10 film che hanno influenzato lo stile maschile
Photo: Warner Bros. Pictures

10 film che hanno influenzato lo stile maschile

di Digital Team

Dalla giacca di lino destrutturata lanciata da “American Gigolò” ai tre pezzi su misura de “Il Grande Gatsby”, ecco come il cinema ha ispirato la moda

Dalla giacca di lino destrutturata nel segno del lusso non ostentato Armani style, lanciata da American Gigolò, alle tendenze gotiche anni ’90 nel segno di Matrix. Il cinema ha uno dei poteri più grandi: colpire e ampliare l’immaginario.

Ci sono alcuni film, rari, che generano suggestioni che non si spengono usciti dalla sala, ribollono e ribollono e suggeriscono mode. Qui segnaliamo 10 film che hanno irrimediabilmente influenzato lo stile maschile. E che magari ancora oggi hanno un’eco su cosa gli uomini indossano.

American Gigolò (1980) di Paul Schrader

Poco importa della trama, con un gigolò d’alta classe ingiustamente accusato di un omicidio. Richard Gere, al massimo della sua prestanza fisica e della sua virilità gentile, sfoggia un guardaroba Armani iconico, trasformando American Gigolò in un autentico lancio internazionale della linea ready-to-wear della Maison italiana. 

Il film introduce negli anni ’80 il concetto di abiti e accessori firmati e una varietà di look che oggi sono cardini della moda maschile, come la giacca sportiva indossata sopra i jeans e la giacca di lino destrutturata. L’abbigliamento casual viene rielaborato, con vestibilità più ampia. 

E intanto la colonna sonora firmata Giorgio Moroder scolpisce la memoria, con la hit Call Me dei Blondie che spruzza di sensualità spigliata.


Richard Gere in American Gigolò

Trainspotting (1996) di Danny Boyle

I protagonisti sono quattro simpatici sciagurati, eroinomani sfatti e disfattisti. Eppure sono così stilosi nel loro streetwear scozzese libero da ogni sovrastruttura borghese. Hanno maglioni morbidi, camicie a quadri, giacche larghe fuori moda, gilet grunge, magliette tagliate, canotte color senape e pantaloni cargo, che sembrano usciti da un negozio dell’usato. Con Trainspotting vengono creati i primi skinny jeans per uomini, che entreranno nell’abbigliamento maschile a seguire.

Ewan McGregor, in versione Rent Boy, e compagni sembrano essersi messi addosso la prima cosa che capitava tra le mani, eppure stanno così bene.

Gioventù bruciata (1955) di Nicholas Ray

Gioventù bruciata, ovvero come una semplice t-shirt bianca può elevarsi a capo iconico. Soprattutto se indossata con il piglio giusto e un paio di jeans con risvolti e giacca a vento rossa audace, che ha l’effetto d’urto ammaliante poi ripetuto, in anni recenti, dalla giacca bomber Harrington style con scorpione dorato sulla schiena sfoderata da Ryan Gosling in Drive (2011).

Il Jim Stark di James Dean ha ridefinito l’abbigliamento maschile casual, in termini minimalisti. Dimostrando che si può essere tosti anche senza capi in pelle o total black. E che non conta solo l’abito: spesso è l’atteggiamento a fare la differenza.

James Dean
Photo by Michael Ochs Archives/Getty Images
James Dean posa per una foto di lancio di “Gioventù bruciata”, Los Angeles, 1955

La febbre del sabato sera (1977) di John Badham

Pantaloni a zampa d’elefante e vita stretta, camicia dal mega colletto, capigliature scolpite, il Tony Manero di John Travolta ha segnato un’epoca e l’abbigliamento dei giovani post hippie degli anni ’70. Gli stessi che oggi forse vorrebbero nascondere le foto di allora, prova di quel look disco esagerato che ha condizionato anche il loro modo di vestire.

Lo stile Manero è ormai archiviato, ma ogni tanto è omaggiato, con affettuoso sorriso, da Case di moda come Gucci e Paul Smith.

Le iene (1992) di Quentin Tarantino

Quentin Tarantino trasferisce lo stile pulito e senza tempo di Marcello Mastroianni in di Fellini addosso a un gruzzolo di rapinatori poco raccomandabili di Los Angeles. Semplicemente abito nero con giacca con rever a dente, camicia bianca con colletto stretto, cravatta nera sottile, occhiali da sole. L’emblema di un modo di vestirsi elegante ma non troppo che è diventato cult.

Non a caso in Italia Le iene ha ispirato anche l’omonimo programma e look degli inviati.

Il grande Gatsby (2013) di Baz Luhrmann

Che sia la versione di Jack Clayton con Robert Redford o quella più recente di Baz Luhrmann con Leonardo DiCaprio, il film che rilegge il libro di Francis Scott Fitzgerald è di grande ispirazione per la moda maschile.

Il ruggente stile degli anni ’20, l’eleganza scintillante dell’età del jazz, risuona nei tre pezzi (giacca, pantalone e gilet) su misura indossati da Gatsby, alleggeriti da camicie disinvolte. Con i vestiti disegnati nel 1974 da Ralph Lauren e nel 2013 da Miuccia Prada e Brooks Brothers.

Iconici, tra gli altri, il completo di cotone rosa con fazzoletto nel taschino e il completo bianco da cocktail, con cravatta gialla.

Il Grande Gatsby
Photo by CBS via Getty Images
Nick Carraway e Robert Redford nel film “Il Grande Gatsby”

Matrix (1999) di Andy e Larry Wachowski

Che piaccia o non piaccia, lo stile futuristico e post apocalittico del film dei fratelli Wachowski – ora sorelle Lana e Lilly Wachowski – ha influenzato la moda gotica a seguire.

Gli indimenticabili soprabiti cyberpunk di Keanu Reeves versione Neo e di Laurence Fishburne come Morpheus, ideati dalla costumista Kym Barrett, hanno stimolato le tendenze nelle strade e nelle passerelle. Come ad esempio la collezione Christian Dior 1999, ma anche a seguire. Un codice estetico minimalista estremo e dark, che ha ispirato anche grandi designer come Alexander Wang e Maison come Valentino.

Il talento di Mr. Ripley (1999) di Anthony Minghella

Il romanzo di partenza è Il talento di Mr. Ripley del 1955 di Patricia Highsmith, da cui sono nati due film, entrambi grandi ispiratori dello stile maschile mediterraneo.

Nella trasposizione francese del 1960 Delitto in pieno sole di René Clément il guardaroba di Alain Delon, disegnato da Bella Clément, è l’apoteosi dell’abbigliamento da città costiera. Eccolo ad esempio disinvolto con una camicia abbottonata azzurra, jeans color crema e mocassini Gucci marroni. Oppure in maglietta hawaiana con stampa batik. Capi senza tempo che si potrebbero indossare tuttora passeggiando a Cannes o su un lungomare di Santorini.

Nella versione americana degli anni ’80, Il talento di Mr Ripley (1999) di Anthony Minghella, è Jude Law il fulcro sartoriale: indossa magliette e polo casual, camicie a maniche corte a righe, pantaloni leggeri arrotolati in tonalità chiare. Per un tempo libero all’insegna della leggerezza stilosa.

Alain Delon
Photo by Fotos International/Getty Images)
Alain Delon nel film “Delitto in pieno sole”

La dolce vita (1960) di Federico Fellini

La dolce vita è uno dei film più eleganti di sempre. Non a caso vinse l’Oscar per i migliori costumi, realizzati da Piero Gherardi.

Nell’ambiente glamour della Roma del Dopoguerra, Marcello Mastroianni si staglia nella sua consueta classe, lanciando una moda raffinata e agile al contempo, spontanea e disincantata, dall’abito scuro con taglio sartoriale alla camicia bianca a doppio polsino e cravatta sottile, dagli occhiali da sole Persol 649 al completo total white con camicia nera aperta sul petto e foulard legato al collo. Italian style.

Il termine “dolcevita” che definisce un maglione aderente a collo alto? Sembra derivi proprio dal cult di Fellini, da un personaggio minore che indossava simile indumento.

Marcello Mastroianni
Photo by American International Pictures/Getty Images
Marcello Mastroianni nel film “La dolce vita”

Fight Club (1999) di David Fincher

Nel cult cruento e nichilista di Fincher, che punta il dito contro la società capitalista, sfavilla il guardaroba indossato dall’antieroe Tyler Durden intepretato da Brad Pitt, ideato dal costumista Michael Kaplan (lo stesso di Blade Runner).

Il suo stile è grunge, ribelle, disordinato e in fondo così glamour. Con camicie camp anni ’70 e iconica giacca di pelle rossa. Un’estetica trasandata e chic che ha ispirato passerelle maschili ed è entrata nello stile di molte star, da Harry Styles a Justin Bieber.

Photo by Paramount/Getty Images
Robert Redford nel film “Il Grande Gatsby”