Madrid d’autunno: 5 film per conoscerla
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Madrid d’autunno: 5 film per conoscerla

di Simona Santoni

Città elegante ed edonista, famosa per la sua movida nata come controcultura post-franchista, è da visitare sempre. Ancor più fuori stagione. Esploriamola attraverso cinque film a mo’ di guida

Pulsante e vivace a tutte le ore, Madrid è una città aperta e creativa in continuo movimento. È elegante ed edonista al contempo, tra palazzi maestosi, musei innumerevoli e movida brulicante. La seducente fermezza neoclassica della Cattedrale dell’Almudena fa il pari con i colori e le strette viuzze del quartiere La Latina dove il mercato El Rastro affolla di bancarelle di antiquariato, libri, vestiti.
Tante facce di uno stesso caleidoscopio di storie, bellezze, scorci. Da scoprire ancor di più ora, che la folla estiva si è diradata, e l’autunno soffonde le luci. E Madrid, ancora, esplode d’energia, con il Festival internazionale di Jazz (dal 2 al 27 novembre) o Feriarte (dal 12 al 20 novembre) che ospita i più abili antiquari e galleristi. E tante mostre ovviamente. Come Picasso e Chanel (al Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza fino al 15 gennaio 2023), che esplora la relazione tra il pittore e la stilista.

Prendendo cinque film ambientati a Madrid a mo’ di guida, conosciamo meglio la capitale spagnola attraverso il cinema che, più o meno indirettamente, l’ha raccontata.

Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio (1980) di Pedro Almodóvar

Pedro Almodóvar è il cantore per eccellenza di Madrid, città amata che ha scelto, trasferendovisi a sedici anni, e che è teatro di tantissimi suoi film. Il regista e la capitale spagnola, liberatasi dalla dittatura nel 1975, sono cresciuti insieme.
Film d’esordio e primo con la sua musa Carmen MauraPepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio è ambientato proprio nella Madrid post-franchista e disegna un microcosmo caotico, ironico e piccante tra coltivazioni di marijuana, poliziotti, relazioni saffiche e pestaggi. È lo spirito della Madrid che si libera nei costumi e si apre alla movida come movimento di controcultura.
Nel cast c’è anche Alaska, cantante simbolo del periodo e icona del movimento omosessuale, che nella sua celebre canzone A quién le importa canta “A quién le importa lo que yo haga? A quién le importa lo que yo diga? Yo soy así, y así seguiré, nunca cambiaré” (A chi importa cosa faccio? A chi importa cosa dico? Io sono così, e continuerò ad esserlo, non cambierò mai).

Pepi abita in calle del Doctor Esquerdo. Bom invece in calle Palma 14, dove ha vissuto anche Almodóvar, una delle strade più importanti del pittoresco quartiere di Malasaña, tra boutique vintage, negozi alternativi e affascinanti caffè, cuore della movida madrilena come rivoluzione culturale e sociale degli anni ’80.

Madrid, quartiere Malasaña
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Madrid, quartiere Malasaña, 19 luglio 2017

The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo (2007) di Paul Greengrass

L’ex agente segreto privo di memoria e braccato dalla Cia, interpretato da Matt Damon, in The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo approda a Madrid, dove si svolge parte della storia.
Seguendo Jason Bourne nelle sue perigliose avventure, passiamo per Plaza Canalejas, in pieno centro, piazza in cui sono concentrati edifici di grande importanza architettonica, come l’Edificio Meneses o Palazzo de Allende o la sede storica del Banco Hispano Americano. E poi per la stazione ferroviaria di Atocha e per calle de los Jardines, calle de la Virgen de los Peligros e Puerta del Sol, il salotto della città, tra i luoghi più antichi di Madrid.

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Madrid, Plaza Canalejas

Apri gli occhi (1997) di Alejandro Amenábar

Apri gli occhi è il film che a Madrid ha addirittura battuto in incassi Titanic. E che ha dato il la al remake hollywoodiano Vanilla Sky, in cui Penélope Cruz interpreta lo stesso ruolo.
Un giovane bello e di successo (Eduardo Noriega), che cambia continuamente amanti, piomba in uno strano mistero psicologico dopo che un incidente d’auto gli ha sfigurato la faccia.
La scena culmine del film si svolge sulla Torre Picasso, grattacielo situato in Plaza de Pablo Ruiz Picasso, nel distretto finanziario AZCA, progettato dall’architetto statunitense di origine giapponese Minoru Yamasaki, lo stesso delle Torri gemelle di New York. All’epoca delle riprese era l’edificio più alto di Madrid e della Spagna, con i suoi 47 piani e 157 metri di altezza. Oggi è il quinto della città e il decimo del Paese.

Madrid, Torre Picasso
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Madrid, Torre Picasso

Il giorno della bestia (1995) di Álex de la Iglesia

Film controverso e folle, come lo sono un po’ tutti i film del provocatore Álex de la Iglesia, vincitore di quattro Goya (gli Oscar spagnoli), Il giorno della bestia è una commedia grottesca horror con protagonista un prete che, convinto di essere l’unico in grado di placcare l’Anticristo, per entrare in contatto con il diavolo decide di praticare il male.
Nel film vediamo in Plaza de Castilla, grande piazza nella zona settentrionale di Madrid, Puerta de Europa, le due torri inclinate una verso l’altra con un angolo di 15° rispetto alla verticale, conosciute anche come Torri Kio, alte 114 metri, ritenute nello script il segno del diavolo.
E poi ecco anche Plaza del Callao, una delle piazze più vive della capitale, a metà della Gran Via, con il cartello luminoso della Schweppes sull’edificio Carrión.

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Puerta de Europa a Madrid, anche conosciuta come Torres Kio

Carne trémula (1997) di Pedro Almodóvar

Apriamo e chiudiamo con Almodóvar. Tra gli innumerevoli film che ha dedicato alla sua città scegliamo come ultimo di questo quintetto Carne trémula, che racconta passioni umane in una Madrid che è essa stessa personaggio, nel passaggio dagli anni bui della dittatura ai giorni nostri. Una Madrid in cui può succedere di tutto, fortune e miserie: per le sue strade nasce Victor (interpretato poi da Liberto Rabal), nel 1970, da una prostituta che gli dice «Mira Victor, Madrid».
Ogni singola scena di Carne trémula è girata a Madrid e parla di Madrid.
Javier Bardem e Francesca Neri abitano in Paseo de Eduardo Dato, 18. Il finale è stato girato in calle del Arenal, via del centro tra la Puerta del Sol e la piazza dell’Opera dove si trova anche il Museo del Jamón.
E anche qui si vedono sotto varie angolazioni le Torri Kio, ovvero le torri di Puerta de Europa, simbolo della nuova Madrid di fine millennio: Victor abita lì vicino, nella baraccopoli della Ventilla, quartiere proletario oggetto negli anni di una radicale trasformazione urbanistica. Ecco che le torri diventano quindi simbolo della distanza di classe.