Marlon Brando e la sua prepotente bellezza in 10 foto vintage
Photo via John Kobal Foundation/Getty Images

Marlon Brando e la sua prepotente bellezza in 10 foto vintage

di Simona Santoni

Di potenza scenica tracotante, imperioso e imprevedibile come i suoi personaggi, nel cinquantenario de “Il Padrino” celebriamo Marlon Brando, icona irripetibile

Per Francis Ford Coppola era fondamentale che Don Vito Corleone, il padre mafioso che ne Il Padrino tramanda ai figli un’eredità di potere e violenza, fosse lui, Marlon Brando. Eppure non ne era per nulla convinta la Paramount Pictures, che con grande fiuto aveva ottenuto i diritti cinematografici del libro di Mario Puzo, da cui è tratto il film, ancor prima della pubblicazione nel 1969. La carriera di Marlon Brando, divo istintivo e statuario presto diventato leggenda, allora era in declino: Brando era sempre più bizzoso e intemperante e il suo film precedente, Queimada di Gillo Pontecorvo, fu un fallimento al botteghino. Gli studios gli avrebbero preferito Ernest Borgnine o Anthony Quinn.

Marlon Brando
Paramount Pictures
Marlon Brando ne “Il Padrino”

Ma Marlon Brando seppe stupire. Interessato alla parte, accettò di registrare un provino, che venne presentato ai produttori in mezzo ad altre audizioni in forma anonima. Si era messo del lucido di scarpe ai capelli per scurirli, in bocca del cotone per gonfiare le guance, ed eccolo a trasudare carisma corruttivo e charme criminale. I boss della Paramount rimasero stupiti della performance, e ancor più nell’apprendere che quell’attore era lui, Marlon Brando. La parte fu sua.

E il 15 marzo 1972 Il Padrino debuttava al cinema in anteprima, per essere poi rilasciato su larga scala negli Stati Uniti il ​​24 marzo e diventare il film cult che tutti conosciamo, ispiratore di due sequel, punto di riferimento culturale dell’ultimo mezzo secolo.

Marlon Brando
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Marlon Brando in piedi di fronte a una libreria, 1952 circa

Marlon Brando all’epoca aveva 47 anni e un aspetto ancora giovanile, ma il truccatore Dick Smith gli colorò e diradò i capelli, creò rughe realistiche, scolorì i denti e applicò protesi dentali: voilà il minaccioso Don Vito Corleone. Che fece vincere a Brando il suo secondo Oscar, dopo quello conquistato nel 1955 per Fronte del porto.

Marlon Brando
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Marlon Brando e Vivien Leigh chiacchierano sul set di “Un tram che si chiama desiderio”, 1951 circa

Di potenza scenica tracotante, imperioso e imprevedibile come i suoi personaggi, come il primitivo e rabbioso Stanley Kowalski di Un tram che si chiama desiderio (1951) o come il distruttivo e scandaloso vedovo Paul di Ultimo tango a Parigi (1972), Marlon Brando è stato un’icona irripetibile.

A 50 anni dall’uscita de Il Padrino, lo celebriamo in foto nella sua prepotente bellezza.