7 marchi streetwear di successo da avere nel proprio radar
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7 marchi streetwear di successo da avere nel proprio radar

di Federica Caiazzo

Hanno rivoluzionato il guardaroba maschile con la propria verve e identità: quello dei marchi streetwear è molto più di un fenomeno apparentemente passeggero. In questa guida vi invitiamo a scoprirne 7 di grande successo

Hanno iniziato posizionandosi nel mercato come una nicchia, una piccolissima nicchia. Oggi sono anche delle grandi star: tra i fondatori dei migliori marchi streetwear da conoscere oggi si annoverano nomi e volti di successo. Come quello di Virgil Abloh, fondatore di Off-white venuto tristemente a mancare due anni fa. Un profilo di culto, che è riuscito a fondere parte della sua visione artistica anche con l’heritage di Louis Vuitton, maison della quale è stato direttore creativo della divisione maschile.

Tra i grandi pionieri degli anni Novanta, non può mancare poi il diritto di nomina a Shawn Stüssy, founder del brand streetwear che porta oggi il suo stesso cognome, e che è stato profondamente ispirato dalla surf culture californiana di fine secolo. Largo poi a Edwin Faeh con Carhartt WIP (il ritmo del suo successo lo ha ulteriormente scandito la più recente collaborazione con Marni) e a Nigo. Proprio quest’ultimo, oggi anche direttore creativo della casa di moda Kenzo, ha tratteggiato con il suo marchio A Bathing Ape uno spaccato sociale che in occidente mancava: quello del ragazzo cool di Shibuya. Altro nome da approfondire sarà quello di Heron Preston: considerato tra i marchi streetwear maggiormente di successo, debutterà all’imminente New York Fashion Week.

Off-White

Tra i grandi marchi streetwear del panorama contemporaneo si annovera senz’altro Off-White. Il brand è stato fondato nel 2012 da Virgil Abloh, il designer ed ex direttore creativo della divisione uomo di Louis Vuitton che è venuto tristemente a mancare nel 2021. La sua eredità stilistica continua a ispirare oggi il nuovo Art and Image Director della maison, che ha nella città di Milano il suo quartier generale: Ibrahim Kamara. Apprezzatissimo anche da celebrità del calibro di Rihanna e A$AP Rocky, Off-white ha saputo nel tempo rivolgersi a un pubblico giovane e cool, suscitando su di loro un forte fascino anche attraverso collaborazioni con marchi in linea: prima tra tutte quella con Nike.

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Virgil Abloh

A Bathing Ape

Il successo di A Bathing Ape è arrivato all’improvviso, dopo un crescendo e un passaparola avvenuto quasi in sordina. Il marchio è stato fondato dal designer giapponese Tomoaki Nagao, in arte Nigo: sì, l’attuale direttore creativo di Kenzo, che nel 1993 fece squadra con Jun Takahashi – fondatore di Undercover, altro brand streetwear che troverete in questa guida – per aprire un negozio chiamato NOWHERE nel distretto modaiolo di Ura-Harajuku a Tokyo. Sembra che all’inizio BAPE, che è diventato l’acronimo di A Bathing Ape, producesse 50 camicie a settimana: metà le vendeva, l’altra metà le regalava alle persone più stilose di Tokyo (ante-litteram della professione influencer) perché generassero hype.

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Nigo

Carhartt WIP

L’esempio più recente del grande successo di Carhartt WIP è nella sua collaborazione con Marni, in foto. Un dialogo a cuore aperto tra streetwear e prêt-à-porter, in cui l’identità di nessuno dei due marchi è stata sacrificata. Anzi, si sono valorizzate a vicenda. Carhartt WIP nasce nel 1994 grazie al suo fondatore Edwin Faeh. L’idea iniziale? Un guardaroba ispirato agli abiti da lavoro, concetto che persiste nel dna odierno. Il primo negozio è arrivato a Londra nel 1997, ad oggi sono oltre ottanta i punti vendita nel mondo. E poi ci sono le collaborazioni (mica solo quella con Marni). Tanti sono i marchi che hanno fuso la propria visione creativa con Carhartt WIP, come A.P.C., Converse, Fragment Design, Junya Watanabe, Nike, Underground Resistance e Motown.

Courtesy Marni
Un look della collezione Marni x Carhartt WIP.

Stüssy

Nelle collezioni Stüssy sono tanti, sempre tanti, i riferimenti alle culture suburbane degli anni Ottanta e Novanta. È proprio a cavallo delle due decadi che il marchio nasce nella California del Sud con Shawn Stüssy, un surfista che aveva un’idea precisa: scrivere i nuovi codici dell’abbigliamento casual. Ispirato anche dalla scena musicale del suo tempo, a ritmo di punk e rap, Shawn Stüssy – che fino a quel momento aveva realizzato tavole da surf per amici e gente del posto – iniziò a creare T-shirt e shorts. Il logo? Il suo cognome scritto a mo’ di graffito. Con i primi showroom, a New York e in California, il marchio streetwear decollò restando fedele ai suoi valori e la sua estetica: la surf-culture, il mondo dello skate e la musica. 
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Heron Preston

Un fenomeno relativamente nuovo, quello di Heron Preston, ma che sta dimostrando di essersi incanalato straordinariamente nel panorama dei marchi streetwear più di successo. Il brand è stato fondato nel 2017 dall’omonimo designer, laureato nel 2007 alla prestigiosa Parsons School of Design di New York. A due anni dal lancio ufficiale, Heron Preston aveva già guadagnato 25 milioni di euro. Distribuito in più di duecento negozi multibrand, il suo marchio ha impiegato poco a diventare uno dei pionieri dell’avangurdia contemporanea più apprezzati. Suo infatti è il nome di punta e fiore all’occhiello dell’imminente New York Fashion Week: dopo l’unica e sola sfilata a Parigi nel 2017, Heron Preston debutta ufficialmente alla settimana della moda di New York
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Heron Preston, fondatore dell’omonimo marchio.

Undercover

Jun Takashi, che nel 1993 aveva supportato Nigo con A Bathing Ape, ha fondato nello stesso anno anche il marchio Undercover. Le sue collezioni – in cui il dna giapponese si fonde con la street culture e l’estetica punk – sono appuntamento fisso in sfilata alla Paris Fashion Week. L’approccio al prêt-à-porter non esclude mai comunque la condivisione dei propri valori con quelli di altri marchi streetwear: ne è la dimostrazione la recente collaborazione Undercover x Eastpak, declinata in tre borse altamente funzionali e realizzate con materiali riciclati.

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Undercover x Eastpak

Cactus Plant Flea Market

Una collaborazione con Nike, un’altra con il rapper americano Kid Cudi e un’altra ancora con McDonald’s nel 2022, quando il marchio streetwear Cactus Plant Flea Market ha realizzato i giocattoli regalo di un Happy Meal pensato per gli adulti. Dietro il successo di CPFM c’è Cynthia Lu, che ha fondato il marchio nel 2015. Ha lavorato come assistente personale e stylist del rapper Pharrell Williams: era per lui che era solita girare i ‘flea markets’, ovvero i mercatini delle pulci di Parigi, a ciaccia di pezzi vintage da indossare. Quel processo le avrebbe in seguito offerto l’ispirazione e un’ampia visione creativa per il suo marchio che, poco dopo il lancio, collaborò con Anti Social Social Club a una T-shirt esclusiva. Cactus Plant Flea Market è indubbiamente un marchio streetwear da avere nel proprio radar.
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Pharrell Williams