I più irresistibili appendiabiti della storia del design
Sistema Ghost Wall di Mikal Harrsen – Cassina. Ph. Valentina Sommariva

I più irresistibili appendiabiti della storia del design

di Digital Team

A parete, da terra, scultorei, decorativi, metaforici: gli appendiabiti e il design hanno intrecciato più volte i rispettivi percorsi. Con inaspettati esiti d’autore

Quando si pensa al design, gli appendiabiti probabilmente non rientrano fra i primi complementi d’arredi a venire in mente. Si punta più di frequente l’attenzione su sedie leggendarie, tavoli iconici, scrivanie d’autore, poltrone cult o librerie entrate nella storia del design. Eppure, perfino alcuni fra i massimi designer del Novecento si sono ‘messi a prova’ con il progetto di questo oggetto di riconosciuta utilità. Nascono dalle loro matite esemplari appendiabiti irriverenti e sperimentali, come il mitico CACTUS®, o modelli essenziali e dalla spiccata funzionalità, considerati evergreen del design mondiale.

1. L’appendiabiti Hang it all di Vitra

Progettato da Charles & Ray Eames nel 1953, l’appendiabiti Hang it all era stato in origine concepito per i più piccoli. Con la sua attrattiva combinazione di sfere in legno laccato in vari colori, inserite in alternativa ai più tradizionali ganci, negli anni ha conquistato un posto ben oltre le stanze per bambini. Una delle caratteristiche della sua ‘fortuna’ è la possibilità di prevederne il montaggio in serie. Fissate a un tubolare d’acciaio verniciato, le sfere sono infatti collocate alla medesima distanza, circostanza che consente di dare vita a composizione a parete, da fissare all’altezza desiderata.‎ L’attuale varietà cromatica rappresenta un ulteriore plus.‎

appendiabiti design
© Vitra
Hang it all, Eames Storage Unit, master

2. L’appendiabiti Tuta disegnato da nendo

Può un appendiabiti introdurre nell’ambiente domestico una poetica carica decorativa? Mai sottovalutare il genio di nendo, il collettivo di progettisti guidato dall’architetto giapponese Oki Sato e attivo dal 2002. Bianco, fango e antracite sono i tre colori in cui è disponibile l’appendiabiti da terra Tuta, progettato proprio da questo studio e prodotto da Cappellini. La sua struttura cava, realizzata in metallo tagliato a laser e verniciato opaco, evoca una sorta di un ‘groviglio di linee curve’, capace di creare suggestivi effetti in associazione alle fonti luminose.

Appendiabiti TUTA By Cappellini
Courtesy Cappellini
Appendiabiti TUTA By Cappellini

3. L’appendiabiti LC17 Portemanteau di Cassina

Neppure Le Corbusier è rimasto indifferente del tema dell’appendiabito. Minimale, con cinque sostegni circolari su una base quadrata, il suo LC17 è oggi incluso nella Collezione Cassina iMaestri. Fu concepito per la prima volta il celeberrimo Cabanon, la ‘capanna d’autore’ in Costa Azzurra che nel 1951 regalo per il compleanno a sua moglie Yvonne. Cassina propone una successiva versione: quella risalente al 1957, messa a punto per le Unités de Camping, nei pressi del Cabanon. 

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Ph. Paola Pansini
LC17 Portemanteau, Unitè de Camping, Roquebrune-Cap-Martin, 1957 di Le Corbusier – Collezione Cassina iMaestri

4. L’appendiabiti disegnato da Alvar Aalto

È il 1936 quando Alvar Aalto, fra i maestri indiscussi dell’architettura e del design del Novecento, disegna il Coat Rack 109C. Adatto a spazio pubblici e privati, questo appendiabiti dispone di una pratica struttura in massello di betulla, con staffe superiori in lamellare e quattro essenziali ganci metallici. Il ricorso al legno si pone in perfetta coerenza con lo stile del celebre progettista, il cui nome resta saldamente legato alla Artek, l’azienda fondata da lui e dalla moglie Aino nel 1935 e da allora punto di riferimento del design nordico.

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© Artek
Coat Rack 109C, designer Alvar Aalto, 1936

5. L’appendiabiti Cactus di Gufram

Immancabile in questa selezione di appendiabiti di design è, infine, CACTUS® di Gufram. Proprio nel 2022, il provocatorio e anticonformista modello disegnato da Franco Mello e Guido Drocco – fra le icone della stagione radicale del design italiano e del Made in Italy – taglia il traguardo dei 50 anni dal debutto. Un’occasione alla base della recente mostra CACTUSRAMA, andata in scena alla Triennale di Milano contestualmente all’ultima Milano Design Week e sviluppata in collaborazione con The Andy Warhol Foundation for Visual Arts. Morbida riproduzione della pianta da cui prende il nome, alto 170cm, CACTUS® è realizzato il poliuretano flessibile: presenta quattro bracci a sbalzo e 2165 bugne sulla sua superficie esterna. Dopo cinque decenni dall’esordio, questo autentico totem per lo spazio domestico è disponibile in varie tonalità (in edizioni numerate e limitate) ed è presente in prestigiose collezioni museale. Proprio come nel 1972, ancora oggi è sempre rifinito e verniciato a mano.

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Crediti Gufram
Gufram Radiant Cactus