I 10 attori migliori del 2021
Photo by Amy Sussman/WireImage

I 10 attori migliori del 2021

di Simona Santoni

Da Benedict Cumberbatch torreggiante alla rivelazione che viene dall’Est Jurij Borisov. E ovviamente non può mancare lui, Timothée Chalamet

Ci hanno fatto dimenticare per un po’ le preoccupazioni legate alla pandemia, ci hanno fatto ridere o portato in mondi lontani, ci hanno spinto a indagare i nostri lati inesplorati, ci hanno fatto sentire più leggeri e allo stesso tempo più di peso. Sono gli attori che hanno costruito immaginari cinematografici in cui immergerci per manciate di ore. Come quel burlone di Paul Rudd, dal fascino discreto e dalla simpatia trascinante. O il magnetico Timothée Chalamet, che col suo sguardo volitivo lanciato all’orizzonte ci proietta altrove.

Dell’anno che sta per finire, stiliamo la nostra personalissima top 10, selezionando i 10 attori migliori del 2021. Quelli che più hanno segnato questi mesi, nei premi ricevuti e, soprattutto, nelle emozioni suscitate, che contano molto di più.

Adam Driver
Photo by Gareth Cattermole/Getty Images for BFI
Adam Driver, Londra, 5 ottobre 2019

Adam Driver, l’attore ovunque

Al Festival di Cannes, alla Mostra del cinema di Venezia, nel film più chiacchierato dell’anno, ovunque c’è Adam Driver. E se qualcuno ne è sfuggito, ecco che lo troverà comunque in tv a torso nudo, nella pubblicità di Burberry Hero. L’attore che sta ridefinendo i canoni della bellezza, l’asimmetria che si fa avvenenza, è stato tra gli indiscutibili protagonisti del 2021.

A Cannes è stato accanto a Marion Cotillard nel film d’apertura, il commovente e tagliente musical Annette: Adam tira fuori la voce, cantando con disinvoltura, e il suo lato più oscuro. Inquietante. E poi eccolo di nuovo in un ruolo scomodo a Venezia, seducente stupratore nel film in costume The last duel, al servizio di Ridley Scott. E ancora per Ridley, occhiali spaziosi addosso e cognome altisonante, è il Maurizio Gucci del film più atteso e discusso del 2021, House of Gucci. Che strana coppia con Lady Gaga!

Toni Servillo, uno e trino

Alla Mostra del cinema di Venezia Toni Servillo era presente in tre film, di cui due in concorso. E che film! Attore feticcio di Paolo Sorrentino, questa volta il regista l’ha chiamato al ruolo più delicato: rivestire i panni del padre morto in È stata la mano di Dio, Leone d’argento al Lido, già nella cinquina del Golden Globe al Miglior film straniero e in corsa per la shortlist dell’Oscar al Miglior film internazionale.
Toni ha anche riportato in vita il grande attore teatrale napoletano Eduardo Scarpetta in Qui rido io di Mario Martone, film che ha ricevuto tanti applausi. Ma, soprattutto, Servillo è co-protagonista, insieme a Silvio Orlando, del film italiano più bello del 2021, Ariaferma di Leonardo Costanzo (eppure a Venezia non in concorso), intenso confronto tra carcerati e secondini, in un’esplorazione dell’animo umano ricca di verità e suspense.

Timothée Chalamet
Photo by Theo Wargo/Getty Images
Timothée Chalamet al Metropolitan Museum of Art, 13 settembre 2021, New York

Timothée Chalamet, successo senza tregua

Non ci sono più parole per Timothée Chalamet, l’attore più acclamato del momento, conteso dai registi, venerato dalle fan, apprezzato dalla critica. E anche per lui il 2021 è stato davvero ricco. Dune sopra a tutto: lo scifi di Denis Villeneuve è stato il film evento della Mostra di Venezia, uno dei più attesi al cinema insieme ad House of Gucci. E il divo venticinquenne ci ha messo tutto il suo carisma gentile come eroe riluttante, spinto dal destino in una lotta di potere intergalattica.

E poi, siccome di Timothée c’è sempre sete, eccolo anche in The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun di Wes Anderson, commedia corale colorata che abbiamo aspettato a lungo ma che un po’ ha deluso, e nella gradevole commedia apocalittica Don’t Look Up di Adam McKay, in una piccola parte che però ci ha regalato l’incontro clou dell’anno: Timothée Chalamet e Leonardo DiCaprio insieme nello stesso film.

Jurij Borisov
Photo by John Phillips/Getty Images
Jurij Borisov sul red carpet di Venezia del film “Kapitan Volkonogov Bezhal”, Mostra di Venezia, 8 settembre 2021

Jurij Borisov, la rivelazione dall’Est

Muso duro, occhi inquieti e un po’ matti, senz’altro magnetico, Jurij Borisov è l’attore rivelazione che viene dalla Russia. Che si sta specializzando in personaggi ambigui e pericolosi, da cui non riusciamo a staccar lo sguardo.
Oh come lo abbiamo amato alla Mostra del cinema di Venezia, come assoluto protagonista in cerca di redenzione di Captain Volkonogov Escaped di Natasha Merkulova e Aleksey Chupov, a cui avremmo assegnato il nostro Leone d’oro: la tutta rossa, da torturatore del servizio di sicurezza russa, esalta il suo fascinoso mix di ghiaccio e fuoco. 

E poi, eccolo di nuovo, torreggiante in Scompartimento n. 6 – In viaggio con il destino, il film più bello del 2021, del finlandese Juho Kuosmanen. Su un treno in un lungo viaggio tra le neve della Russia, è un poco di buono ubriacone e casinista. Che in verità, così poco di buono non è.

Paul Rudd, il fascino della comicità

È vero, sì, quest’anno Paul Rudd non è stato grande protagonista sulla quantità. Lo abbiamo visto al cinema solo in Ghostbusters: Legacy, il divertente sequel della saga degli acchiappafantasmi. Ma… ci ha stregati, con quella sua nonchalance arruffata, con il fascino sottile della comicità, così misurato e allo stesso tempo trascinante.

Non è un caso che Oltreoceano sia stato eletto l’uomo più sexy del 2021.

Javier Bardem
Photo by Thomas Niedermueller/Getty Images
Javier Bardem al Festival di Berlino, 26 febbraio 2020

Javier Bardem, un capo da ridere

Siamo più abituati a vederlo temibile (come in Skyfall o Non è un paese per vecchi) oppure imperiosamente drammatico (come in Mare dentro o Biutiful), ma Javier Bardem sa essere anche giocosamente spassoso. Ne Il capo perfetto di Fernando León De Aranoa è il faro di una commedia felpata e corrosiva, nei panni di un titolare d’azienda che svetta con fare comprensivo, come padre e non come padrone dei suoi dipendenti, o almeno così racconta agli altri e a se stesso. In Spagna il film ha ottenuto 20 candidature ai Premi Goya 2022, numero record, e ovviamente c’è quella a migliore attore protagonista.

Javier, tra l’altro, nel 2021 ha preso parte anche a Dune, come leader degli indomiti Fremen dagli occhi blu fosforescente.
Ed è accanto a Nicole Kidman in Being the Ricardos di Aaron Sorkin, film sulla relazione tra Lucille Ball e Desi Arnaz, i due protagonisti della popolare sitcom statunitense Lucy ed io (dal 21 dicembre su Prime Video).

Oscar Isaac, impeccabile e sexy

Dal Guatemala a Hollywood, a piccoli passi ma senza sbagliare un colpo. Quest’anno abbiamo ammirato Oscar Isaac nel thriller di vendette Il collezionista di carte di Paul Schrader, in concorso a Venezia: un racconto oscuro e ipnotico, su un ex aguzzino di Abu Ghraib diventato giocatore d’azzardo. Oscar si mette addosso una maschera di apparente impassibilità. Si fa cupo in viso, è misterioso e attraente nella sua immobilità, in un minimalismo sorprendente e avvincente.

E poi nel 2021 è stato anche il padre dell’eletto, del Timothée Chalamet di Dune, regale e vulnerabile.

Benedict Cumberbatch tuonante

Imperioso Benedict Cumberbatch. Nel western Il potere del cane di Jane Campion, film sottile e diabolico sul desiderio, si dimentica le buone maniere British e, come mandriano dispotico e sprezzante, indaga la mascolinità più tossica, con fisicità, voce e presenza tuonanti, seppellendo così insicurezze e lati inconfessati. Il Leone d’argento – Premio per la migliore regia vinto a Venezia è anche molto merito suo.

E ora Benedict ha ripreso il mantellino da mago Marvel un po’ saccente per tornare a essere Dottor Strange, in aiuto a Tom Holland Uomo Ragno di Spider-Man: No Way Home (ancora nelle sale).

Vincent Lindon
Foto: I Wonder Pictures
Vincent Lindon nel film “Titane”

Vincent Lindon, più solido del titanio

Del film francese pazzoide Titane, incoronato da una giuria pazzoide a Cannes, sono due le immagini che rimangono più impresse: l’amplesso della pole dancer psicopatica con la Cadillac inseminatrice, e i muscoli torniti di dolore e steroidi sfoderati da Vincent Lindon versione Rambo. Dentro le sue braccia solide, chiunque vorrebbe trovare protezione. Solidità, è ciò che sprigiona Lindon. Non solo nel fisico da body builder fattosi per la parte, ma in ogni movenza, in ogni sfumatura.
Un attore solido e versatile, una certezza.

Come ha dimostrato anche in Un autre monde, presentato a Venezia ma non ancora distribuito in sala: di nuovo in binomio con il regista Stéphane Brizé, di nuovo a mettere sotto la lente le storture del mondo del lavoro.

Benjamin Voisin, è nata una star?

Benjamin Voisin, ventiquattrenne francese, ha il futuro ancora tutto da costruire. Ma intanto sta impilando ruoli importanti e vetrine in festival internazionali. In Estate ’85 di François Ozon (selezionato per il Festival di Cannes 2020 che non ci fu causa Covid), si distingue per ascendente torbido e prepotente.

In Illusioni perdute di Xavier Giannoli, presentato in concorso a Venezia, è il protagonista di ambizioni e miserie e si confronta con due belle perle del cinema in lingua francese, Cécile de France e Xavier Dolan. Non giganteggia, ma convince quanto basta. Da tenere d’occhio.