Wonka: Timothée Chalamet canta, balla e diverte – Recensione
Timothée Chalamet alla prima mondiale di di "Wonka" a Londra (Photo by Gareth Cattermole/Getty Images)

Wonka: Timothée Chalamet canta, balla e diverte – Recensione

di Simona Santoni

Bizzarro e giocoso, il giovane attore sprizza energia dall’inizio alla fine in cappotto bordeaux. Con una leggerezza caramellata fuggevole che allieta nella sua magia creativa e cromatica

Gioioso, bizzarro, elastico, Timothée Chalamet zampetta e canta come non mai in Wonka di Paul King, uno dei film più attesi di questo 2023 in scadenza (al cinema dal 14 dicembre). Difficile scovarlo in un’inquadratura senza sorriso in viso. Con l’iconico cappotto di velluto bordeaux addosso, è il Willy Wonka prima di Gene Wilder e di Johnny Depp, prima di diventare il più grande inventore, mago e cioccolataio del mondo come narrato dallo scrittore britannico Roald Dahl ne La fabbrica di cioccolato.
In un prequel che va alle origini del personaggio narrato negli adattamenti cinematografici del 1971 di Mel Stuart e del 2005 di Tim Burton, Wonka offre quasi due ore di intrattenimento puro, simpatico, zuccheroso, colorato. È una leggerezza caramellata in verità piuttosto fuggevole, ma che sa allietare gli occhi con la sua magia creativa e cromatica. E con un “grande” Hugh Grant, irresistibile Umpa Lumpa di pelle verde, capelli arancio, stazza mignon. 

Timothée Chalamet in Wonka
Credits: Warner Bros. Entertainment
Timothée Chalamet in “Wonka”

Chamalet al film fisicamente più impegnativo

«È stato il progetto fisicamente più impegnativo a cui abbia mai partecipato. E valeva per ogni ripresa, per l’entusiasmo del personaggio e per il fatto che non era prevista alcuna scena realmente statica», ha ammesso nelle note stampa Timothée Chalamet, convincente giovane Willy Wonka traboccante di fiducia in sé stesso e nel mondo, ingenuo, amabile, generoso e magico. «Ho studiato canto e sono stato seguito da un vocal coach, il nostro capo dipartimento della musica, il britannico James Taylor. Inoltre ho partecipato ai corsi di danza di Chris Gattelli, un fantastico coreografo newyorkese. Poi prove su prove. Così facendo, quando è iniziato il film ero già fisicamente preparato».

La storia narrata da Wonka è un soggetto originale ideato dal regista e sceneggiatore britannico Paul King, che già ha dimostrato una forte passione per la letteratura per ragazzi avendo scritto e diretto Paddington (2014) e Paddington 2 (2017) dai libri di Michael Bond.
Ora King prende un personaggio amato come Willy Wonka e lo inserisce in una narrazione inedita, al di fuori dei limiti del materiale originale di Roald Dahl. Ed ecco che compaiono personaggi nuovi. C’è la locandiera lavandaia grassoccia e coi denti gialli interpretata da una spaventosa e buffa Olivia Colman. E poi il bruto suo braccio destro (Tom Davis), la ragazzina orfana Noodles (Calah Lane), la mamma di Willy Wonka (Sally Hawkins). Ed ecco il pericoloso e quanto più caricaturale trio del Cartello del cioccolato (Paterson Joseph, Matt Lucas, Mathew Baynton)…

Olivia Colman in Wonka
Credits: Warner Bros. Entertainment
Olivia Colman in “Wonka”

Timothée Chalamet è dall’inizio alla fine il faro sprizzante energia di Wonka, quando balla in coreografie allegre, quando sogna, quando ripete e ripete a piena gola: «Non c’è un cioccolato così».

«Quando penso a Timothée in questo ruolo, penso a quanto sia stato semplice sceglierlo per il ruolo di Wonka. Ha delle qualità straordinarie», ha detto di lui King. «È come se provenisse da un’altra dimensione. Sembra che catturi l’essenza di questo personaggio magico ultraterreno in modo completamente perfetto. Racchiude l’ottimale combinazione tra energia strana e leggermente inconoscibile, con sincerità, umorismo ed eccentricità. Alla fine è diventato un vero partner creativo nel film».

Keegan-Michael Key, che è il capo della polizia ben corruttibile per del buon cioccolato, ha avuto parole di miele per Chalamet: «Questo ragazzo non smette mai di stupire. A me sorprende continuamente, e il suo lavoro è davvero variegato. Guardando i suoi lavori passati, si evince il fatto che pur essendo ancora giovane ha un’anima tanto profonda. Esteticamente è palese che sia molto bello, ma è anche tanto altro. Sono sicuro che lavorerà per molto molto tempo. È più che un bel viso, apporta qualcosa di profondo e interessante. Dà sostanza ai suoi ruoli».

E pur nella sua levità da sognatore appassionato, anche al Wonka magrolino e sprovveduto degli esordi Timothée Chalamet ha dato un tocco naïf e fantasticante eppur di sostanza.

Qui il trailer di Wonka:

Wonka, un film gioioso con Hugh Grant dispettoso

Tra fenicotteri rosa, cioccolatini “vola cioc” che fanno lievitare in volo, il cioccolato positivo che fa veder con più brillantezza la realtà, il Wonka Chocolate Shop con tanto di fiume e fiori, Wonka trabocca di giocosità.

«È un film gioioso. Apporta luce in un mondo che ne ha un disperato bisogno», ha detto Timothée Chalamet, che compirà 28 anni a breve, il 27 dicembre. «Da giovane attore, sono attratto da ciò che è emotivamente stimolante: vuoi per un senso di vanità o forse per un bisogno di esprimere anche le mie emozioni. Quando ho letto il copione di Wonka, ho notato le classiche sfide che scoraggerebbero qualsiasi attore: il canto e il ballo. Ma poi ho pensato ai temi principali di questo film, alla sua ragion d’essere: cioè portare gioia nel mondo, invogliare a sognare e incoraggiare i sognatori a continuare a farlo. Incoraggiare a mostrare sé stessi per come si è, chi si è, senza alcuna remora. È dichiarare che condividere la gentilezza e l’entusiasmo significa tracciare una strada per il futuro, non solo per sé stessi, ma anche per coloro che ci circondano».

I costumi eccentrici e attenti sono della costumista Lindy Hemming, colei che «ha curato i costumi de Il Cavaliere oscuro, il film che a 12 anni mi ha fatto venire voglia di recitare», ha commentato Chalamet, «volevo assolutamente far parte di quel mondo!».

Timothée Chalamet e Hugh Grant in "Wonka"
Credits: Warner Bros. Entertainment
Timothée Chalamet e Hugh Grant in “Wonka”

Piccolo, ingegnoso e dispettoso, l’entrata in scena di Hugh Grant come ostracizzato Umpa Lumpa è un coup de théâtre. Esilarante! E ogni volta che risbuca in scena è impossibile trattenere i risolini.
«Non sarebbe un film di Willy Wonka senza un Umpa Loompa», ha detto il regista sceneggiatore. «Nel libro, gli Umpa Lumpa hanno poesie o canzoni lunghe molte pagine, e sono molto divertenti e sarcastici. Hanno un modo di fare gioioso, ma possono essere anche pungenti e sardonici. La voce di Hugh Grant continuava a tornarmi in mente. E l’idea di lui con la pelle arancione e i capelli verdi… Una volta che ce l’ho avuta in testa, è stato difficile scacciarla. E poi dovevo necessariamente condividere quell’immagine con il mondo intero». Un’immagine così strampalata e azzeccata che difficilmente ci toglieremo dalla mente.

Fa sorridere anche come Hugh Grant ha avuto la parte. Il belloccio di Notting Hill, oggi 63enne, ha raccontato: «Paul ed io siamo sempre rimasti vagamente in contatto fin da Paddington 2 . Poi mi sembra che un giorno mi abbia mandato un’email informandomi del suo lavoro su Wonka. Era pazzo di Roald Dahl fin da bambino. Esattamente come era ossessionato da Michael Bond e Paddington, La fabbrica di cioccolato era uno dei suoi libri preferiti. Poi mi ha spiegato quanto amasse gli Umpa Lumpa dei primi film, soprattutto per il loro modo di fare così fastidioso. E ha detto: “Ogni volta che penso a qualcuno di veramente burbero e sgradevole, mi vieni immediatamente in mente tu”. E così quella è stata la sua proposta».