5 film da vedere assolutamente per amanti di design e architettura
Immagine del film "Ex machina" (Foto: Universal Pictures)

5 film da vedere assolutamente per amanti di design e architettura

di Simona Santoni

Registi, sì, ma con gusto da architetti e interior designer. Ci sono alcuni film che seducono nell’estetica e nei dettagli. Nelle linee geometriche accattivanti, negli interni futuristici o vintage, nell’arredamento ad arte. Una magnifica fonte d’ispirazione

Linee geometriche accattivanti, architetture che integrano natura e abitazione, interni vittoriani e al contempo futuristici. Il cinema ha flirtato tante volte con il design con film dall’estetica sorprendente. In vista del Salone del Mobile di Milano, in programma dal 16 al 21 aprile 2024, qui ripercorriamo cinque film perfetti per amanti dell’architettura e del design. Sono fonte d’ispirazione. E sono stimolo, per piombare immediatamente in una dimensione diversa, affascinante, tutta da vedere e da sentire.

Ex Machina (2015) di Alex Garland

Mentre al cinema romba il suo nuovo film Civil war, con gli Stati Uniti divorati da bombe, squarci e odio, all’esordio da regista il britannico Alex Garland aveva sottilmente affascinato con Ex Machina. Sci-fi misterioso, di fine tensione psicologica, è una sorta di triangolo tra due uomini e una bellissima androide, ovvero Alicia Vikander ai suoi albori.

film design architettura Ex machina
Foto: Universal Pictures
Domhnall Gleeson e Oscar Isaac nel film “Ex machina”

Il film si svolge interamente in unico luogo, il rifugio di montagna in Alaska del milionario che costruisce umanoidi, interpretato da Oscar Isaac. Una location di splendido design minimalista. Questa meravigliosa dimora solitaria deriva da set appositamente realizzati ai Pinewood Studios in Inghilterra e dalla combinazione di due strutture reali. Una è il meraviglioso Juvet Landscape Hotel, in Valldal, Norvegia nordoccidentale.

Juvet Landscape Hotel, Valldal, Norvegia
Foto: Getty Images
Juvet Landscape Hotel, Valldal, Norvegia

Progettato dallo studio norvegese Jensen & Skodvin Architects, l’hotel è composto da cabine rivestite in legno incastonate tra rocce, foreste e acqua corrente in una valle glaciale. Dalle vetrate estese dal soffitto al pavimento di quella che nel film diventa la sala da pranzo del milionario, la vista è mozzafiato.

Il tavolo da pranzo e le panche in ardesia e acciaio sono stati realizzati su misura. Sulla terrazza esterna ecco due sedie Safari vintage in palissandro e pelle, ricoperte con pelli di pecora.
Per le altre stanze invece, incluso il soggiorno, è stata usata una casa estiva privata sui fiordi norvegesi chiamata The Residence, anch’essa progettata da Jensen & Skodvin, scavata nel fianco di una montagna. La roccia irrompe in casa in tutto il suo charme. Ecco poi il moderno ed elegante divano bianco Alison Plus dalle linee essenziali e il tavolino Teri by Camerich e luci in rame disegnate da David Derksen.

Io sono l’amore (2009) di Luca Guadagnino

Io sono l’amore, probabilmente il film più ammaliante di Luca Guadagnino, è una gioia per gli amanti del design e dell’architettura.
La ricca famiglia protagonista, con un’irrequieta Tilda Swinton che parla italiano, abita un bijoux di architettura milanese. È Villa Necchi Campiglio, dimora storica progettata nei primi anni ’30 dall’architetto Piero Portaluppi.

film design architettura Io sono l'amore
Foto: Mikado Film
Immagine del film “Io sono l’amore”

Situata in centro a Milano, riflesso dell’agiatezza della borghesia industriale meneghina, ha un giardino rigoglioso, un campo da tennis e una piscina elegante, la prima piscina privata della città.
Guadagnino l’ha scoperta su un libro dedicato alle migliori dimore italiane e l’ha scelta ben prima che la villa venisse aperta al pubblico dal Fai come casa museo.

Villa Necchi Campiglio di Milano
Foto: arenaimmagini.it / FAI
Villa Necchi Campiglio di Milano

Dalle linee geometriche rigorose, in scia al razionalismo di inizio Novecento, Villa Necchi Campiglio ha facciata rivestita in marmo, con vetrata di vetro luminosa. Gli interni sono di Art Decò. La sala d’ingresso è grandiosa, con una scala in marmo incorniciata da una singolare balaustra con dettagli dorati. È abbacinante il giardino d’inverno, ovvero la sala con il verde che freme sui marmi Roja e Patrizia del pavimento, sul divano a “S” e dalla vegetazione che si intravvede dalle ampie vetrate.

Villa Necchi Campiglio di Milano
Foto: arenaimmagini.it / FAI
La veranda, giardino d’inverno, di Villa Necchi Campiglio

Guadagnino ha dimostrato indubbio gusto estetico, confermato nel film successivo Chiamami col tuo nome, che gli è valso la fama internazionale. Non a caso dal 2017 è anche interior design, con un proprio studio di architettura.

A single man (2009) di Tom Ford

L’attenzione per il dettaglio è così dannatamente elegante e seducente nel cinema di Tom Ford. E non ci si poteva aspettare niente di diverso dallo stilista cultore del bello fattosi regista. Così è nel più recente film Animali notturni, dove la gallerista interpretata da Amy Adams abita una villa di cementi e vetrate. Così è nel suo incisivo esordio dietro la macchina da presa, A single man, racconto tra thriller e storia d’amore. Un film da studiare per amanti di design e architettura.

film design architettura A single man
Credits: Fade to Black Productions
Immagine del film “A single man”

Ambientato nel 1962, inizia e finisce all’interno dell’appartamento del raffinato professore dal volto di Colin Firth, segnato dalla perdita del compagno (Matthew Goode). Di design modernista, l’abitazione utilizzata è casa Schaffer a Glendale, in California, disegnata da John Lautner nel 1949. Piccolo tesoro d’architettura, sembra un’estensione del suo protagonista. Costruita interamente in acciaio, vetro, legno e cemento, è un tutt’uno con il giardino che la circonda. Nelle riprese dall’esterno verso l’interno, le vetrate che stagliano Firth, al di là del vetro, enfatizzano la solitudine del suo personaggio.

Per il film casa Schaffer è stata arredata con mobili e accessori anni ’60, come l’intrigante divano che sembra abbracciare gli ospiti a mo’ di semicerchio.
Del resto è vero che oggi Tom Ford è un’icona della moda, ma nel suo curriculum c’è una laurea in architettura alla New School.

Grand Budapest Hotel (2014) di Wes Anderson

Impossibile non citare Wes Anderson in questa summa. I suoi film sono una giostra per gli occhi. Brillano in estetica visiva e simmetria, fonte di ispirazione per designer e architetti.

In Grand Budapest Hotel protagonista è un maestoso albergo tra le montagne dell’Europa orientale, un tempo prestigioso, ora decaduto. Anderson e lo scenografo Adam Stockhausen lo hanno ricostruito in un mix di modellino plastico in scala, effetti visivi e location reali.

La sua facciata prepotentemente rosa, a forma di torta, è un omaggio alla grandezza europea novecentesca. La hall e gli interni sono stati girati nel Kaufhaus Görlitz, un grande magazzino di Görlitz, in Germania, uno dei meglio conservati dell’inizio del XX secolo, in stile Art Nouveau.

Kaufhaus Görlitz
Foto: John MacDougall/AFP via Getty Images
I grandi magazzini di Görlitz usati per il film “Grand Budapest Hotel”, 7 maggio 2014

L’hotel è raccontato su epoche diverse. Ai pastelli rosati vintage e alle boiserie anni ’30 fanno il pari arredamenti e cromie anni ’60, con gialli acidi e verdi oliva. Le combinazioni di colori e i mobili tradizionali europei seguono i vari stili nel tempo, passando dalla sontuosità al minimalismo.
Tra i quattro Oscar tecnici vinti da Grand Budapest Hotel ovviamente non manca quello alla scenografia.

2001: Odissea nello Spazio (1968) di Stanley Kubrick

Icona del cinema di fantascienza, 2001: Odissea nello Spazio è un’enigmatica riflessione filosofica sull’esistenza umana e sul suo significato. Nel suo viaggio nel tempo e nello spazio, il film ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo. Ed è così incisiva la sua estetica innovativa e ispiratrice.

2001: Odissea nello spazio
Foto: Sunset Boulevard/Corbis via Getty Images
L’attore Gary Lockwood nel film “2001: Odissea nello spazio”

L’astronave Discovery che parte alla volta di Giove ha uno stile avveniristico, con linee pulite e forme aerodinamiche. Si staglia evidente nel vuoto siderale, riflesso di solitudine esistenziale. Negli interni domina il bianco imperioso.
La stravagante camera da letto in stile Impero del finale, in cui si ritrova il protagonista, l’astronauta David Bowman (Keir Dullea), è futuristica e vittoriana al contempo.

2001: Odissea nello spazio
Foto: Hamshere/Getty Images
Il regista Stanley Kubrick sul set di “2001: Odissea nello spazio” negli studi britannici di Borehamwood, Hertfordshire, 1966

Uno degli elementi di design più emblematici del film? La poltrona Djinn color rosso fuoco che si trova all’interno della stazione spaziale. Creata dal designer francese Olivier Mourgue e prodotta da Airborne International nel 1963, la chaise longue ha uno stile giocoso. Le sue curve sinuose abbracciano ergonomicamente il corpo, dando un’idea di movimento.

2001: Odissea nello spazio
Foto: Metro-Goldwyn-Mayer
Immagine dal film “2001: Odissea nello spazio”

I tavolini inconfondibili sono invece i Tulip. Eleganti e minimalisti, sono disegnati dall’architetto e designer finlandese Eero Saarinen per Knoll.