Francesco Bagnaia

Francesco Bagnaia

Pilota italiano su moto italiana: Pecco e Ducati formano una coppia d’assi. Il campione torinese, chef mancato, si racconta tra tennis, moda, un colpo di fulmine e una conquista faticosa

di Cristina Marinoni

Dopo mesi fitti di trasferte, dall’Asia attraverso l’Europa fino alle Americhe, la MotoGP si ferma qualche settimana. La pausa ci offre l’opportunità rara di incontrare Francesco “Pecco” Bagnaia: la cogliamo al volo e lo raggiungiamo un pomeriggio nelle Marche, dove abita da otto anni. Il motivo del cambio di residenza? Valentino Rossi. Se il rider piemontese corre nella classe regina è anche merito di “Vale”: Bagnaia è cresciuto nella VR46 Academy e ne fa parte tuttora. Da mito assoluto, “The Doctor” è diventato suo mentore e maestro. «Mi ha colpito molto per la forza mentale, la determinazione, la conoscenza di qualsiasi cosa e la pazienza nelle spiegazioni», dice il pilota del Ducati Lenovo Team, appena arrivato sul set. 


Giacca Off-White c/o Virgil

Ad attirare subito la sua attenzione è la selezione di modelli della Carrera Ducati Eyewear Collection che indosserà nel servizio fotografico: il campione del mondo della Moto2 2018 è ambassador della linea ispirata alla Panigale, uno dei gioielli realizzati dalla factory bolognese. «La collaborazione perfetta per me: ho un debole per gli occhiali da sole e non esco mai senza» (in effetti, sta piovendo da stamattina eppure ne ha un paio con sé, ndr).
Il fuoriclasse, nato nel 1997 a Chivasso, 30 minuti d’auto da Torino, ci concede due ore e i ritmi sono serrati, ma la pressione non gli crea problemi: il suo mestiere è battere il cronometro, oltre che gli avversari. «In carena un centesimo di secondo può proiettarti sul podio o lasciarti ai suoi piedi ed è necessaria la totale concentrazione a ogni curva, ogni staccata, ogni sorpasso, ogni cordolo che sfiori. Sfrecciare a 360 km orari genera emozioni esplosive che mi restano in circolo a lungo». 


Polo in maglia Dior, occhiali da sole Carrera Eyewear

Di conseguenza, quando toglie il casco, non ha bisogno di ulteriori dosi di adrenalina nelle vene: «Mi alleno (il motociclismo è uno sport vero e proprio, non basta aprire il gas, servono muscoli d’acciaio per domare bolidi da 250 cv e 150 kg, ndr) e sto tranquillo». La quiete dopo la tempesta.

Nei momenti di relax il vicecampione della MotoGP (la scorsa stagione Fabio Quartararo l’ha superato con il distacco ridotto di 26 punti) segue il tennis, «Tifo gli italiani, Jannik Sinner, Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti in particolare: a soli 20 anni ha uno stile da manuale, con quel rovescio a una mano, e un potenziale enorme da esprimere. Quella della racchetta è una disciplina che mi attrae, forse perché è individuale come la mia, e vorrei imparare a giocare bene: è passato un anno dalla full immersion di una giornata in campo e la ripeterei domani: mi sono divertito molto». Poi il rider che guiderà la Desmosedici GP almeno fino al 2024 (contratto rinnovato a febbraio) si mette volentieri ai fornelli. «Mi piace sperimentare: pasta con burro alle alici, stracciatella e gamberi è stata la mia ultima ricetta ed è venuta coi fiocchi. 


Polo in maglia Dior

«A noi rider serve una buona dose di coraggio, ma anche un po’ di paura. Non tanto di cadere e farci male – altrimenti non correremmo – quanto di sbagliare e non ottenere risultati».

Alla faccia della dieta (tristissima e rigidissima) dell’atleta, tipo riso in bianco, pollo ai ferri e verdure: «Per fortuna non tendo a ingrassare, a un bel primo gustoso resisto a fatica e mi concedo una cena al ristorante una volta a settimana (vedi pag. 210, ndr). Se non fossi pilota, forse farei lo chef». Invece, complici papà e zio appassionati delle due ruote – «Giravano in circuito a livello amatoriale e li accompagnavo anche all’estero» – a nemmeno 6 anni montava già in sella. Da lì sopra non è più sceso, nonostante le rinunce, a partire dalla vita da ragazzo “normale”, impraticabile per un globetrotter come lui. «L’unica che mi costa cara riguarda la famiglia, siamo molto uniti. Supplisce alla mancanza mia sorella Carola, maggiore di 20 mesi: mia assistente e media manager dal 2017, non mi lascia mai e mi aiuta a sentirmi a casa anche nel paddock. I diritti d’autore per il soprannome “Pecco” sono suoi: da bambina mi chiamava così».


Occhiali da sole Carrera Eyewear

Mentre si piazza davanti alle luci per il prossimo scatto, il talento della “Rossa” parla dei genitori – «Mi hanno sempre supportato con una richiesta precisa: impegnarmi al massimo» – e sistema il giacchino fantasia, che apprezza. Sarà perché passa giorni interi sigillato nella tuta di pelle (di canguro, ndr) su misura, preferisce vestire easy e comodo: «Lo street style è proprio il mio. Con la scarpa giusta tra le sessanta circa che infilo a rotazione: da vela, stivaletti, mocassini, sneaker e qualche paio classico da abbinare ai look eleganti, d’obbligo nelle occasioni speciali».

Sono le 16, il tempo a disposizione è scaduto, ma il rider non scappa subito via: «Non dimenticherò quest’esperienza nuova. La moda mi interessa, anche grazie alla mia fidanzata Domizia, fashion buyer. Peccato non sia qui, è al lavoro». È lei uno dei due amori immensi di Bagnaia (l’altro è la moto, ovviamente, ormai prolungamento del suo corpo): si frequentano da cinque anni e conquistarla non è stato semplice. Più difficile di un Gran Premio? «Molto di più: una gara dura 40 minuti; mi sono serviti cinque anni per convincerla a uscire con me».

Nella foto di apertura giacca Louis Vuitton

Photos by Stefano Galuzzi, styling by Edoardo Caniglia, Grooming: Ezio Diaferia. Styling assistant: Valentina Volpe