5 star del cinema, tra ideali e battaglie sociali
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5 star del cinema, tra ideali e battaglie sociali

di Andrea Giordano

Da Leonardo DiCaprio a George Clooney, da Michael J. Fox a Paul Newman: ecco alcune star che hanno lottato, e continuano, seguendo i loro ideali

Protagonisti, Premi Oscar, anche fuori dal grande e piccolo schermo. Sono attori-leader, capaci di ispirare e far sentire la propria voce, nell’utilizzare la loro popolarità e successo mondiale, per lottare e combattere a favore di ideali e valori in cui credono. Se da un lato il cinema ha la forza di regalarci storie importanti, panoramiche, sguardi, sono alcuni di quei volti a portare in scena che nella realtà, diventano testimoni impegnati e attivi, catalizzatori di generazioni, non solo nel far comprendere problematiche e preoccupazioni sociali, ma a raccogliere fondi, scendendo in campo a rischiare in prima persona. Ecco cinque star che hanno fatto la storia e differenza in questi anni.

Leonardo DiCaprio

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Leonardo DiCaprio durante la People’s Climate March a Washington il 29 aprile 2017

Leonardo DiCaprio e il suo monito ambientalista, ‘climate change in real‘, è ormai diventato un mantra, prima dell’era Greta Thunberg e dei Friday’s For Future, una minaccia urgente da affrontare e tra i suoi principali obiettivi. Nel sensibilizzare, parlando nel tempo al congresso, alle Nazioni Unite, insieme ai diversi Presidenti degli Stati Uniti (Clinton e Obama prima, Biden ora), ai diversi Global Summit, incontrando il Papa, si è reso concreto fin dall’inizio, fondando la Leonardo DiCaprio FoundationUn’organizzazione senza scopo di lucro, dedicata, alla protezione e al benessere di tutti gli abitanti della Terra, mirata a concentrarsi sul riscaldamento globale, preservando la biodiversità naturale, sostenendo l’energia rinnovabile. Collaborando con le principali organizzazioni ambientaliste, 200 in 50 paesi, la fondazione lavora per trovare soluzioni a lungo termine ai problemi ambientali e finora ha contribuito a preservare oltre 35 milioni di acri di terra e 5.000 miglia di costa. DiCaprio incontra i potenti del mondo, raccoglie fondi, si batte contro il bracconaggio, l’avidità della politica e di certe corporation, per salvaguardare le specie in via d’estinzioni, le tribù indigene, producendo documentari significativi come Punto di non ritorno – Before the Flood, aprendo su temi quali la desertificazione e il disbocamento, o interpretando ruoli come in Revenant (per il quale ha ricevuto l’Oscar come miglior attore) girato in situazioni  estreme.

George Clooney

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George Clooney parla alle Nazioni Unite il 14 settembre 2006 riguardo la crisi in Darfur

Impegnato, e su più fronti. George Clooney, regista, attore, sceneggiattore, premio Oscar è un politico mancato, visto la leadership comunicativa e operativa che mette in campo ogni volta. Attivista, filantropo, Messaggero di Pace delle Nazioni Unite, si batte da anni contro il genocidio e il conflitto in Darfur (su cui ha realizzato e prodotto un documentario, A Journey to Darfur), in Sudan, le atrocità di massa, parlandone più volte insieme ai potenti del mondo, da Angela Merkel a Obama, contro la poca regolamentazione delle armi da fuoco negli Stati Uniti. Ha marciato, insieme alla moglie Amal Clooney, avvocato in diritti civili internazionali, facendosi arrestare, ed è riuscito a raccogliere milioni di dollari per la Clooney Foundation for Justice, che si occupa di giustizia sociale, diritti umani, abusi nei confronti di donne, uomini e bambini. Nel 2007 ha ricevuto il Peace Summit Award, mentre lo scorso dicembre è stato insignitivo per meriti artistici, e non solo, del prestigioso Kennedy Center Honour.

Michael J. Fox

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Michael J. Fox riceve un Oscar speciale, il Premio umanitario Jean Hersholt 2023

Lucky Man, un ‘Uomo fortunato’, come il titolo di un suo bellissimo libro, un inguaribile ottimista, nonostante una malattia progressiva che combatte da 30 anni, e di cui ha recentemente parlato nel bellissimo documentario diretto da Davis Guggenheim, Still: A Michael J. Fox Movie, presto su Apple Tv+. Michael J. Fox e la sua battaglia privata nei confronti del Morbo di Parkinson, è diventata però una missione quotidiana, universale, in grado di portarlo a fondare una delle realtà più importanti del mondo in termini di ricerca legata anche alle cellule staminali, ovvero la Michael J. Fox Foundation che ha raccolto finora oltre un miliardo di dollari. Numeri incredibili, realizzati da un personaggio straordinario, premiato qualche mese fa con il prestigioso Oscar Speciale, il Premio Umanitario Jean Hersholt, assegnata periodicamente a personalità del mondo del cinema, e a i loro contributi in termini di cause umanitaria. Da viaggiatore del tempo, il Martin McFly della trilogia di Ritorno al Futuro, ha segnato effettivamente la storia, realizzando l’impossibile, nell’essere uno dei nomi maggiormente attivi.

Sean Penn

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Sean Penn, il 10 giugno 2022, al Gala legato a CORE, l’organizzazione non profit fondata nel 2010

Essere scomodo, risultare fuori dal coro, talvolta può essere ingombrante. Lo sa bene Sean Penn, che di battaglie ne porta avanti da anni, esponendosi in prima persona, aiutando se serve in maniera fisica, come gli sfollati durante l’Uragano Katrina, ad esempio. O quando sconfina come successo recentemente in Ucraina, realizzando un documentario Superpower (sarà presentato in anteprima alla prossima Berlinale) diretto insieme ad Aaron Kaufman, seguendo gli eventi che accadono in quel paese in guerra su la verità sull’invasione russa. A sostegno del presidente ucraino Zelensky, Penn è oltremodo attivo anche grazie a CORE, letteramente ‘Community Organized Relief Effort’, la fondazione fondata nel 2010 dopo il terremoto ad Haiti, e che di fatto fornisce sostegno nelle varie emergenze internazionali. Lo ha fatto durante la campagna per la sommistrazione dei vaccini negli Stati Uniti durante la pandemia, o appunto riguardo a tutte le persone coinvolte nel conflitto in Ucraina, spedendo medicinali, viveri e beni di prima necessità. 

Paul Newman

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Paul Newman

Gli occhi di ghiaccio più belli e affascinante del cinema, hanno posato ulteriormente il loro sguardo su cause e progetti importanti. Lui è Paul Newman, il Nick mano fredda del grande schermo, il maestro di biliardo visto ne Il colore dei soldi, e in molti altri ruoli memorabili, che in vita, tra una corsa automobilistica e l’altra (sua grande passione) ha investito gran parte però del tempo a portare avanti beneficienza e progetti significativi. Come quando nel 1988 ha fondato l’Associazione Hole in The Wall Camps ponendosi l’obiettivo di realizzare programmi terapeutici, veri e propri campus, a favore di bambini affetti da gravi patologie. Una sfida, portata avanti fino a poco prima della morte, nel 2008, e che dal Connecticut, si è poi è allargata in Africa e Europa, toccando pure l’Italia, grazie a Dynamo Camp, e che per il suo impegno internazionale gli ha fatto ottenere nel 1995 l’Oscar Umanitario Jean Hersholt.