Paul Newman, 10 cose su di lui che forse non sai
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Paul Newman, 10 cose su di lui che forse non sai

di Simona Santoni

Aveva occhi magnetici di mare. Eppure era daltonico, caratteristica che lo costrinse ad abbandonare la Marina. Attore di presenza fisica eloquente, un’icona che cavalca le onde del tempo

Occhi come il mare, di un azzurro rassicurante in cui tuffarsi pur senza saper nuotare. Paul Newman moriva il 26 settembre 2008 ma il suo mito cavalca le onde del tempo senza sbiadire.
Il più grande del suo tempo, nella coda dell’età dell’oro di Hollywood, Paul Newman con la sua eloquente presenza fisica, lo sguardo innocente e il sorriso luminoso, ci ha lasciato personaggi memorabili, come l’ex atleta alcolista e marito freddo di Liz Taylor in La gatta sul tetto che scotta (1958) o l’arrogante giocatore di biliardo de Lo spaccone (1961) o il truffatore in coppia con Robert Redford ne La stangata (1973). Amava incarnare antieroi scostanti e individualisti, anche se nella vita vera era un generoso filantropo. Cercava le sfide, anche fuori dal set, come quando pigiava l’acceleratore della Porsche 935 con cui nel 1979 partecipò alla 24 Ore di Le Mans.

«Ho lavorato molto duramente, perché niente mi è mai venuto facile»

Vinse l’Oscar nel 1987 per Il colore dei soldi e altri due, alla carriera (1986) e il Premio umanitario Jean Hersholt (1994) per i suoi meriti da benefattore.
Paul Newman, dal canto suo, con franchezza  diceva: «Non avevo il dono naturale di essere qualcosa – né un atleta, né un attore, tanto meno scrittore o regista o pittore di verande da giardino – niente. Quindi ho lavorato molto duramente, perché niente mi è mai venuto facile».

Paul Newman
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Paul Newman

George Clooeny ha detto di lui: «Ha fissato l’asticella troppo in alto per noi, non solo attori, ma tutti noi».

Ecco 10 cose che ancora forse non sapete su Paul Newman.

1) Odiava il suo primo film

Il dramma epico Il calice d’argento di Victor Saville del 1954 fu il suo film d’esordio. E, nonostante lo fece balzare anche all’attenzione dei Golden Globe come nuovo attore promettente, Paul Newman non era affatto orgoglioso della sua prestazione. Quando il film fu trasmesso in tv, pubblicò un inserto su un giornale di Hollywood chiedendo scusa per la sua interpretazione e pregando di non vedere il film. Suscitando ovviamente l’effetto contrario. In seguito lo definì «il peggior film prodotto negli anni ’50».
Si narra anche che una volta lo proiettò a casa, fornendo ai suoi ospiti fischietti, pentole e cucchiai di legno perché criticassero rumorosamente.

2) 500 autografi come Marlon Brando

Agli albori della sua carriera Paul Newman è stato scambiato più di una volta per Marlon Brando. Anziché arrabbiarsi, Paul ha assecondato i fan e ha firmato circa 500 autografi come Marlon Brando. Poteva andargli peggio.

3) Modello per il fumetto di Lanterna verde

Tra i vicini di casa di Paul Newman nel Queens Village c’era il fumettista Gil Kane,  tra i creatori di alcuni supereroi come Morbius e Pugno d’acciaio per la Marvel Comics. Per la DC Comics fu tra gli autori di Lanterna Verde della Silver Age dei fumetti. Sembra che lo disegnò modellando inizialmente l’aspetto fisico sull’attore vicino di casa.

4) Il falò dello smoking

Dopo anni e anni di première, cerimonie, galà da attore e da filantropo, nel giorno del suo 75° compleanno Paul Newman ha bruciato ogni formalità, nel vero senso della parola. Dopo aver invitato a cena una coppia di amici, è uscito nel vialetto e ha dato fuoco al suo smoking. «Così non dovrò mai più andare a un altro evento da black-tie!».
Non voleva lo stile di vita da superstar, voleva una vita semplice.

Paul Newman
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Paul Newman, 1958 circa

5) Da un film la sua passione per le corse

Nel 1969 recitava in Indianapolis pista infernale di James Goldstone come pilota alle prese con la prestigiosa 500 Miglia. Fu la scintilla che lo portò ad appassionarsi di corse automobilistiche, tanto da iniziare a guidare a livello amatoriale nel 1972, fino a vincere la sua prima gara professionistica nel 1982.
È stato anche titolare di alcune scuderie professionistiche e tra i suoi piloti c’è stato un certo Nigel Mansell.

6) Ha offerto il suo cachet a Susan Sarandon

Nel 1998 Paul Newman è tra i protagonisti del thriller Twilight di Robert Benton, con Gene Hackman e Susan Sarandon. Durante le riprese è venuto a sapere, con sorpresa, che lui e Hackman avevano un compenso uguale e molto più alto di Sarandon, nonostante sul poster i tre avessero lo stesso peso.
Come ha raccontato Sarandon nel 2018 alla BBC: Paul Newman «si è fatto avanti e ha detto: “Beh, ti darò parte del mio compenso”. Sì, era un gioiello».

7) Era sulla lista nera di Nixon

Dopo lo scandalo del Watergate, è stato reso pubblico l’’Elenco dei nemici’ del presidente degli Stati Uniti Richard Nixon. Tra questi c’era anche Paul Newman. L’attore ha dichiarato che l’inclusione nell’elenco è stato il suo più grande risultato.

8) Ha partecipato alla marcia di Martin Luther King

28 agosto 1963, più di 250mila persone si radunarono per la marcia di Washington, per i diritti civili degli afroamericani. Si concluse con l’intervento di Martin Luther King e l’iconico discorso “I Have a Dream”. Tra i partecipanti c’era anche Paul Newman.

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Paul Newman e Sammy Davis Jr alla Marcia di Washington for Jobs and Freedom, 23 agosto 1963

9) La salsa per insalata by Paul Newman

Lo scrittore statunitense Aaron Edward Hotchner, grande amico di Newman (fu anche lo stesso ad assistere al falò dello smoking), una sera a ridosso del Natale, venne chiamato dall’attore. Lo trovò nel fienile di casa a mescolare condimenti per l’insalata e gli disse: «Devi aiutarmi. Voglio imbottigliare tutto questo e alla vigilia di Natale andremo in giro per le case, canteremo e regaleremo ai vicini bottiglie del mio condimento per l’insalata».
È così che è nata, da lì a poco, nel 1982, una delle aziende alimentari di maggior successo di tutti i tempi, la Newman’s Own, i cui profitti sono devoluti in beneficenza.

10) Era daltonico

I suoi occhi azzurri penetranti non distinguevano bene i colori. Paul Newman era daltonico. E proprio questo difetto della vista lo costrinse ad abbandonare l’aviazione della Marina, la U.S. Navy Air Corps, in cui si era arruolato sperando di diventare pilota, come avevano fatto tanti giovani americani dopo Pearl Harbor.