Back to Black, il film: riecco Amy Winehouse. O forse no – Recensione
Marisa Abela e Jack O'Connell nel "Back to Black" (Credits: Focus Features)

Back to Black, il film: riecco Amy Winehouse. O forse no – Recensione

di Simona Santoni

Al cinema il biopic sulla meravigliosa e tragica cantante. Ma lei ora c’è, ora non c’è, nonostante la brava Marisa Abela. È lei a cantare tutte le canzoni del film, usate a mo’ di canovaccio della trama

Amy Winehouse, meravigliosa e tragica, rivive al cinema nel film Back to Black (dal 18 aprile nelle sale italiane).

La regista Sam Taylor-Johnson si è presa un grande rischio. I biopic musicali sono pericolosi e di facile insuccesso. Difficile restituire il mito, come pure addentrarsi in vizi e lati oscuri di cantanti iconici. Spesso le sceneggiature sono sbiadite e inclini al compromesso (a fronte dell’accesso alle registrazioni originali e dei diritti sulle canzoni). Un biopic recente deludente? Whitney – Una voce diventata leggenda, film ordinario su una diva straordinaria. O si pensi a Bob Marley – One Love, da sei politico in pagella.

Amy Winehouse film Back to Black
Credits: Courtesy of Dean Rogers/Focus Features
Marisa Abela nel film “Back to Black”

Un biopic generoso e ritmato da pochi brividi

E Back to Black? Taylor-Johnson, alla regia e allo script, si sforza di riportare la donna Amy Winehouse al centro della sua vita. La ritrae come persona vitale e innamorata e non come eroina condannata a morte prematura. La regista di Cinquanta sfumature di grigio ci mette tenacia. E si sente. È interessante il taglio che sceglie: restituirci Amy attraverso i testi delle sue canzoni. Le sue hit cadenzano a buon ritmo; risuonano mentre scorrono gli anni e gli eventi, ed è bello. Eppure mancano i brividi.

Marisa Abela è una piacevole scoperta. L’attrice britannica, che ha la gravosa incombenza di mettersi addosso talento smisurato e dipendenze enormi, non traballa sotto il beehive, l’acconciatura ad alveare anni ’60 sorretta da Amy. È generosa, ci mette tutta se stessa, anche se è troppo “pulita”: nel suo viso non scorrono fantasmi. Amy Winehouse ora c’è, ora non c’è. C’era sempre invece nell’ottimo documentario Amy (2015) di Asif Kapadia, dolente e doloroso.

Amy Winehouse film Back to Black
Credits: Courtesy of Dean Rogers/Focus Features
Marisa Abela è Amy Winehouse

Le canzoni di Amy Winehouse il canovaccio del film

Back to Black è stato voluto dalla produttrice Alison Owen, desiderosa di celebrare la straordinaria produzione musicale di Amy Winehouse e di combattere la feticizzazione della sua tragica morte, avvenuta nel 2011 a soli 27 anni. Ha scelto di affidarsi a Sam Taylor-Johnson, che torna alla musica dopo il suo debutto del 2009 Nowhere boy, incentrato sugli anni dell’adolescenza di John Lennon.

Taylor-Johnson ha voluto che la musica di Amy Whinehouse e la sua controversa relazione con Blake Fielder-Civil (interpretato da Jack O’Connell) guidassero la narrazione.

«Era mia intenzione far sì che gli spettatori avessero la sensazione di condividere il viaggio di Amy insieme a lei», ha detto. «Mi sono fatta carico di una enorme responsabilità nel far rivivere Amy in modo positivo, dovendo riflettere la sua vita e il suo percorso».

Amy Winehouse film Back to Black
Credits: Courtesy of Dean Rogers/Focus Features
Marisa Abela e Cynthia Winehouse nel film “Back to Black”

Il materiale è stato ricavato dalle numerose interviste rilasciate dall’artista e dai testi delle sue canzoni, piuttosto che da articoli e libri scritti su di lei senza la sua collaborazione.

La sceneggiatura, oltre che da Taylor-Johnson, è firmata da Matt Greenhalgh, già autore di Nowhere man e Control, applaudito biopic su Ian Curtis. Ha usato le parole di Amy come trampolino di lancio per scrivere i suoi dialoghi. «Volevamo davvero assicurarci che venisse celebrata la sua vita, e non solo che fosse impantanata nell’ovvio, ovvero droghe, alcol, tossicità e problemi con i genitori, cose per cui la stampa l’ha condannata. La sua voce, il suo talento, la sua attitudine e la sua onestà sono in primo piano».

Emerge anche un lato meno raccontato della vita di Amy Winehouse: il suo legame illuminante con la nonna Cynthia, interpretata da Lesley Manville.

Amy Winehouse film Back to Black
Credits: Courtesy of Dean Rogers/Focus Features
Marisa Abela nel film “Back to Black”

Sì, è Marisa Abela a cantare

La domanda classica dello spettatore di fronte a un biopic musicale è: ma è davvero l’attore a cantare? Sì, in Back to Black è davvero Marisa Abela a cantare. Ed è abbastanza intuibile: la voce soul jazz di Amy Winehouse, la più emozionante degli ultimi decenni, è irripetibile nel suo graffio struggente.

Quando Sam Taylor-Johnson ha visto Marisa Abela nella serie televisiva della BBC Industry ha capito di aver trovato la sua Amy. L’attrice ventisettenne, che come Amy è del nord di Londra, la interpreta dai 17 ai 27 anni. Ed è lei a cantare tutta la musica del film, facendo un buon lavoro, anche se ovviamente distante dalla prodigiosa Amy. «La mia intenzione era quella di non utilizzare la voce dell’attrice, perché quella di Amy è straordinariamente unica e familiare, e così difficile da emulare», ha raccontato Taylor-Johnson. «Ma Marisa ha studiato tanto, fino ad arrivare al punto in cui la sua voce poteva raccontarci la storia in modo emotivo e credibile. Pertanto, sappiamo che non è Amy, ma la sua voce è così profonda che si finisce per crederci».

Abela ha preso lezioni di canto ogni giorno per due ore e mezza, per quattro mesi. Ha anche lavorato a stretto contatto con il produttore discografico Giles Martin per cercare di imitare lo stile canoro di Amy. La sua esibizione migliore in Back to Black? Quella per i Grammy 2008, quando Amy Winehouse ha vinto il premio Disco dell’Anno per Rehab.

Amy Winehouse film Back to Black
Credits: Courtesy of Dean Rogers/Focus Features
L’esibizione ai Grammy 2008 nel film “Back to Black”

La famiglia Winehouse sul set di Back to Black

Il team produttivo ha lavorato al film con la collaborazione dei detentori dei diritti musicali Universal Music e Sony. La produttrice e la regista hanno avuto come mantra quello di essere rispettose della famiglia e degli amici di Amy Winehouse, assicurandosi che la comunicazione con loro fosse sempre attiva. «Non volevamo seguire la versione di qualcun altro», ha detto Owen. «Sam ed io abbiamo passato del tempo con Janis, e siamo rimaste ispirate e commosse da quella conversazione. Abbiamo parlato con altri membri della famiglia ed amici, e molti di loro hanno visitato il set. Janis in particolare è rimasta molto colpita e ha detto che sembrava proprio di passare di nuovo una giornata con Amy. Eravamo tutti in lacrime quel giorno». La mamma di Amy, Janis (interpretata da Juliet Cowan), in verità si intravvede appena nel film.

Molto più determinante la presenza del padre Mitch (Eddie Marsan), la cui valenza negativa viene stemperata rispetto al documentario di Asif Kapadia. È un padre abbastanza presente e affettuoso, ma anche superficiale e poco attento allo stato di salute della figlia. E quando il manager di lei, Nick (Sam Buchanan), preoccupato, insiste perché vada in un centro di recupero, concorda con Amy sul fatto che non sia necessario. Pessima scelta.

Amy Winehouse film Back to Black
Credits: Courtesy of Dean Rogers/Focus Features
Marisa Abela ed Eddie Marsan nel film “Back to Black”

Anche Blake Fielder-Civil, il grande amore (tossico) di Amy, è stato contattato durante la lavorazione del film. Lo interpreta con carisma e charme Jack O’Connell. «Blake è stato etichettato dai media come un drogato, un cattivo ragazzo in senso negativo. Amy lo vedeva come un cattivo ragazzo in senso buono, più simile a James Dean, e affascinante», ha detto la produttrice, che ha incontrato Blake durante la fase di ricerca di Back to Black e ha colto lo stesso fascino di Amy. «Mi ha molto colpito, positivamente, cosa che non mi sarei mai aspettato. Dover scritturare una persona che lo avrebbe ritratto come un personaggio sgradevole avrebbe ridicolizzato Amy, dato che ha sempre ammesso di reputarsi fortunata di stare al suo fianco».

Nessun cattivo viene additato in Back to Black. Ci sono solo ombre aleggianti.

Le canzoni del film su Amy Winehouse

«Voglio che la gente ascoltando la mia voce dimentichi i suoi problemi per cinque minuti»: è la frase di Amy Winehouse che apre e chiude il film. E intanto, tra una sua partita al biliardo al The Good Mixer e un concerto al Ronnie Scott’s, riviviamo le sue canzoni dal piglio franco, ora ironiche, ora vero e proprio manifesto autodistruttivo. Dall’album di debutto Frank a Back to Black, riecco Stronger than me, Me & Mr Jones, Love is a losing game, la cover di Valerie degli Zutons, ovviamente Back to Black

Per Rehab, cantata in occasione dei cinque Grammy vinti nel 2008, Marisa Abela offre un’energica performance dal vivo. A suonare è la stessa band che ha suonò ai Grammy: avendo però i musicisti ormai quasi 20 anni in più di allora, non appaiono sul palco ma sono presenti nel dietro le quinte durante l’esibizione. Una curiosità? In quella scena Abela veste una replica dell’abito che aveva Amy: Dolce e Gabbana l’hanno realizzata apposta per il film.