L’estate al cinema: cinque film cult da (ri)vedere
Foto: Castle Rock Entertainment/Getty Images

L’estate al cinema: cinque film cult da (ri)vedere

di Andrea Giordano

Nel pieno dell’estate, ecco le nostre scelte di film da rivedere, da “Stand by me” a “Sapore di mare”, fino a “Vacanze romane”, un modo per tornare indietro nel tempo, ma rilassandoci.

Sotto l’ombrellone di agosto (per chi se lo potrà permettere) o Sotto il sole di Riccione (pellicola vista recentemente su Netflix) non solo libri e musica, anche qualche film, diventato tappa immortale nei passaggi generazionali, e appuntamento fisso per riscoprire uno dei mesi più caldi, ma al cinema. L’estate addosso dunque (citando uno dei film di Muccino e relativa canzone scritta da Jovanotti), Ferie d’agosto (quelle di Paolo Virzì), insomma, con le sue storie, volti, amori e passioni, rituali, viaggi di formazione, scoperte, e sopratutto luoghi, magari gli stessi dove state passando qualche giorno di meritato relax.

Ecco allora i cinque i titoli da recuperare.

Sapore di mare

Un classico del genere, quello pensato, diretto e scritto (insieme al fratello Enrico) dal compianto Carlo Vanzina nel 1983, per celebrare e ritrarre, però, il 1964. Nello scenario di Forte dei Marmi, in Versilia, tra lidi e Capannina, un gruppo di amici e famiglie, si ritrovano (arrivando da Milano, Roma e Napoli) come se quella spiaggia diventasse davvero il centro del mondo. Ognuno con una suo vissuto, ognuno con la voglia di libertà. Sull’onda delle note di Gino Paoli, Piero Focaccia ed Edoardo Vianello, il Solleone si fa ricco di memoria, ricordo, nostalgia, sano divertimento e goliardia mai passata di moda. Ricchi e spiantati, giovani o meno, il cast sulla cresta dell’onda è di quelli da polaroid: da Jerry Calà a Christian De Sica, da Isabella Ferrari, Marina Suma e Virna Lisi, da Eleonora Giorgi a Massimo Ciavarro. E alla fine, divenuti più grandi, qualcuno fa i conti col tempo che è passato… e all’orizzonte i bagliori dell’alba riaccendono la magia.

Stand by me – Ricordo di un’estate

Rob Reiner, il regista, tra gli altri, di Harry ti presento Sally, Misery non deve morire e Codice d’onore, nel 1986 realizza forse il suo gioiello più prezioso, tratto da un racconto scritto di Stephen King, Il corpo, contenuto nella serie di novelle Stagioni diverse. E proprio in un estate del 1959, quattro ragazzi, Gordie, Chris (un River Phoenix folgorante), Teddy e Vern, partono dalla piccola cittadina dove abitano, Castle Rock, per un’avventura che li segnerà per sempre. La missione è quella ritrovare un loro coetaneo scomparso, ma in fondo ai binari, invece, oltre a lui, ritroveranno anche se stessi. Da rivedere, per chi ama le emozioni forti e quel senso di fatalità che solo certe imprese ti sanno dare. La frase cult: “non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a 12 anni. Gesù, ma chi li ha?”

Prima dell’alba

Il treno come spazio non solo di viaggio, ma anche per conoscersi e perdersi l’uno nell’altro. Da una parte Jesse (Ethan Hawke), dall’altra Celine (Julie Delpy), lui americano, lei francese, diretti verso Vienna, la città in cui passeranno la notte insieme, girovagando, tra poesie e piazze, svelando le rispettive paure sull’amore e il futuro. Quando arriva l’alba, dovranno necessariamente dividersi, ciascuno verso il proprio destino, ma non è detto da soli. L’inizio della trilogia firmata da Richard Linklater, in un momento storico in cui fare l’InterRail, visitare l’Europa, ci faceva assaporare qualcosa di nuovo e di grande respiro emotivo.

Chiamami col tuo nome

Siamo nuovamente nel 1983, ma a Cremona. Elio, un diciassettenne americano, vive nella villa del XVII° secolo di famiglia passando il tempo a trascrivere, e suonare, musica classica, leggere, e flirtare con la sua amica Marzia. Un giorno, però, arriva Oliver (interpretato da Armie Hammer) un affascinante studente americano di 24 anni, che il padre di Elio ospita per aiutarlo a completare la sua tesi di dottorato. Sarà l’inizio di una grande passione, e i due scopriranno la bellezza della nascita del desiderio, nel corso di un’estate che cambierà inesorabilmente le loro vite. Il capolavoro di Luca Guadagnino, tratto dal romanzo di Andrèé Aciman, e baciato dall’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale, scritta da James Ivory, e da altrettante nomination, tra cui miglior film nell’anno. Da (ri)vedere (non solo) per il talento infinito di un attore, qui al debutto, ormai diventato realtà internazionale, Timothée Chalamet.

Vacanze romane

Nella Roma anni ‘50, una principessa arriva in visita diplomatica. Stufa, e stremata dagli impegni ufficiali, fugge per conoscere meglio la città eterna. E qualcosa succederà, quando incontra il giornalista americano, Joe, ed insieme sfrecceranno a cavallo di una Vespa, tra il Colosseo, Trinità dei Monti e la Bocca della Verità. Definirlo classico sarebbe oltraggioso, per un film che invece è entrato nel Pantheon di quelle storie intoccabili, e ancora moderne, nonostante il tempo. Due protagonisti, Gregory Peck, e soprattutto Audrey Hepburn, nel massimo del suo splendore, a rimarcare un’epoca d’oro del cinema, nel quale, talvolta, ci si vorrebbe di nuovo immergere.