Sam Smith, la Gloria della libertà e dell’accettazione di sé
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Sam Smith, la Gloria della libertà e dell’accettazione di sé

di Digital Team

Il cantante inglese, di identità non binaria, incurante del body shaming, ha coronato un percorso di scoperta di sé. Imparando a volersi bene. Lancia il nuovo album e un inno d’amore queer

Oltre le definizioni di genere, oltre le taglie e le forme estetiche da body shaming, verso l’atteso quarto album Gloria. Sam Smith va oltre, nella ricerca e conoscenza di sé, nelle fragilità e insicurezze rivelate e affrontate, nella sua musica che, come ha annunciato su Instagram, abbraccia sempre più «una liberazione emotiva, sessuale e spirituale».

Aperto dal brano Unholy in coppia con la cantante tedesca Kim Petras, che ha raggiunto il primo posto nella classifica dei singoli Billboard Hot 100, facendo diventare Smith e Petras i primi artisti dichiaratamente non binario e transgender ad aver lo scettro dei più venduti d’America, l’album Gloria esce il 27 gennaio, con annesso tour internazionale che toccherà l’Italia il 20 maggio a Bologna e il 21 maggio a Torino. «Il mio inno d’amore queer, sulla vita come canzone alla Gloria», ha dichiarato il cantante inglese. «Non so se è la natura o un’energia femminile dentro di me che sto liberando».

Sam Smith
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Sam Smith si esibisce durante il Cannes Lions Festival of Creativity a Cap d’Antibes, 21 giugno 2022

Falsetto melodico e potenza vocale: è successo

Un decennio e tanti successi sono passati da quando Sam Smith cantava col suo falsetto melodico “Now I got you in my space I won’t let go of you” (Ora che ti ho nel mio spazio non ti lascerò andare) in Latch, sul ritmo elettronico del duo garage-house Disclosure, e poco dopo scandiva la fine di un amore, magnetico, in La La La sui sintetizzatori ammalianti del DJ Naughty Boy. Ora Sam Smith, 30 anni, è lontano dall’essere solo featuring, con tre album alle spalle, quattro Grammy Awards, tre Brit Awards, tre Billboard Music Awards, un American Music Award e addirittura un Golden Globe e un Oscar.

Stay with Me, appassionata ballata in falsetto che implora malinconicamente un’avventura di una notte e affetto, l’ha proiettato sulla scena mondiale, singolo del suo primo album in studio In the lonely hour e punto fermo delle radio dopo la sua uscita nel 2014.
Tra le influenze canore di Sam Smith ci sono senz’altro Whitney Houston e Aretha Franklin, la cui voce si inerpica in potenza evocando perdita e amore, ma anche Lady Gaga, Beyoncé, Marvin Gaye, Mariah Carey, Amy Winehouse. Non a caso fu proprio un’interpretazione di My love is your love di Whitney Houston che Smith fece da ragazzino a impressionare i suoi genitori, che lo incoraggiarono al canto.

Il suo stile melodico gli ha fatto guadagnare paragoni importanti con crooner come Frank Sinatra e Adele, ma nel suo repertorio non mancano sfumature soul e rhythm and blues.

Sam Smith
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Sam Smith sul red carpet degli Oscar, Hollywood, 28 febbraio 2016

Quale volano può essere più propulsivo della canzone chiave di un film di James Bond per il successo urbi et orbi? Writing’s on the wall, scritta con Jimmy Napes, di vibrante drammaticità, è il tema chiave di Spectre, 24° film sull’agente 007, e per Sam Smith è subito Oscar. Con tanto di vittoria dedicata alla comunità Lgbt durante lo speech di ringraziamento e… gaffe (dichiarò fieramente di essere il primo uomo apertamente gay ad aver vinto un Oscar, cosa non vera)!

The thrill of it all, il secondo album del 2017, è la conferma di pubblico e critica con l’accorata canzone Him, appello all’accettazione dell’omosessualità.
Fino al tweet del 2019 in cui Sam Smith fa un ulteriore passo avanti verso l’esplorazione di sé, dichiarando un’identità non binaria, al di là del femminile e del maschile: «My pronouns are they/them».

Sam Smith
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Sam Smith sul palco della Sheffield Arena di Sheffield, 20 marzo 2018

Il grande passo verso l’accettazione di sé

E infine Sam Smith depose le armi, accettandosi. Definendosi “non binario”, non riconoscendosi nel binarismo di genere uomo/donna. «Dopo una vita in guerra con il mio genere, ho deciso di abbracciami per quello che sono, dentro e fuori», si arrese dichiarando amore a stesso nel settembre del 2019.

Già apertamente gay, con prime consapevolezze e coming out a dieci anni, nella sua evoluzione artistica e intima Sam Smith ha imparato a scandagliare la propria sessualità, a capirsi e a volersi bene. Di intervista in intervista, ha iniziato a sentirsi intrappolato nella categorizzazione “uomo gay” fino a realizzare che era anche altro. «Ho realizzato di essere un po’ intrappolato», ha detto. «Mi sono sempre sentito queer. Mi sono sempre sentito di un genere non conforme. E mi sono sempre sentito non binary trans. Per tutta la mia vita».
È grazie al suo ennesimo “uscir dall’armadio” che i Brit Awards dal 2022 hanno tolto le distinzioni di genere, rimuovendo i premi “Miglior artista femminile” e “Miglior artista maschile” e unificandoli in “Miglior performer britannico”, nel segno dell’inclusività.

Sam Smith
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Sam Smith ai NRJ Music Awards a Cannes, 9 novembre 2019

«Non ci si identifica in un genere. Tu sei solo tu, sei una creazione speciale. Così la vedo io», parole di Sam Smith. Che ha sottoposto al lavorio interiore dell’accettarsi anche il disagio verso il suo corpo. «Ho deciso di recuperare il mio corpo e di smettere di provare a cambiare questo petto, questi fianchi e queste curve che mia madre e mio padre hanno creato e che amano in modo incondizionato», ha ammesso postando una foto a petto nudo nel febbraio 2019. Basta vergognarsi delle proprie rotondità, «sarò sempre in guerra con questo dannato specchio, ma questo servizio fotografico e questa giornata sono stati un passo nella giusta  direzione».

Il dicembre scorso, a Washington all’iHeartRadio Jingle Ball 2022, Sam Smith esibendosi in Unholy con Kim Petras ha sfoggiato una jumpsuit argentata che ha diviso il pubblico, tra applausi ammirati e attacchi di body shaming: Harry Styles, belloccio sciupafemmine, è osannato come icona di stile quando indossa simili outfit, mentre Smith è oggetto di strali. Come ha reagito il cantante? Sui social ha ringraziato la Maison Valentino per averlo fatto sentire «una star del cinema». Chapeau.

Grazie all’aiuto del suo stylist Ben Reardon, Sam Smith ha imparato ad accogliere il suo corpo e a concedersi qualche giocosità. «Mi ha introdotto a capi che si adattavano al mio corpo e rispecchiavano quello che sentivo dentro. E mi sono divertito».

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Sam Smith sul palco dell’iHeartRadio Power 96.1 del Jingle Ball 2022, Atlanta, 15 dicembre 2022

Tra nuovo album, Grammy e Brit Awards

Gloria, primo album di Smith da Love Goes del 2020, presenta brani con Ed Sheeran, Kim Petras, Jessie Reyez e Koffee. Gloria è come una «voce nella testa che dice “Puoi farcela”», ha spiegato il cantante pop queer. «Mi ha aiutato a superare alcuni momenti bui della mia vita ed è stato per me un faro. Spero possa esserlo anche per voi». 

Di Gloria in gloria, il 5 febbraio dirà se Sam Smith potrà mettere un altro Grammy Awards in bacheca: è candidato come Best Pop Duo/Group Performance per Unholy. In attesa dell’esibizione dell’11 febbraio ai Brit Awards 2023. Ci aspettiamo un altro outfit da far invidia ad Harry Styles. E, soprattutto, un altro inno a cuore pieno all’essere fieramente se stessi, “scintillante come dinamite” (“Sparkling like dynamite”), sulle note di Gloria. “Be yourself so loud tonight / They’ll hear you from the stars” (Sii te stesso così forte stanotte / Ti sentiranno dalle stelle).