Metro Boomin

Metro Boomin

Grazie a nove ore di macchina ogni mese e a un buon uso dei social, oggi Metro Boomin è uno dei producer più influenti. Da The Weeknd a Kanye West, non c’è artista che non abbia collaborato con lui. Anche perché ogni suo nuovo pezzo diventa un successo planetario

di Federico Bernocchi

«Non avevo ancora la patente per cui mia mamma, almeno una volta al mese, mi portava da St. Louis ad Atlanta. Sono otto, nove ore di macchina. Ma è da lì che è partito tutto, da Atlanta».

L’assolata Memphis ha partorito la Sun Records e gente come Elvis o Otis Redding. Le fabbriche di automobili di Detroit sono legate alla Motown, a certo garage punk e alla techno. Dalla pioggia di Seattle è spuntato il grunge e band come i Nirvana o gli Alice in Chains. Ci sono alcune città intrinsecamente legate alla musica. Perché quel sound, quel genere musicale, non è creato solo dai musicisti, ma anche dalle caratteristiche specifiche dei luoghi, dalla loro architettura, dal clima. Se non fosse stato per i leggendari party di DJ Kool Herc non ci sarebbe il rap, certo, ma dove poteva svilupparsi se non a New York, con i suoi projects, i tombini fumanti, i treni della metropolitana?

Metro Boomin
Abito, camicia e collana Louis Vuitton

Atlanta è la città in cui è nata l’ultima rivoluzione musicale, quella che per comodità chiameremo trap. Parte da lì perché ci sono stati nomi come OutKast o T.I., ma anche perché ad Atlanta fa caldo, c’è quell’umidità nell’aria, quelle villette a schiera basse… E infine perché, più o meno verso il 2012, non ancora maggiorenne, zaino in spalla e computer in mano, ci si è trasferito a vivere e lavorare Leland Tyler Wayne, in arte Metro Boomin, producer e beat maker in questo momento tra i più influenti nel mondo.

Grazie a sua madre e a un buon uso dei social, Leland è entrato in contatto con quelli che oggi sono riconosciuti come i padri fondatori di quel genere. «Lì ho conosciuto Tay Don, OJ da Juiceman che si è inventato il nome Metro Boomin e che mi ha prestato Gucci Mane. Per me già stare in una stanza insieme a loro, vederli lavorare insieme era il massimo».

In pochissimo tempo Metro è diventato il produttore della scena di Atlanta: ha stretto delle solidissime collaborazioni artistiche con Future, 21 Savage, i Migos, Young Thug. Da lì in avanti la sua ascesa è stata inarrestabile. Oggi non c’è artista – da The Weeknd a Travis Scott, passando per Kanye West o Post Malone – che non abbia fatto un pezzo con lui, e ogni sua singola uscita diventa immediatamente un successo planetario.

Metro Boomin
Bomber, tank top, pantaloni e cintura Louis Vuitton

E chissà se, quando ha iniziato, era consapevole che ciò che stava facendo stava cambiando le regole del gioco: «No, direi di no. Perché quando lavoro sono talmente concentrato sulla musica che nella mia testa non c’è spazio per nient’altro. Certo, oggi riguardando indietro e pensando a tutti quelli con cui ho collaborato in quegli anni, fa impressione. Ma all’epoca volevamo solo stare insieme e fare della bella musica. Però abbiamo cominciato a farlo in maniera differente rispetto a prima: fino al 2012 il produttore era considerato una figura solitaria. Noi invece eravamo sempre tutti insieme; lo studio dove lavoravo era lo stesso che frequentavano gente come Sonny Digital, Dj Spin, 808 Mafia o Honorable C.N.O.T.E. Per cui, istintivamente, abbiamo cominciato a collaborare, a produrre beats insieme. E col tempo questa cosa è diventata la norma: oggi dietro a una canzone trovi il nome di cinque o sei producer».

A guidarlo, dice, «è l’istinto. Per me l’istinto è fondamentale. Ho studiato pianoforte, capisco la teoria musicale, ma principalmente mi affido al mio orecchio, che è collegato direttamente al mio cuore. Ascoltando un pezzo riesco a capire cosa manca, cos’ha di troppo, quello che funziona e quello che non funziona». E non si limita solo all’aspetto musicale: «Mi piace curare ogni parte di un progetto, anche quella visuale: la copertina, il titolo…».

Giacca e camicia Louis Vuitton
Giacca e camicia Louis Vuitton

A proposito dell’aspetto visivo, dopo infinite collaborazioni e due album a suo nome come Not All Heroes Wear Capes e Heroes and Villains, Metro Boomin è stato chiamato per comporre la colonna sonora dell’incredibile film d’animazione Spider-Man: Across The Spider-Verse: un album che mette insieme un numero impressionante di musicisti come Swae Lee, Nas, James Blake, Don Toliver o A$AP Rocky.

«Da quando sono un bambino, per me musica e immagini vanno di pari passo: una canzone è come un film, in cui le immagini vengono create da chi ascolta. E più è ricca la musica, più dettagli aggiungi, più quelle immagini diventano vivide. La melodia è davvero un linguaggio universale, esattamente come Spider-Man che è un personaggio in cui si rispecchiano milioni di ragazzi in tutto il mondo».

Metro Boomin
Total look Louis Vuitton

Milioni anche quelli che si rispecchiano nell’hip hop, per cui gli chiediamo se sa spiegare per quale motivo questo genere musicale continua a essere così trasversale e così culturalmente rilevante: «È sempre stato un mash-up di elementi provenienti da generi differenti», risponde lui: «I pionieri non avevano a disposizione uno studio di registrazione, ma semplicemente un giradischi e dei vinili. Da lì hanno creato un suono nuovo, partendo da qualcosa di preesistente, mescolandolo, cambiandone il significato. Per questo è ancora oggi così affascinante e nuovo. Da un certo punto di vista il rap ha un’attitudine molto punk: è libero e sfugge a ogni tentativo di catalogazione».

Metro Boomin ha da poco compiuto 30 anni e anche se non indossa, come dovrebbe, un mantello, è già un supereroe. Una leggenda.

In apertura Metro Boomin indossa Louis Vuitton. Photos by Jenny Gage + Tom Betterton, styling by Ali Kornhauser. Grooming: Chelsea Cotton. Barber: Busko. Braids: Priscilla Williams. Styling assistant: Savannah Tyson-Yarbrough.