5 film sul pugilato che ci hanno letteralmente mandato al tappeto
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5 film sul pugilato che ci hanno letteralmente mandato al tappeto

di Andrea Giordano

Da Rocky Balboa e JakeLa Motta, da Sylvester Stallone a Robert De Niro. Leggende della boxe e attori coi guantoni: ecco i migliori 5 film sul pugilato

La boxe, come la vita. Il ring, come la strada, il quotidiano, che insegna, mette in circolo emozioni, sacrifici, drammi personali, sconfitte e cadute, ma anche rinascite, vittorie leggendarie, campioni entrati nell’immaginario. Uno dei pochi sport, a cui il cinema ha davvero riservato uno spazio importante, regalandoci un binomio vincente, in cui registi, attori (e attrici), e film, soprattutto, c’hanno messo ko con le loro storie e interpretazioni. Da Rocky a Toro Scatenato, a Creed 3, in uscita il 2 marzo, diretto e interpretato da Michael B. Jordan. Ecco chi sono.

Rocky

Courtesy of Michael Ochs Archives/Getty Images)
Rocky, anno 1976, diretto da John G. Avildsen. L’inizio della saga, pensata, scritta e interpretata da Sylvester Stallone

Il più amato, imitato, copiato. Rocky Balboa, nato dall’idea originale del suo creatore e interprete, Sylvester Stallone, è una pietra miliare in questo senso. Una vera saga, quella di Rocky, cominciata nel 1976, film che vinse tre Oscar (film, regia e montaggio) su dieci nomination (tra cui lo stesso Sly come miglior attore e sceneggiatore). Una storia, nata per necessità, ha sempre raccontato lui, visto che in quel periodo non aveva soldi e cercava il lampo di genio. Eccolo: il pugile di periferia che si allena nelle strade di Filadelfia, si innamora della timida Adriana, lotta contro tutto e tutti, sfida il campione del mondo, Apollo Creed, e lo batte. L’inizio di una storia incredibile, proseguita in altri cinque capitoli, alcuni meno entusiasmanti, col quarto (celeberrimo e politico) dove però ‘vendicherà’ e sconfiggerà in Russia Ivan Drago. Umanità contro perfezione, con l’urlo di sempre: ‘Se io posso cambiare, e voi potete cambiare, tutto il mondo può cambiare‘.

Toro Scatenato

Courtesy of United Artists/Archive Photos/Getty Images)
Robert DeNiro interpreta Jake LaMotta in “Toro Scatenato” di Martin Scorsese.

Altro match, altra leggenda. Quella di Jake LaMotta, interpretata da un mito del cinema come Robert De Niro,  diretto da Martin Scorsese. Il capolavoro, qui, è Toro Scatenato (Raging Bull), che fin dalle prime note iniziali lo vede combattere, alzare i pugni, diventare eroe d’altri tempi, diviso tra memorie, rimorsi. Quelli di un uomo, in età avanzata, che fa i conti con se stesso. Seduto nel camerino, prima di uno spettacolo, ripensa infatti ad una carriera altalenante, dal titolo di campione dei pesi mesi, alla sconfitta contro Sugar Ray Robinson, e a una vita, costellata dalla prigione, i rapporti burrascosi col fratello-manager Joey, la moglie, i figli, la parabola discendente. Capolavoro assoluto, innovativo, che chiuse quasi simbolicamente un periodo magico cinematografico, la New Hollywood, dove artisti e registi seppero differenziarsi creando qualcosa di nuovo. De Niro si trasformò per quel ruolo, mentalmente e fisicamente, al punto da conquistare meritatamente l’Oscar come miglior attore protagonista. 

Million Dollar Baby

Courtesy of Peter Kramer/Getty Images)
Clint Eastwood (regista e attore), insieme a Hilary Swank e Morgan Freeman. Il film è Million Dollar Baby

Tra i lavori più belli diretti, prodotti e interpretati da Clint Eastwood. Qui interpreta Frankie Dunn, un anziano manager di boxe e scopritore di talenti, ma che ora gestisce una vecchia palestra insieme all’amico ed ex pugile come lui, Scrab. Perso uno degli allievi maggiormente promettenti, decide di investire (senza abbondonarla mai) su un’aspirante pugile professionista, ed ex cameriera, Maggie, che ha negli occhi tutta la voglia di riscatto. Ad un passo dal mettere ko la campionessa del mondo dei Pesi Welter, cade, preda di una scorrettezza dell’avversaria, rompendosi purtroppo il collo. Million Dollar Baby, uscito nel 2004, vinse quattro Oscar (miglior film, regia, attrice protagonista, e attore non protagonista, Morgan Freeman) entrando nelle liste dei film per eccellenza da rivedere, in termini di bellezza, forza, umanità, sensibilità, desiderio di raccontare uno sport, ma anche il suo dietro le quinte, fatto di relazioni, amicizia, solidarietà, decisioni estreme. Hilary Swank, poi, è semplicemente straordinaria.

Alì

Courtesy of Peter Brandt/Getty Images)
Will Smith in “Alì”, dove interpreta Muhammad Alì

Riguardo Cassius Clasy – Muhammad Alì basterebbe rivedersi un documentario-gioiello, When We Were Kings, che ne racconta le gesta e la sfida con l’acerrimo nemico-amico George Foreman. Eppure c’è un ulteriore modo per apprezzarlo (indirettamente), ed è Alì, la pellicola diretta da Michael Mann nel 2001. Ad impersonarlo è Will Smith, che per la sua interpretazione ricevette la nomination all’Oscar come miglior attore protagonista. Dieci anni di vita e carriera, dal 1964 al 1974, in cui vediamo scorrere immagini, combattimenti, incontri: dalla conquista del titolo contro Sonny Liston, al match epocale ‘The Rumble in The Jungle’ contro appunto Foreman in Zaire, fino all’amicizia con Malcolm X, il rifiuto di arruolarsi per l’esercito americano, la conversione all’Islam. 

Creed

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Michael B. Jordan in “Creed III”

Tale padre, tale figlio, non si dice così? Qui è proprio il caso, vedendolo boxare sul ring, guantoni in mano. Creed – Nato per combattere diretto da Ryan Coogler, ha segnato ‘inizio di un rinnovato franchising, nel quale (nel primo film, uscito nel 2015), riappativa oltremodo Rocky-Sylvester Stallone. Anziano, ammalato, decideva allora di allenare quell’Adonis Creed (interpretato da Michael B. Jordan), erede dell’amico Apollo, performance che per poco non ha regalato a Sly l’Oscar come miglior attore non protagonista, e che ha proseguito nel secondo capitolo. Stessi scorci di allenamenti, corse, sacrifici, rivalse, ma nuova era stavolta, nuovi avversari da mettere al tappeto.