutro Tower, una altro simbolo iconico della cittá. “Karl e io abbiamo una relazione di amore/odio. Lui ama farmi scomparire, e io odio come mi fa scomparire. (…)” sottolinea la torre nel libro.

Adesso Karl the Fog, anche se non lo dice nel libro, deve confrontarsi con i grattacieli di Downtown, che crescono come funghi, sempre più numerosi e più alti, quasi San Francisco fosse impegnata in una corsa verso il cielo. Leggendo le avventure di Karl the Fog, ancora non sorprende che la nebbia sia stata paragonata a un personaggio a San Francisco. Si muove d’improvviso e, in una giornata di sole e splendido cielo azzurro, può capitare di vederla sbucare come una striscia bianca in cielo, quasi fosse la scia di un immenso aeroplano. Se si alza una mano verso questa nebbia, pare che abbia una consistenza, che si possa toccare, anche, se richiudendola, non resta che qualche gocciolina d’acqua. Talvolta, ci si chiede che cosa sia quella sorta di “nuvola” strana che sembra quasi fumo… Ma, poi, quando la si vede esitare qualche minuto per proseguire convinta al ritmo del vento e coprire tutto ciò che si trova di fronte, si comprende che si tratta ancora di Karl the Fob, la nebbia.

In estate a San Francisco è quasi impossibile non vedere la nebbia. Ma se volete andare “a caccia della nebbia” più fitta e spettacolare, punti strategici sono la spiaggia di Ocean Beach e Land’s End, presso la Cliff House, Cole Valley, le cime di Mount Tam e Mount Davidson, sotto cui spesso si vede un letto bianco di nebbia in una suggestione che ricorda bianche onde del mare che si frangono sul verde del prato, ma anche i ponti Bay Bridge e Golden Gate Bridge, le vie sopra l’Haight, la zona di Presidio, la spiaggia di Crissy Field. Oppure, se volete vedere un posto magnifico e unico al mondo, affittate una macchina, passate il Golden Gate Bridge e continuate fino al faro Point Reyes Lighthouse. Oltre a vedere spiagge selvagge e bellissime, una lunga fila di gradini conduce direttamente fino al faro. Al ritorno, vi potete fermare in uno dei ristorantini sulla via, dove servono freschissime ostriche e vini di Sonoma e Napa Valley.

Ma la magia accade al tramonto, quando il leggero strato di nebbia che sovrasta le vostre teste si colora di rosa intenso, dando la sensazione di trovarsi dento lo zucchero filato. A volte, il rosa sfuma nel rosso e nell’arancione, facendo sembrare che il cielo abbia preso fuoco. Un punto spettacolare? Se vi trovate lungo Columbus Avenue a North Beach, tra casette storiche d’altri tempi, e strade che vanno su e giù. O, presso la serpeggiante Lombard Street. Dalla sua cima, scendendo per le ripidissime strade di Russian Hill verso il mare, si scorge tutta la baia e l’isola di Alcatraz. Attenti, a dove mettete i piedi: si dice che una delle ragioni per cui diverse case a San Francisco siano coloratissime sia proprio per farsi vedere tra la fitta nebbia… ma non dimenticate di osservare il cielo, perché, a volte, capita di veder spuntare, sopra o sotto la nebbia, un arcobaleno. Un’altra malia di San Francisco per stregarvi il cuore.