Le icone Lgbt tra arte, musica e cinema
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Le icone Lgbt tra arte, musica e cinema

di Simona Santoni

Da Freddie Mercury a Andy Warhol, artisti torreggianti che attraverso la loro audacia o fragilità hanno fatto da apripista o da sprone alla comunità Lgbt

I Moti di Stonewall a New York, nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1969, sono considerati simbolicamente la nascita del movimento di liberazione gay moderno a livello mondiale. Ma prima e dopo questa data spartiacque, alcuni artisti torreggianti e luminosi, attraverso la loro audacia espressiva o nelle fragilità esposte ai riflettori, hanno saputo fare da apripista o da sprone alla comunità Lgbt. Non senza tormenti interiori.

Ripercorriamo qui le più grandi icone Lgbt tra arte, musica e cinema.

Freddie Mercury

Morto di Aids nel 1991, le esibizioni del cantante dei Queen restano tra le più maestose ed eccentriche della storia della musica. Eppure Freddie Mercury, pur essendo adorato dai fan e considerato un simbolo di autodeterminazione e stravaganza, ha avuto difficoltà a fare i conti con la sua identità. Questo anche perché aveva alle spalle una famiglia conservatrice e omofoba.

Anche se non ha mai dichiarato pubblicamente la sua omosessualità, Freddie Mercury è considerato un punto di riferimento Lgbt. E la prova di quanto sia ancora necessario accogliere e “normalizzare” la libertà di essere e di amare.

Freddie Mercury
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Freddie Mercury con i Queen in tour a Oakland, California, 1982

George Michael

Nel 1998 George Michael fu arrestato per atti osceni in un bagno pubblico di Beverly Hills, pizzicato da un poliziotto in borghese, e quindi linciato a mezzo stampa omofoba. La risposta del cantante britannico? Si dichiarò pubblicamente gay e incise la canzone Outside, che urla al mondo che il sesso è una cosa naturale e il bisogno di vivere storie d’amore senza dover nascondersi.

George Michael, look sexy e da macho, si rese conto della sua omosessualità attorno ai 20 anni. Allora perché uscì allo scoperto solo a 35 anni e quando fu quasi costretto dallo scandalo? Il coming out è un fatto molto personale. E di certo per una superstar degli anni ’90 era un atto più difficile di quanto lo sia oggi.

George Michael
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George Michael, 1989 circa

Elton John

Amico di George Michael, ma diametralmente opposto nei look, nella consapevolezza della sua identità e nelle esternazioni, Elton John è un coriandolo di stili e un esempio per la comunità Lgbt. Essere gay negli anni ’80 non era facile, ma Elton John accettò chi era. E lo ha lasciato esplodere nella sua estetica estrosa e sfrenata.

Nel 1974 il pianista cantante in un’intervista a Rolling Stones dichiarò di essere bisessuale. Quindi, dopo la separazione dalla moglie Renate Blauel nel 1988, ha ammesso la sua omosessualità, lottando perché fosse riconosciuto il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Oggi, insieme al marito regista David Furnish, battaglia per i gay che vivono in situazioni difficili.

Photo by Andrew H. Walker/Getty Images for dcp)
Elton John durante la performance di capodanno 2015

Andy Warhol

Artista americano padre della pop art, con la trasgressione come tratto caratteristico, Andy Warhol ha definito per diversi decenni la società di New York del XX secolo. Anche se nel 1980 in un’intervista disse di essere ancora vergine, e non dichiarò mai di essere gay, i fatti dicono altro. Tra i suoi amanti l’interior designer Jed Johnson e lo scenografo Charles Lisanby.

Ha esplorato la complessità della sessualità nei film underground Blow Job, My Hustler e Lonesome Cowboys. Misterioso e iconico.

Andy Warhol
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Andy Warhol dipinge la Statua della libertà a Parigi, 22 aprile 1986

Keith Haring

Pittore e writer, alla guida della corrente neo-pop, Keith Haring ideò un nuovo linguaggio urbano dai tratti quasi primitivi e infantili, con Andy Warhol come amico e maestro. Icona e attivista gay, superò però il maestro: Haring infatti dichiarò pubblicamente la sua omosessualità e, quando scoprì di essere sieropositivo, scese in prima linea insieme ad Act Up, organizzazione internazionale che richiama l’attenzione sulle vite dei malati di Aids.

Nel 1989, nella sua ultima intervista, rilasciata a Rolling Stone, parla della sua arte, delle droghe, dell’omosessualità, del sesso sicuro, della malattia, con una franchezza choc per il periodo. Morì nel 1990, a soli 31 anni.

Keith Haring
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Keith Haring a New York, settembre 1986

Robert Mapplethorpe

Le fotografie di Robert Mapplethorpe sono di una forza sessuale e mistica debordante. Il fotografo del Queens ha ridefinito la fotografia con le sue opere che esplorano la sottocultura sadomaso maschile gay di New York tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70. Scioccanti e poetiche al contempo (da qualcuno definite pornografia).

Nella sua evoluzione artistica, fu fondamentale l’incontro con una giovanissima Patti Smith squattrinata, con cui ebbe una relazione romantica prima di scoprirsi omosessuale negli anni ’70.

Mapplethorpe ha immortalato i lati oscuri della sessualità trasformandoli in arte. Corpi nudi, in bianco e nero, spesso maschili e omoerotici, tra desiderio e grazia.
Morì a 42 anni per complicazioni legate all’Aids.

Robert Mapplethorpe
Photo by Leee Black Childers/Redferns
Robert Mapplethorpe

Pedro Almodóvar

Pedro Almodóvar non si considera un attivista Lgbt, ha sempre e solo voluto che qualcuno raccontasse la storia della vita reale così com’è, ha detto il regista spagnolo, dichiaratamente gay. «A me è capitato di essere circondato da persone strane, transgender, che hanno vissuto le loro vite in piena accettazione di sé».

E la vita reale di Almodóvar, portata al cinema, è un pullulare di personaggi eccentrici, fragili, autentici, meravigliosi, in film di colori impetuosi ed emozioni vivissime, come Légami!, Tutto su mia madre, Tacchi a spillo.

Almodóvar ha solo voluto raccontare la sua realtà, ma intanto ha segnato la cinematografia Lgbt, mostrando al grande pubblico preoccupazioni, desideri e amori solitamente sotto gli occhi della sola comunità arcobaleno.

Pedro Almodóvar
Photo by Rosdiana Ciaravolo/Getty Images
Pedro Almodóvar alla Fondazione Prada, Milano, 31 maggio 2019

Rock Hudson

Nei film era spesso un donnaiolo, ma nella vita Rock Hudson preferiva gli uomini. Sfortunatamente per lui, però, in un’epoca in cui essere gay era visto come riprovevole e peccaminoso. Fisico prestante, amato dal pubblico femminile, benché nella cerchia di Hollywood fosse noto, l’attore americano non rivelò mai la sua omosessualità.

Quando annunciò di avere l’Aids, divenne un caso mediatico: fu la prima star internazionale ad ammettere pubblicamente di aver contratto il virus. La sua immagine di uomo virile e di successo rompeva lo stereotipo imperante sulla tipologia delle vittime di Hiv. Morì nel 1985, a 59 anni.

Rock Hudson
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Rock Hudson

Montgomery Clift

Montgomery Clift ha vissuto la sua omosessualità come un segreto e come una colpa che lo tormentava, in un’epoca in cui essere gay era impossibile, dagli anni ’30 agli anni ’60. Ancor più ad Hollywood.

Attore dall’avvenenza raffinata, al contrario della bellezza selvaggia del suo “rivale” Marlon Brando, non ha mai accettato di essere attratto dagli uomini. Ha provato ad amare Liz Taylor, e a suo modo l’amava, la sentiva la sua anima gemella, e divenne una sua grande amica, che cercò di reintrodurlo sui set quando, dopo l’incidente stradale del 1956, ebbe il bel viso deturpato.

Depresso, sfinito dai problemi di salute e dipendente dai farmaci, morì per un infarto  45 anni. 

Montgomery Clift
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Montgomery Clift, 1950 circa

Ad Hollywood, però, gli attori gay – dichiarati – hanno tuttora poche opportunità. In merito è bruciante un’affermazione di Billy Eichner, attore omosessuale visto in American Horror Story, fatta a Deadline: «Non c’è un Tom Hanks gay in questo Paese. Non c’è un Will Ferrell gay. Non c’è uno Steve Carell gay. Non c’è un Paul Rudd gay. Non c’è un Kevin Hart gay. Non c’è un Will Smith gay. E la lista prosegue, non è una casualità. Dopo cento anni di cinema, non può trattarsi di una coincidenza».
Non sembra essere una casualità neanche, ad esempio, che Rock Hudson fosse considerato icona sexy prima che la sua omosessualità fosse nota. Rupert Everett, sparito dai radar dei grandi set dopo il suo coming out, insegna.