L’arte della mixologia: viaggio attraverso i migliori mixologist del mondo

L’arte della mixologia: viaggio attraverso i migliori mixologist del mondo

di Carolina Saporiti

Dall’Australia a Miami, passando per la Cina e Hong Kong e poi fino in Canada. Vi presentiamo alcuni dei migliori bartender del mondo. Da segnare e andare a trovare il prima possibile

Creativi, a volte geniali, sorridenti, affabili, con una memoria straordinaria e un’energia che sembra infinita. I mixologist più bravi del mondo sono così: hanno idee brillanti da provare, osano con ingredienti e accostamenti, li vedi dietro al bancone e sembrano sempre di buon umore e anche se, lo sappiamo, non può sempre essere così nella vita di nessuno, la loro buena energia è sempre contagiosa. 

Perché per essere un bravo mixoligist non basta sapere preparare buoni cocktail: bisogna saper creare, innovare, ricercare nuove idee e ingredienti, preparazioni e fare star bene. Ecco chi sono – secondo l’ultima classifica dei World’s Best Bars And Bartenders 2022.

Moe Aljaff – The Schmucks, Miami, USA

Moe Aljaff ha dato vita da poco, dopo una lunga e felice esperienza a Barcellona, The Schmucks, un pop-up bar a Miami, in collaborazione con Moxy South Beach Hotel. Nonostante il nome sia molto simile a quello del locale in Spagna, le atmosfere sono molto diverse, nel senso di molto più glamour.

A 18 anni Aljaff ha lasciato la Svezia, per trasferirsi ad Amsterdam, dove inizialmente ha lavorato per locali notturni e poi ha cominciato a stare dietro ai banconi dei bar. Ha trascorso un anno in India, poi si è trasferito in Thailandia, vendendo birre e shot nelle bettole lungo la strada. Alla fine è tornato in Europa, a Oslo, dove ha iniziato davvero la sua carriera, partecipando all’apertura del bar Himkok, dove poi ha imparato tutto sui cocktail e la loro preparazione. Dopo aver partecipato (e vinto) un concorso globale, si è trasferito a Barcellona, dove ha dato vita a Two Schmucks. A ottobre dello.

Lorenzo Antinori – Hong Kong, Cina

Romano, 1987, è stato brand ambassador di Four Seasons e bar manager nell’hotel della catena di Hong Kong, dove ha anche aperto un suo bar Argo fino alla fine di questo anno. Prima di approdare qui, ha lavorato in Asutralia, Messico e nel leggendario Savoy di Londra e poi al Dandelyan. Ma la carriera è iniziata proprio nella sua città, Roma, all’Hotel de Russie. Ma prima di diventare uno dei migliori mixologist del mondo, Antinori aveva intrapreso altri studi – decisamente diversi. Ha infatti frequentato 3 anni di giurisprudenza prima di scegliere quale fosse la sua strada. 

Antinori è autodidatta, ma può vantare di avere lavorato assieme a nomi leggendari di questa arte, soprattutto durante il suo periodo a Londra. E proprio uno dei suoi maestri di Londra gli ha consigliato di andare in Giappone per studiare con alcuni bartender famosi, come Kazuo Uyeda-san e Hidetsugo Ueno-san. Lì ha potuto osservare il metodo di lavoro che si basa su una filosofia molto diversa dalla nostra. Tutto è collegato alla ritualità dei gesti, all’estrema attenzione dei dettagli, alla cura del cliente. Anche i drink sono legati all’antica cerimonia del tè. Ora che ha lasciato Argo, dicendo però che non lascerà la città, tutti sono in attesa di scoprire le sue novità.

Giorgio Bargiani – The Connaught Bar, Londra, UK

Pisano, la sua famiglia è proprietaria dell’osteria Le Bandierine, nel centro della città. Durante e dopo l’università, Bargiani ha intrapreso il suo percorso in bar e locali della Toscana, da qui è poi passato all’hôtellerie di lusso, passando per lo Splendido di Portofino e a Le Manoir aux Quat’Saison di Oxford. Da qui è volato al mitico Connaught Bar di Londra in Mayfair, dove oggi lo gestisce insieme a un altro bartender italiano, Agostino Perrone. Arrivato come assistente nel 2014, in poco tempo è diventato prima Head Mixologist e lo scorso anno Assistant Director of Mixology. 

Insieme hanno portato il bar di Londra in cima alla classifica 50 World’s Best. Il Connaught, aperto nel 2008, si distingue infatti non solo per i drink serviti, le bottiglie attentamente scelte, ma anche per il servizio accuratissimo: elegante, caldo ed easy allo stesso tempo. Un’accoglienza all’italiana, dicono loro stessi, che fa sentire tutti subito come a casa.


Lorenzo Antinori, beverage ambassador Four Seasons

Kate Boushel (Atwater Cocktail Club/Milky Way Cocktail Bar, Montréal, Québec, Canada)

Originaria di Montreal, Kate Boushel ha una conoscenza profonda di alcolici e anche di birre artigianali. Ha iniziato a fare la bartender, mentre si laureava – con passione – in scienze politiche e relazioni pubbliche, con il desiderio di occuparsi di cause sociali. E così ha fatto, lavorando per alcuni anni nel settore advocacy e proseguendo poi la sua carriera come PR in un’agenzia creativa internazionale. Lavorando per alcuni ristoratori o gestori di bar si è accorta di quanto le mancasse il bancone.

Il lato umano di questo lavoro è una delle cose che ama di più. Dopo alcune esperienze in diversi locali, ha partecipato all’apertura dell’Atwer Cockatil Club un bar intimo in stile speakeasy gestito dal Groupe Barroco. Oggi è Bar Manager ma anche responsabile della formazione, in tema soprattutto di sostenibilità e continua anche la sua attività di advocacy, al di fuori del bar.

Keith Motsi (Charles H. Seoul at the Four Seasons Hotel, Seoul, Corea del Sud)

Con un’intrigante miscela di carisma e diligenza dietro il bancone, Keith Motsi è un mixologist che difficilmente si può scordare una volta incontrato. Per lui l’interazione con i clienti è fondamentale: È troppo freddo? Le luci sono giuste? La musica è troppo alta? potrebbe chiedervi, perché per lui gli ospiti vogliono un posto che li faccia sentire a casa e se i cocktail sono fondamentali, naturalmente, al bar si va soprattutto per un’esperienza.

Nato in Zimbabwe e cresciuto in Inghilterra, Keith è cresciuto in una famiglia che amava cucinare e ospitare. Ingredienti di qualità e incontri gioiosi (e golosi) sono sempre stati una parte importante della sua vita. Ha iniziato a lavorare in un bar prima di avere l’età per servire alcolici: un lavoro part-time al Jakes Bar & Grill di Leeds. È stato amore a prima sera: ‘La gente festeggiava, piangeva, si innamorava, era nostalgica – l’atmosfera era incredibile. E i baristi erano delle rock star!‘ racconta. All’epoca, però, il bartending non sembrava una strada percorribile. Ma quando Keith si trasferì a Londra per studiare architettura, si aprì un mondo completamente nuovo… il resto è storia.

Luke Whearty (Byrdi, Melbourne, Australia)

Dopo aver lavorato a Singapore per quasi 4 anni e aver ricevuto più di 10 premi in 3 anni, Luke Whearty è tornato nella sua città natale, Melbourne, per aprire il suo nuovo progetto BYRDI. Luke è conosciuto come una delle persone più lungimiranti del settore e le sue bottiglie BYRDI si trovano già nei bar di tutto il mondo. Whearty ha studiato psicologia e ha iniziato a lavorare dietro a un bancone la notte perché gli permetteva di studiare e surfare di giorno. Ma piano piano quel lavoro è diventato una passione a cui ha deciso di dedicarsi completamente.

In carta si trovano cocktail apparentemente ‘semplici’, ma che in realtà sono complessi, con lavorazioni complesse come l’affumicatura, la distillazione, la fortificazione e la fermentazione, il tutto utilizzando varietà specifiche di frutta provenienti da frutteti locali. Questo infatti è uno dei tratti maggiormente distintivi di Luke: l’utilizzo il più possibile di ingredienti prodotti localmente.


Keith Motsi lavora al Four Seasons di Seoul