

David di Donatello 2023, miglior film Le otto montagne. Ecco tutti i vincitori
Il premio più importante va alla storia di amicizia e vette alpine con Alessandro Borghi e Luca Marinelli. Da Fabrizio Gifuni, miglior attore protagonista, le parole più belle: «Ringrazio la mia lentezza e la mia fragilità»
È la storia di solitudini e amicizia tra vette alpine Le otto montagne il miglior film italiano secondo i David di Donatello 2023. Quasi a sorpresa. Scuotendo, sul finale, dal torpore annoiato di una cerimonia di premiazione senza sbavature di conduzione – ben lontana dalla sequela di gaffe di Paolo Ruffini nel 2014 - ma pure senza sussulti, alla corte di Carlo Conti spalleggiato dalla fulgente Matilde Gioli. Il film con Alessandro Borghi e Luca Marinelli, tratto dal romanzo Premio Strega di Paolo Cognetti, ha avuto la meglio sul favorito Esterno notte di Marco Bellocchio, forte di 18 nomination, e su La stranezza di Roberto Andò, il campione d'incassi italiano del 2022, sulle ali di Pirandello e del duo Ficarra e Picone.
«Grazie per questa dichiarazione d’amore, amiamo l’Italia. Wow che bello!»
«È stato un viaggio incredibile», ha esordito con la statuetta in mano il regista belga Felix van Groeningen, già autore dello struggente Alabama Monroe - Una storia d'amore, che insieme alla compagna Charlotte Vandermeersch ha trasposto sul grande schermo il libro Le otto montagne. «Perché due belgi fanno una storia in Italia, nelle Alpi? Ho letto il libro, è molto bello e ho detto “sì, e lo faccio in italiano perché lo parlo”». Un italiano zoppicante ma simpatico e pieno di riconoscenza. È stata Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, a consegnare la statuetta più ambita. «Grazie per questa dichiarazione d’amore, amiamo l’Italia tanto. Wow che bello!»: ha esclamato felice Vandermeersch.
Sul palco degli studi Cinecittà@Lumina di Roma, con diretta su Rai 1 nella serata del 10 maggio, sono salite anche le stelle di punta del nostro cinema, Borghi e Marinelli. «Fare questo film è stato un regalo incredibile per la mia vita», ha commentato il primo. «È stato un incontro meraviglioso con Felix e Charlotte. Ed è bellissimo condividere questo momento con mio fratello che sta qua». Ovvero Marinelli, asciutto ed essenziale: «Sono due anime gigantesche che ci hanno regalato questa avventura meravigliosa».

«L'importante è fare belle cose. Mi auguro di avere tempo per farne altre»
Le otto montagne ha vinto quattro David di Donatello (anche per fotografia, sceneggiatura non originale e suono), primato condiviso con La stranezza di Roberto Andò (miglior produttore, sceneggiatura originale, scenografia e costumi) ed Esterno notte di Marco Bellocchio, a cui sono andati trucco, montaggio e le due statuette pesanti di miglior attore a Fabrizio Gifuni e migliore regia.
In formissima, a 83 anni, maestro Bellocchio: «Non me l’aspettavo però lo accetto», ha detto sorridendo il regista, che con Esterno notte è tornato sul rapimento di Aldo Moro dopo Buongiorno, notte e a breve sarà al Festival di Cannes in concorso con Rapito. «Quando si ha una certa età si diventa saggi, l’importante è fare belle cose, non fermarsi. Io mi auguro di avere ancora tempo per farne altre».
«Ringrazio la mia lentezza, la fragilità»
Elegante e ficcante Fabrizio Gifuni, il suo Aldo Moro di Esterno notte, vincitore del David di Donatello come migliore attore protagonista, ha regalato un discorso di accettazione memorabile. Il più ricco, il più appassionante. «Grazie a Marco Bellocchio, artista immenso a cui tutto il cinema italiano deve essere grato. Grazie a un cast tecnico e artistico formidabile, una troupe meravigliosa, a degli attori come Fausto Russo Alesi, come Daniela Marra, come Margherita Buy con cui condivido questo premio perché senza di loro non si fa nulla. Vorrei ringraziare le persone che mi hanno accompagnato in questi anni anche solo per un tratto di strada facendolo con il cuore», ha detto l’attore, già David di Donatello come attore non protagonista per Il capitale umano.
E poi i ringraziamenti che non ti aspetti: «Ringrazio la mia lentezza, la mia fragilità, il gioco, la fantasia, l’immaginazione, il grande antidoto a questi tempi così aggressivi e decadenti. Ringrazio Giuseppe Bertolucci, Antonio Capuano, Davide Manuli e Claudio Caligari che mi hanno insegnato sul campo il valore della libertà creativa svincolata dalla logica del profitto». Con dedica finale: «Voglio dedicare questo premio a una persona che non c’è più e avrebbe visto Esterno notte decine di volte, che mi manca molto ma che da qualche piattaforma stellare sicuramente lo avrà visto: mio padre».

Migliore attore non protagonista Francesco Di Leva che nella Napoli di Nostalgia di Mario Martone dà tenacia e coraggio a un sacerdote combattente contro la camorra: «Grazie a Martone, che accompagna la mia carriera da 25 anni. Quel che ha fatto con me è quello che facciamo in quel territorio che si chiama San Giovanni a Teduccio: ricordatelo, è frutto del tuo insegnamento. Dovete sapere che in questo momento ci sono 60 ragazzi che sono nel nostro teatro che si chiama NEST a San Giovanni a Teduccio che stanno guardando la diretta, una palestra abbandonata dove abbiamo formato un teatro». Poi, rivolgendosi alla platea verso la moglie in lacrime: «Dedico questo premio a lei che mi rende un uomo semplice, un uomo onesto. Invece di uno ne state premiando due, perché senza Favino questo premio non lo avrei vinto». Pier Francesco Favino è infatti il faro di Nostalgia, napoletano scappato dalla città per peccati di gioventù che torna tra quartieri e criminalità per chiudere il suo cerchio di ricordi e non detti.
«Mi viene un po’ da ridere, un po’ da piangere»
Tra le attrici Barbara Ronchi ha avuto la meglio sull’immancabile dei David, Margherita Buy, e su niente meno che Penélope Cruz, in platea accanto a Emanuele Crialese che l’ha diretta in L’immensità. Effervescente e sensibile, com’è stata nella stramba e simpatica commedia di emancipazione femminile Settembre, Ronchi ha esordito stringendo il David: «Mi viene un po’ da ridere, un po’ da piangere». E poi: «È stato un onore assistere allo sbocciare di una regista». Giulia Louise Steigerwalt, moglie del regista produttore Matteo Rovere, ha infatti debuttato dietro la macchina da presa con Settembre, subito premiata con il David al miglior esordio alla regia.

Tutt’altro che atteso l’altro David per la recitazione, vinto da Emanuela Fanelli che in Siccità di Paolo Virzì è la rampolla di una spregiudicata famiglia imprenditoriale.
«Il piacere che si prova a vedere un film al cinema è speciale. Andiamo in sala»
David Speciali consegnati a Enrico Vanzina e Isabella Rossellini, raffinata e pregnante, che nel ricevere il premio dalle mani di Matt Dillon ha ricordato Roberto Rossellini e Ingrid Bergman: «Sono stati un papà e una mamma meravigliosi, molto buffi, allegri, con grande senso dell’avventura e passione per il cinema. Io ho cercato di seguirli».
David alla Carriera a Marina Cicogna, pioniera nel mondo della produzione, prima donna del nostro sistema cinematografico patriarcale: «È molto strano: delle volte quando uno meno se lo aspetta succedono cose inattese e anche molto belle, proprio in questo periodo che sono molto malata», ha detto lei, voce ferrea e decisa, corpo incerto, al braccio di Conti. «Adesso improvvisamente ricevo questo premio che mi inorgoglisce molto e appartiene soprattutto al mio passato». Si aggiunge all’Oscar vinto nel 1971 con Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri. E poi un’esortazione a tornare al cinema, mollando ogni tanto telecomando e piattaforme digitali: «Il piacere che si prova quando si vede un film al cinema è tutta un’altra cosa. Andiamo in sala».
«Non me lo aspettavo perché non vinco mai»
Tra gli increduli della serata, a stringere il suo David dorato alla miglior canzone c’è Elodie, alla sua prima candidatura subito condita dai massimi onori. Insieme a Joan Thiele ha cantato Proiettili (Ti mangio il cuore) nel film Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa, in cui ha anche esordito come attrice. «Sono veramente molto emozionata», ha detto tra nervi e allegria la cantante. «Non me lo aspettavo perché non vinco mai ma non è quello l’importante, l’importante è fare belle cose, incontrare persone meravigliose e ho avuto la fortuna di incontrarne tante».

Primo David anche per il compositore e pianista Stefano Bollani, che incredibilmente finora non aveva mai vinto nonostante le tre candidature: «Grazie, sono felicissimo perché mi sembra di far parte di una famiglia, quella del cinema. Sono contento di aver potuto scrivere le musiche di un film molto coraggioso, anche crudele, ambientato in un Medioevo immaginario». È sua la migliore colonna sonora, realizzata per il piccolo strano film Il pataffio.
Ecco tutti i vincitori dei David di Donatello 2023.
Miglior film
Le otto montagne di Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch
Migliore regia
Marco Bellocchio per Esterno notte
Miglior esordio alla regia
Settembre di Giulia Louise Steigerwalt
Migliore sceneggiatura originale
Roberto Andò, Ugo Chiti, Massimo Gaudioso per La stranezza
Migliore sceneggiatura non originale
Felix van Groeningen, Charlotte Vandermeersch per Le otto montagne
Miglior produttore
La stranezza - Angelo Barbagallo per Bibi Film; Attilio De Razza per Tramp Limited; con Medusa Film e Rai Cinema
Migliore attrice protagonista
Barbara Ronchi per Settembre
Migliore attore protagonista
Fabrizio Gifuni per Esterno notte
Migliore attrice non protagonista
Emanuela Fanelli per Siccità
Migliore attore non protagonista
Francesco Di Leva per Nostalgia
Miglior autore della fotografia
Le otto montagne - Ruben Impens
Miglior compositore
Il pataffio - Stefano Bollani
Migliore canzone originale
Ti mangio il cuore – Proiettili (Ti mangio il cuore) - Musica di Joan Thiele, Elisa Toffoli, Emanuele Triglia, Testi e interpretazione di Elodie, Joan Thiele
Migliore scenografia
La stranezza - Scenografia Giada Calabria, Arredamento Loredana Raffi
Migliori costumi
La stranezza - Maria Rita Barbera
Miglior trucco
Esterno notte – Enrico Iacoponi
Migliore acconciatura
L’ombra di Caravaggio – Desiree Corridoni
Migliore montaggio
Esterno notte – Francesca Calvelli con la collaborazione di Claudio Misantoni
Miglior suono
Le otto montagne – Presa diretta Alessandro Palmerini, Post-Produzione Alessandro Feletti, Mix Marco Falloni
Migliori effetti visivi Vfx
Siccità – Marco Geracitano
Miglior documentario – Premio Cecilia Mangini
Il cerchio di Sophie Chiarello
Miglior film internazionale
The Fabelmans di Steven Spielberg (01 Distribution)
Miglior cortometraggio
Le variabili dipendenti di Lorenzo Tardella
David dello spettatore
Il grande giorno di Massimo Venier
David Giovani
L’ombra di Caravaggio di Michele Placido